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Politica

Addio Cortina, il bob scivola a St. Moritz. Ma il governo chiede un piano B per le Olimpiadi 2026

Dopo l'annuncio di Malagò, Antonio Tajani rilancia l'opzione della pista di Cesana Pariol in Piemonte. L'ex campione olimpico Zöggeler: «Giornata nera. Ci chiedono medaglie e poi portiamo i giochi in un altro Paese».

Le Olimpiadi invernali del 2026, assegnate a Milano-Cortina, hanno subito una svolta inaspettata con l'annuncio del presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), Giovanni Malagò, durante la 141 Sessione del Comitato Olimpico Internazionale a Mumbai, India, che le care di bob, slittino, skeleton e parabob dalle Alpi italiane si trasferiranno all'estero.

Facciamo un passo indietro. Inizialmente, il progetto olimpico prevedeva la costruzione di una nuova pista da bob a Cortina D'Ampezzo, uno dei luoghi iconici delle Olimpiadi invernali italiane. Tuttavia, Malagò ha annunciato che il governo italiano ha comunicato la sua indisponibilità a stanziare ulteriori risorse finanziarie pubbliche (stimando un costo di circa 60 milioni di euro) per la costruzione di questa nuova pista. Questo annuncio ha gettato un'ombra di delusione sul progetto e ha sollevato una serie di domande sull'effettiva fattibilità e la sostenibilità delle Olimpiadi invernali con un contraddittorio che ha interessato tutto il Paese.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso la sua delusione per la decisione e ha dichiarato che cercheranno di comprendere le ragioni di questa svolta improvvisa. Inoltre, intendono chiedere una ridistribuzione delle gare olimpiche per cercare di attenuare l'impatto negativo di questa decisione.

Alcuni politici, come il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, hanno invece elogiato la decisione di cercare un'alternativa alla costruzione costosa di una nuova pista da bob a Cortina. L'uso della pista di bob già esistente a St. Moritz, in Svizzera, rappresenterebbe un notevole risparmio finanziario. Sala ha anche suggerito che ciò potrebbe aprire la strada per la creazione di un villaggio olimpico unico a Livigno.

A non condividere questa posizione sono però la maggior parte delle voci, della politica, sport e imprenditoria italiana. Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto, ha definito la decisione "una sconfitta per tutto il sistema Paese" e ha evidenziato come rappresenti un colpo alla reputazione dell'Italia nel contesto internazionale. Il Partito Democratico ha chiesto al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, di presentarsi in Parlamento per spiegare i dettagli della decisione e il cronoprogramma delle Olimpiadi. Il presidente della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), Flavio Roda, ha espresso amarezza per la perdita di un pezzo di storia e per le conseguenze che questa decisione avrà sullo sviluppo degli atleti italiani nelle discipline di bob, slittino e skeleton. L'ex campione dello slittino Armin Zöggeler, figura di spicco degli sport invernali in Italia, ha sottolineato che l'assenza di una pista adeguata in Italia costringe gli atleti a spostarsi all'estero per allenarsi, con costi aggiuntivi e meno opportunità di competere. Ha descritto la situazione attuale come quella di "gitani dello sport". E, non ultimo, l'assessore allo Sport della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca, ha dichiarato che la scelta di spostare le gare di bob all'estero è insensata e dannosa per l'intero evento olimpico e ha sottolineato che il Piemonte era preparato a ospitare queste gare e che la scelta di spostarle all'estero rappresenta un colpo alla credibilità dell'Italia come organizzatrice di eventi sportivi di alto livello.

Proprio il Piemonte potrebbe essere il piano B, la carta sfoderata dal governo per mettere una toppa alla figuraccia.

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha infatti rilanciato l'ipotesi di utilizzare la pista di bob di Cesana Pariol, in Piemonte, per le gare olimpiche. La proposta di utilizzare la pista di bob di Cesana Pariol, che è stata costruita nel 2005 al costo di 110 milioni di euro e rimasta operativa solo per sei anni, è stata inizialmente scartata per diverse ragioni. Tuttavia, il Ministro degli Esteri ha rimesso questa opzione sul tavolo, sottolineando che sarebbe un peccato non considerarla. Tajani ha affermato: "Perché non organizzare le gare di bob in Piemonte, dove c'è la pista delle Olimpiadi invernali di Torino? Sarebbe un peccato non gareggiare in Italia. Non perdiamo questa occasione. Io sto dalla parte del Piemonte." La pista di bob di Cesana Pariol è stata costruita in vista dei XX Giochi Olimpici invernali di Torino 2006 ed è stata utilizzata per una serie di eventi, tra cui la Coppa del Mondo di bob del 2009 e i Campionati Mondiali di slittino del 2011. Tuttavia, a causa di problemi logistici e di manutenzione, la pista è rimasta inutilizzata per la maggior parte degli anni successivi. Anche il governo, nel limite delle risorse disponibili, ha manifestato un'ulteriore preferenza per l'adeguamento della pista di Cesana Pariol rispetto all'opzione di utilizzare impianti all'estero, come St. Moritz, per le gare di bob. Tuttavia, il principale ostacolo a questa soluzione è rappresentato dai costi elevati. Sebbene sia in programma uno studio per valutare lo stato attuale dell'impianto e i costi necessari per la sua riabilitazione, le proiezioni indicano che saranno necessari almeno 40 milioni di euro per mettere a puntola pista in tempo per i test event olimpici.

Una sfida finanziaria significativa che richiederà ulteriori discussioni e valutazioni per determinare la soluzione più appropriata.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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