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(Ansa)
Politica

Terza proroga per i navigator, il fallimento del RdC è totale

Prolungato di 4 mesi il contratto di coloro che dovevano all'interno del progetto del Reddito di Cittadinanza, aiutarci a trovare lavoro e che sono diventati il simbolo del disoccupato-mantenuto

Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha deciso di rinnovare di altri 4 mesi il contratto dei navigator. Erano stati assunti a tempo determinato per due anni. Siamo alla terza proroga. Dovevano trovare un posto di lavoro ai beneficiare del reddito di cittadinanza. Lo hanno trovato solo a loro stessi.

“Alla domanda chi paga questi ragazzi da maggio, ancora non c'è risposta” non lo riusciva proprio a capire Pierpaolo Bombardieri, che pure è segretario generale della Uil, che erano stati assunti per un contratto a tempo determinato, e che quando un contratto scade lo stipendio non si paga più. Anche se poi anche senza lavorare arrivano due anni di Naspi, e poi c’è sempre il reddito di cittadinanza. O la cassa integrazione straordinaria prorogata a vita, come piace al Ministro Orlando. Del resto cosa è la proroga dei navigator? Percepivano 27.339 euro lordi l’anno, quasi 2.300 euro lordi al mese, più un rimborso spese mensile di 300 euro per le trasferte. Risultati zero, o poco più.

Parliamo dei 1900 navigator rimasti, dei 3000 che erano stati assunti da Di Maio per trovare lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza quando con un brindisi dal balcone di Chigi avevano abolito la povertà.

Era il governo Conte 1, ora c’è Draghi, e invece di lasciare, raddoppia.

Aumentano i fondi e il numero di percettori di reddito di cittadinanza, prorogano i navigator.

Nonostante il fallimento conclamato della misura, e nonostante le due proroghe con la scusa del covid, scadevano definitivamente il 29 aprile. Ed ecco puntuale come un orologio svizzero l’ennesima proroga, a confermare il famoso saggio di checcozalone: chi entra nella pubblica amministrazione non esce più.

Arriverà la prossima settimana il decreto del ministro Orlando, ma nel frattempo i sindacati festeggiano e ringraziano.

Una ricontrattualizzazione, per l’esattezza, con Anpal servizi che allungherà la permanenza al lavoro di 2 mesi più 2 mesi per dare la possibilità al governo di discutere come utilizzare questi professionisti assunti e formati nel 2019 in vista dell’entrata a regime del reddito di cittadinanza. In sostanza: i primi due mesi saranno di proroga tout court per tutti mentre gli altri due mesi dovrebbero servire ad accompagnare i lavoratori nei percorsi concorsuali di quelle Regioni che non li avessero ancora attivati, relativamente ai Centri per l’impiego.

Lo aveva promesso dal primo giorno Orlando ai sindacati, e mentre non si è mai presentato al tavolo Ilva dove ha concesso la cassa integrazione straordinaria per quasi tremila lavoratori senza accordo sindacale (lamentandosi con in confederali che i metalmeccanici non hanno firmato), nè a quello Whirlpool dove ai comizi prometteva continuità occupazionale e poi è sparito alla firma del licenziamento di tutta la forza lavoro, si è invece presentato prima in piazza e poi ha accolto personalmente al Ministero la delegazione per il rinnovo dei navigator.

Ci aveva già provato a novembre, sul finire della scadenza della prima proroga, a stabilizzarli definitivamente ma le regioni si erano opposte. Tornato alla carica la scorsa settimana volendo trovare una soluzione definitva, c’è stato Brunetta a mettersi di traverso. Orlando ha impacchettato alla Funzione Pubblica la richiesta di un nuovo contratto, ma Brunetta a differenza del collega del Pd non si è fatto trovare dai navigator che erano stati mandati a manifestare sotto il suo Ministero.

E infatti se pur Orlando diceva che i soldi per il rinnovo c’erano, Bombardieri insisteva nel cercare una volontà politica di tutto il governo.

Che non è arrivata. E’ alla fine Orlando si è fatto la sua proroga, in continuità con la fallimentare politica del lavoro del ministro Dimaio e dei 5 stelle.

“Vorrei capire come arriva a uno che abita a Messina una proposta di lavoro a Trieste” lo aveva detto proprio in conferenza stampa accanto al Ministro Chiara Saraceno, nominata da Orlando a capo della commissione sul Reddito di cittadinanza. Ammettendo l’inefficacia della misura.

Infatti non è mai stato attivato il famoso software “Mississippi Works” che aveva annunciato l’inventore del reddito di cittadinanza Mimmo Parisi, ex direttore di Anpal finche Draghi non la commissariasse, e ora a giudizio della Corte dei Conti per le sue spese pazze.

L’ultimo dato pubblicato dalla Corte dei Conti sui percettori di reddito di cittadinanza riporta che al 10 febbraio 2021 erano 152.673 le persone che avevano instaurato un rapporto di lavoro successivo alla data di presentazione della domanda: il 14,5 per cento del totale.

Nel frattempo a maggio 2020 l’allora ministro Catalfo ha pubblicato il decreto Modifiche al Piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego e delle politiche attive del lavoro che prevede un incremento di 11.600 operatori, più che raddoppiando l'organico attualmente presente di circa 7000 assunti.

Gia da aprile i navigator hanno un punteggio in più per partecipare a questi concorsi, poiché sempre Orlando stabilì, a personale già selezionato, che “il servizio prestato costituisce titolo di preferenza". Ma molti navigator preferiscono essere stabilizzati direttamente senza nuovi esami: “siamo già iperspecializzati e iperformati” dicono. E ora altri 4 mesi di cui due ufficialmente per trovare il modo di farglieli vincere questi concorsi nelle Regioni, o di inserirli comunque.

Nella maggior parte dei casi i Navigator provengono dalla Facoltà di Giurisprudenza (32,7%), segue poi quella di Psicologia con il 18,7% e Scienze economico aziendali con il 17,7%.

Il problema è che i risultati non arrivano. Certamente non per incapacità loro, ma per una struttura che non funziona e un obiettivo che non è stato raggiunto: trovare lavoro attraverso il reddito di cittadinanza, come avevano promesso i 5 stelle da quel balcone. Prima che arrivasse Conte e trasformasse il posto di lavoro in “finalmente abbiamo potuto mangiare una bistecca”.

Ammettendo che la politica attiva del lavoro era solo un sussidio per non lavorare. Ma allora se è cosi, e alla fine lo hanno ammesso, Orlando per primo, perché insistere con i navigator senza successo?

Al 28 febbraio 2021 avevano sottoscritto un Patto per il lavoro 309.904 soggetti, mentre i beneficiari convocati per un secondo appuntamento sono stati 159.636. A seguito della convocazione da parte dei Centri per l’Impiego, è risultato che su un totale nazionale di 1.649.389 soggetti, i beneficiari convocati dai Cpi - con data del primo appuntamento entro il 28 febbraio - sono stati 732.713 (pari al 44,4 per cento della platea dei Work Ready) mentre i presenti al primo appuntamento sono stati 593.755 (pari all’81 per cento dei convocati).

Il supporto reso dai Navigator agli operatori dei Cpi durante la fase di accoglienza dei beneficiari di Reddito di Cittadinanza (convocazioni e/o colloqui) si è concretizzato a favore di 1.041.771 soggetti e, nell’attività di presa in carico finalizzata alla stipula del Patto per il Lavoro, a beneficio di 489.054 utenti, mentre nel periodo ottobre 2020 marzo 2021 i Navigator hanno individuato 29.610 opportunità occupazionali.

Tra tutti i percettori di reddito di cittadinanza che si sono presentati al centro per l’impiego, i beneficiari che hanno trovato un’occupazione sono il 32% di coloro che hanno sottoscritto il patto, a fronte del 29% di chi non lo ha sottoscritto.

I navigator quindi giustificano solo tre punti percentuali in più.

Notevoli poi le variazioni territoriali, con un incremento della probabilità di trovare un’occupazione avendo sottoscritto un patto del 20% nel Nord, del 15% nel Centro e di solo il 2% nel Mezzogiorno.

Quanto alle aziende che si sono rivolte ai centri per l’impiego, si tratta di aziende di dimensione fino a 9 dipendenti per il 61% dei casi; il 28,2% di esse ha una dimensione medio piccola (10-49 dipendenti) e solo il 10,7% è di medio-grandi dimensioni (oltre 50 dipendenti). Le società di persone e ditte individuali (55,9%) e le società di capitali (40,7%) costituiscono le forme giuridiche prevalenti. Le imprese utilizzatrici dei Centri per l’impiego, e la conseguente domanda di servizi, afferiscono per oltre i due terzi dei casi a quattro settori: il commercio (26,8%), le costruzioni (16,9), il manifatturiero (12,7%) e i servizi di alloggio e ristorazione (11,6%). Più frammentata è la composizione settoriale del restante terzo delle aziende, afferenti a ben 12 settori la cui consistenza va dallo 0,3 al 5,3% del totale delle imprese utenti.

La situazione è speculare anche per i lavoratori e gli impieghi diretti dei centri per l’impiego.

Nel biennio 19-21 sono state oltre 2,9 milioni le prese in carico effettuate dai Cpi.

Oltre tre prese in carico su quattro (77,7%) sono riconducibili alla Did, pari a poco meno di 2,3 milioni di eventi. Il 13,7% sono patti per il lavoro nell’ambito del Reddito di Cittadinanza (di seguito anche RdC) ed un ulteriore 8,5% sono prese in carico all’interno del dispositivo nazionale Garanzia Giovani.

Nel 22,7% dei casi alla presa in carico è seguita l’offerta di un servizio di Orientamento di I livello, considerato come propedeutico alla stipula del Patto di servizio17. Man mano che l’osservazione si sposta sull’offerta di attività più complesse sul piano organizzativo o su quello della disponibilità di professionalità adeguate, le quote si riducono notevolmente, cosicché l’incidenza dell’offerta di un colloquio di Orientamento specialistico è pari al 6,1% delle prese in carico, quella dell’Accompagnamento al lavoro è del 2,3%, mentre inferiori al 2% sono le offerte di avviamenti a corsi di formazione e la gestione degli incentivi all’assunzione. Il dato sui tirocini è presentato in una duplice quantificazione: l’offerta di un tirocinio nell’ambito della presa in carico e successivamente al patto di servizio è pari all’1,8% delle prese in carico. Sommando a queste ultime le offerte di tirocini extracurricolari censiti attraverso l’archivio delle Comunicazioni obbligatorie la quota sale fino al 9,8%.

Analizzata per area geografica dei Cpi, la distribuzione delle offerte di un servizio o di una misura di politica attiva evidenzia sensibili scostamenti in corrispondenza dei servizi di orientamento di base: l’incidenza sulle prese in carico si attesta al 44,1% nei Cpi del Nord Est e al 55,4% in quelli del Centro contro un 22,7% complessivo. Assai distanti i valori registrati nei Cpi del Sud peninsulare (5,4%) e insulare (appena l’1% delle prese in carico). Presenta divari meno accentuati il valore dell’incidenza dell’offerta di un tirocinio, con le aree del Centro Nord su valori superiori al dato complessivo (Nord Ovest, 17%, Nord Est, 11,7% e Centro, 10,6% contro un 9,8% totale) e quelle meridionali con dati più che dimezzati rispetto a queste ultime.

La distribuzione dell’offerta di servizi e misure per tipo di intervento nell’ambito del quale avvengono le prese in carico evidenzia una concentrazione in ambito Did dei servizi di Orientamento di base e di Tirocinio complessivo (66,8% e 67,7% rispettivamente). Quanto alla restante gamma di servizi e misure, la gran parte dell’offerta si concentra nelle prese in carico in ambito Garanzia Giovani, con un minimo registrato con l’Orientamento specialistico (51,7%) e un massimo registrato con il Servizio Civile e la promozione dell’Autoimpiego.

Insomma non proprio miglior modo per trovare occupazione nè l’Anpal nè le politiche attive per il lavoro, tant’è che persino il Ministro Brunetta aveva proposto di sostituire i navigator con i centri interinali privati, ma nonostante questo altri miliardi sono stati messi a bilancio nei prossimi anni per aumentarne personale, strutture e programmi dando mandato alle Regioni. E mentre queste rifiutano la proposta di Orlando di accogliere i Navigator, fanno razzia nelle assunzioni regionali per i centri per l’Impiego. E’ il caso della Puglia dove Massimo Cassano, ex sottosegretario di Forza Italia Commissario dell’Arpal regionale nominato da Emiliano, da giorni è in prima pagina sulle cronache locali accusato di aver assunto tesserati al suo partito, mentre i colleghi del pd insistono per stabilizzare i 200 dipendenti dei centri che sono stati assunti a tempo determinato selezionati dalle agenzie interinali (spesso su segnalazione degli stessi politici) nell’attesa di espletare i concorsi. E cosi ora chi ha superato i concorsi non può entrare perché bisogno prima stabilizzare quelli selezionati a tempo determinato. Esattamente come i navigator.

Mentre De Luca, da sempre contrario al reddito di cittadinanza, ha fatto una guerra dal primo giorno ai navigator, chissà se ora li assumerà insieme all’ingresso in giunta dei consiglieri regionali 5 stelle.

Nel frattempo altri 4 mesi di proroga. Scommettiamo che non sarà l’ultima?

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Annarita Digiorgio