La protesta del Ministro De Girolamo
ANSA/COLDIRETTI
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La protesta del Ministro De Girolamo

Un rappresentante del Governo non può bloccare una strada ed aizzare la folla (per di più in tuta)

Che il ministro Nunzia De Girolamo avesse la terra nel sangue, lo sapevamo. E la sua immagine in tuta gialla Coldiretti, che agguanta il microfono e arringa la folla a tutela del made in Italy, lo conferma. “Una figlia d’arte”, la definì il papà, da lungo tempo presidente del Consorzio agrario di Benevento.

Se una folla di manifestanti prepotenti occupa abusivamente una strada e blocca i tir in transito, uno si aspetterebbe che un ministro ordini prontamente lo sgombero. Invece ieri è accaduto qualcosa di mai visto prima: il ministro De Girolamo si è unita ai protestanti.

Di giallo bardata la rappresentante del governo ha partecipato alla mobilitazione organizzata dal quasi sindacato Coldiretti lungo il passo del Brennero, quello che collega Austria e Italia. “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” è il nome della crociata contro quella che gli organizzatori, spalleggiati dal ministro, bollano come “la grande truffa al made in Italy”. Ma non sono le ragioni della protesta a interessarci. Ci hanno pensato già Confindustria e Federalimentare a bocciarle.

Piuttosto ci chiediamo se sia normale che un rappresentante del governo presenzi (e intervenga) ad una manifestazione che ostruisce abusivamente un’autostrada provocando inevitabili problemi di ordine pubblico. E’ normale che un rappresentante del governo, che è innanzitutto ministro della Repubblica italiana, diventi leader in pectore di una singola associazione di categoria?  

Al ministro ricordiamo, umilmente, che è suo dovere mediare tra le parti, non farsi “parte”, come dimostra plasticamente la tuta gialla che fieramente indossa nel corso della protesta. La scritta sulla tuta, bene in vista, è “Coldiretti”. E poi è normale che un ministro della Repubblica italiana, che per giunta nel 2014 guiderà l’UE, partecipi ad un atto dimostrativo  che impedisce con la prepotenza il transito a camion che sono pienamente legittimati a passare di lì?

L’Italia, come il ministro sa bene, è vincolata dai trattati comunitari a garantire la libera circolazione delle merci e delle persone sul territorio nazionale. Non sono quindi quei mezzi di locomozione, carichi di prosciutti e mozzarelle, a violare la legge. Ma è chi li blocca, con il benestare complice del ministro, a compiere un atto abusivo e prepotente. Se poi pensiamo che il ministro in questione, designato in quel ruolo da una forza politica al tempo nominata “Popolo delle Libertà”, si propone come paladina di una battaglia di marca evidentemente protezionistica, ecco che il Grande Inganno di questo governo di sinistra-centro è svelato. Saranno forse le prime avvisaglie della campagna elettorale che incombe. Rimane però che lo spettacolo del ministro sindacalista in tuta da sommossa ce lo saremmo volentieri risparmiato. Manco in Burkina Faso. 

Di Annalisa Chirico

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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