Non possiamo permetterci 3 anni di Conte
Ansa
Politica

Non possiamo permetterci 3 anni di Conte

La maggioranza tra insulti e sgambetti litiga su tutto e non combina nulla di utile. Il solo scopo è governare ed eleggere il prossimo Presidente della Repubblica. Ma il paese on ce la fa più

Usque tandem Giuseppi? Fino a quando pensi di andare avanti? Fino a quando pensi di poter trascinare con te l'Italia in questa deriva paludosa, fatta di eterni rinvii, slittamenti, differimenti, non decisioni, finzioni, attorciglianti di soluzioni impossibili, litigate più o meno (ormai meno) nascoste sotto il tappeto, mentre l'economia si ferma, le culle si svuotano ed il paese muore?

Fino a quando pensi di poter giocare sulla pelle degli italiani la partita del tuo potere cicisbeo, rimandando ogni atto concreto alla settimana dei tre giovedì?

Fino a quando pensi di poter reggere questo stallo sul nulla, incapace di scegliere qualsiasi cosa che non sia il colore della tua pochette?

Molti esponenti della maggioranza, davanti ai microfoni, hanno giurato negli ultimi tempi che questo Governo andrà avanti fino alla scadenza della legislatura, cioè fino al 2023. ma dopo quello che è successo nelle ultime ore viene da chiedersi se lo pensino davvero. Se davvero cioè, pensano che si possa arrivare fino al 2023 in questo modo con consigli dei ministri convocati un giorno per l'altro senza sapere nemmeno perché con due ministri (Teresa Bellanova ed Elena Bonetti) che disertano in modo polemico, gli ordini del giorno che al confronto Nureyev è meno ballerino, la patata bollente della prescrizione che salta di provvedimento in provvedimento tentando di intrufolarsi dappertutto (tra un po' lo troveremo anche in un emendamento al menù della buvette di Montecitorio), con uno dei partiti di maggioranza (Italia Viva) che si rifiuta di votare le proposte della maggioranza ma vota allegramente tutte quelle dell'opposizione, un altro partito di maggioranza (i 5 Stelle) che si appresta a scendere in piazza per protestare dimenticandosi di essere al Governo, e un premier che sostiene di essere ricattato dai benzinai, che pure dovrebbero essere suoi sostenitori, e li definisce aggressivi e maleducati.

Roba che il Circo Barnum al confronto è un esempio di composta serietà.

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Mario Giordano

(Alessandria, 1966). Ha incominciato a denunciare scandali all'inizio della sua carriera (il primo libro s'intitolava Silenzio, si ruba) e non s'è ancora stancato. Purtroppo neppure gli altri si sono stancati di rubare. Ha diretto Studio Aperto, Il Giornale, l'all news di Mediaset Tgcom24 e ora il Tg4. Sposato, ha quattro figli che sono il miglior allenamento per questo giornale. Infatti ogni sera gli dicono: «Papà, dicci la verità». Provate voi a mentire.

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