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(Ansa)
Politica

La sfida di Renzi a caccia di delusi, quando i primi delusi sono i suoi ex

Il leader di Italia Viva apre la campagna elettorale per le europee 2024 lanciando la sfida di un nuovo movimento, «Il Centro» ma dovrà fare i conti con il suo passato

Dunque Matteo Renzi si riprende la scena, candidandosi alle Europee con un nuovo marchio intitolato “Il Centro”. Se non altro la mossa, che inaugura con larghissimo anticipo la campagna elettorale, ha il merito di fare chiarezza da quelle parti, mettendo fine all’estenuante telenovela della convivenza con i calendiani: uno spettacolo che nei mesi scorsi ha rasentato pericolosamente la soglia critica della decenza. D’altronde si vota con il proporzionale, e piuttosto che impapocchiare alleanze barcollanti, tanto vale che ogni frontman se la giochi in solitaria. Lo slogan renziano è tutto puntato sul “salvare l’Europa” dall’onda nera del populismo, ma al di là dei grandi principi il Metternich di Rignano sa benissimo che l’impresa per lui sarà ardua, per tutta una serie di motivi.

Problema numero uno. Checché se ne dica, lo spazio al centro è dannatamente ridotto. Gruppuscoli che navigano come monadi in cerca d’autore, ex democristiani senza Dc a caccia di un carro al quale attaccarsi. Per questo, ben consapevole della grandezza del cimento, Renzi starebbe già lavorando per facilitarsi il compito, proponendo di abbassare la soglia di sbarramento per l’ingresso all’europarlamento. A quanto pare si fanno più fitte le interlocuzioni con la maggioranza su questo punto cruciale, e da Fdi non si escludono accordi. In cambio, Renzi potrebbe ammorbidirsi in Parlamento su alcune pratiche care al governo.

Problema numero due. Ogni volta che si ragiona sul futuro di Renzi, a fare da zavorra è il suo passato. Quello intriso di tatticismo che da anni gli ha alienato le simpatie di larghe fasce di elettori. Anche stavolta, l’ex premier fiorentino corre a precisare che la candidatura europea non deriva da ambizioni personali. Ma già il fatto che abbia avvertito il dovere di precisarlo tradisce un excusatio non petita. Non a caso già si vocifera che Renzi ambisca a qualche prestigiosa carica comunitaria, magari nella Commissione Europea, magari con l’aiutino dei liberali macroniani. Se la voce prendesse piede, per Renzi sarà durissima alle urne. Per carità, ogni ambizione è legittima, ma per avere successo con il suo “Centro” Renzi deve scrivere qualcosa di convincente sotto il titolo del partito: altrimenti le attenzioni della gente saranno calamitate inevitabilmente sui sospetti di carrierismo e sulle conferenze con gli sceicchi. Lui vorrebbe trainare con sé i delusi di Forza Italia e Pd: ma prima ancora dovrà cercare di convincere i delusi da Renzi, che non sono pochi.

In definitiva, il brand renziano dovrà essere presentato all’opinione pubblica con un opportuno restyling, fermo restando che tra Fratelli d’Italia e il Pd sinistrissimo di Schlein si sente effettivamente il bisogno di un polo moderato. Ma, nel farlo, il fiorentino dovrà fare attenzione a non esagerare con i virtuosismi di potere di cui è indiscusso maestro (a cominciare dalle alleanze allegre, con Moratti, Beppe Fioroni, e forse pure con Cateno De Luca). Insomma, onore al merito di giocarsi la sfida: Renzi si ricordi, però, che il suo principale avversario non è questo o quel partito, ma semplicemente il suo ego.

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Federico Novella