"Io, navigator, vi spiego perché il reddito di Cittadinanza non funziona"
(Ansa)
Politica

"Io, navigator, vi spiego perché il reddito di Cittadinanza non funziona"

Carenze strutturali, difficoltà di vario tipo, niente banca dati. Uno dei quasi 3000 addetti alla formazione ci racconta i primi mesi del provvedimento simbolo del M5S

«Il reddito di cittadinanza così com'è strutturato oggi non funziona. Avrebbe potuto essere uno strumento efficace per il contrasto della povertà e della disoccupazione solo se avesse avuto alle spalle una politica del lavoro consolidata ed efficiente».

Nei giorni in cui il premier Conte pensa ad una sua modifica si torna come non mai a parlare del provvedimento tanto voluto dai grillini ma che, numeri alla mano, è fallito. Solo il 2 per cento dei 2 milioni e 797mila dei beneficiari ha trovato un'occupazione. E già questo basterebbe per parlare di fallimento totale. ma bisogna aggiungere che la cronaca di questi giorni ha portato a scoprire come i soldi dello Stato siano finiti nelle tasche di gente con precedenti penali, truffatori di vario tipo, persino presunti assassini. Tra questi, ultimi della lista, i fratelli Bianchi che tra viaggi, suv e piscine erano considerati poveri dallo stato ma che adesso si trovano a combattere con l'accusa dell'omicidio del giovane Willy Duarte.

Lo spot elettorale dei grilini nasce come una misura di politica attiva del lavoro ma ha assunto tutte le caratteristiche di un sussidio assistenziale. A raccontarci le difficoltà quotidiane uno dei 2830 navigator italiani ospiti nei centri di impiego regionali: «Il reddito potrebbe funzionare se avesse uno stato alle spalle. Ad esempio: non abbiamo ad oggi dati ufficiali ne ufficiosi su quante persone abbiano trovato lavoro. Nel sistema informativo ancora in fase di completamento dove vengono incrociate domande e offerte di lavoro non sono stati caricati i dati, purtroppo è partito tutto in ritardo».

Ma che tipo di lavoro è quello da navigator? Cosa fa ogni giorno?

«Io seguo persone che non parlano nemmeno l'italiano o di una certa età che non sono integrate nel mondo lavorativo. Per poter lavorare vanno indottrinate. Durante il lockdown c'è stata l'interruzione in presenza degli incontri con i beneficiari del reddito e le aziende ma sono stati seguiti telefonicamente per attività come la creazione di un curriculum, candidarsi per un lavoro o la "pulizia dati" ossia escludere le aziende che non esistono più».

E lei, che contratto e che stipendio ha?

«Un navigator ha un contratto Co-Co-Co di 18 mesi con un stipendio di 1600 euro mensili netti. più 300 euro di rimborso spese forfettario, sospeso durante il lockdown».

I risultati però sono scarsissimi, per non dire fallimentari...

«Io sono dell'opinione che il reddito così com'è oggi non possa dare risultati in tempi brevi. Le prime valutazioni dovrebbero essere fatte dopo due anni. Se ci sono state persone che hanno percepito il reddito pur non avendone diritto questo è per un problema di legalità, perché è inutile negarlo: Viviamo in una società di disonesti. Per smaltire la burocrazia ci siamo affidati all'autocertificazione che non sempre corrisponde al vero».

Insomma, truffare il sistema, cioè lo Stato, è molto semplice...

«È l'INPS che deve fare i suoi accertamenti. Invece a volte si scoprono solo perché i beneficiari sono caduti nelle maglie della giustizia o attraverso dei controlli incrociati. Noi, come navigator quando scopriamo delle irregolarità possiamo cercare di ostacolare il percorso per ottenere il reddito al furbetto di turno. C'è poi un secondo problema. Noi effettuiamo un monitoraggio, una sorta di patto certificando passo per passo che il beneficiario faccia le cose concordate quindi formazione e domande di lavoro, ma purtroppo c'è uno stato sociale inesistente non ci sono corsi, alcuni non hanno nemmeno uno smartphone. La società alle spalle è troppo scarsa per supportare i vari step del Reddito di Cittadinanza. Ci sono persone addirittura senza la licenza media».

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Linda Di Benedetto