Renzi e i "non" segreti di Stato
Ansa MASSIMO CAPODANNO/DC
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Renzi e i "non" segreti di Stato

Il premier ha illuso gli italiani convinti che ora avremo nomi e colpevoli per le stragi degli anni '70 e '80. Ma non sarà così

Questa volta lo spin doctor di Renzi ha giocato sul filo del fuorigioco rischiando di mandare il capo in quella zona del campo dove gli atleti levano occhi smarriti al cielo dopo il fischio dell'arbitro.

Eh si perché l'enfasi con la quale e' stata annunciata la cancellazione del segreto di Stato sulle stragi che hanno insanguinato anni bui per il paese ha rischiato di trasformarsi in un potente boomerang per l'araldo fiorentino che ancora poca dimestichezza dimostra con servizi segreti e dintorni. Solo un paio di settimane fa se n'era uscito con una affermazione del tipo "l'Eni e' parte della nostra intelligence", provocando brividi trasversali tra azienda e istituzioni. L'altro ieri l'ennesimo capolavoro di comunicazione. A maniche rimboccate ha firmato una direttiva che ha ricordato tanto il contratto con gli italiani di vespiana memoria.

Essendo la materia certamente ostica per la maggioranza degli italiani, immediatamente e' deflagrato un entusiasmo collettivo nella convinzione che, da tale atto, potessero scaturire nomi e cognomi dei responsabili di tali efferatezze. Volendo analizzare con sereno distacco la questione, una prima affermazione non confutabile e' quella che viene da un personaggio al di sotto di ogni sospetto: Beppe Grillo. Il quale abilmente indottrinato spiega che nessun segreto di stato e' stato cancellato perche' nessun segreto di stato e' mai esistito. Ed ha ragione.

La legge impedisce l'opposizione del segreto di stato in materia di stragi e nessun politico o 007 dotato di comune raziocinio avrebbe mai avallato un simile misfatto. Cio' che la direttiva impone e la declassificazione della documentazione conservata negli archivi piu' disparati alla quale era stata apposta nel tempo, per motivi non certamente indicibili, una classifica di segretezza. Ma questa documentazione era gia' stata messa a disposizione di tutte le procure che negli anni hanno indagato su stragi e dintorni. Ora servira', al piu', a riproporre tesi suggestive, a scrivere nuovi tomi sull'argomento e a salvare i tanti posti di lavoro dei teorici del complotto in servizio permanente.

Una boutade insomma, l'ennesimo proclama in libertà del simpatico guascone oggi a capo del governo italiano oramai in preda all'ansia da annuncio giornaliero, non fossero bastati quelli sugli stipendi dei manager, le quote rosa, gli 80 euro e via discorrendo. Stavolta pero' si e' rischiato davvero di pestare lo sterco e dopo che il Corriere attraverso le sue penne piu' autorevoli aveva avanzato dubbi e perplessita' di metodo e di merito, oggi e' dovuta scendere in campo l'armata di Repubblica per salvare il soldato Matteo titolando sulla presunta cancellazione del segreto "e' una cosa di sinistra".

Se sia cosa di sinistra o di destra poco importa. Cio' che rimane e' l'annuncio e l'immagine del bravo ragazzo in maniche di camicia arrotolate a siglare il suo personale contratto con la credulita' popolare. In fondo e' funzionato negli ultimi vent'anni. Anche per i prossimi c'e' speranza

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