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(Ansa)
Politica

Milano sicura: l'agguato in pieno giorno riaccende i riflettori sui problemi della città

A preoccupare anche le moschee abusive che in questi giorni, con la fine del Ramadan, sono state prese d'assalto dai fedeli e il caso dell'imam espulso in città. Ma che sotto la Madonnina la sicurezza sia un tema caldo ora lo riconosce anche il sindaco, pronto a intervenire

Il rimbombo dei quattro spari in viale Marche è stato più di un semplice rumore di fondo nella vivace Milano. Ha rappresentato un brusco risveglio, un campanello d'allarme che ha sottolineato l'emergenza crescente della sicurezza urbana nella metropoli lombarda. L'episodio di ieri, che ha visto un individuo ferito a colpi di arma da fuoco in pieno giorno, non è solo un sintomo isolato di un problema più ampio, ma un grido d'allarme che richiede un'azione urgente e decisa in una città che ormai si è conquistata, complice anche la voce di vip e personaggi pubblici e social network, l'etichetta di "Gothan City d'Italia".

Se la vittima del vile attacco di ieri, Antonio Abbruzzese, è stato colpito alle gambe da proiettili sparati da un aggressore ancora ignoto, l'incidente ha destato timori diffusi e ha sollevato domande sull'efficacia delle misure di sicurezza esistenti.

Quello di ieri è di certo una questione isolata, Abruzzese, con precedenti penali, è stato vittima di un agguato organizzato. Ma colpi di pistola, in pieno giorno, in una città brulicante come Milano sono sintomatici di un qualcosa che non fa più paura e che anzi, è possibile sfidare.

E la dimostrazione l'abbiamo avuta oggi, con un'altra sparatoria. Questa volta avvenuta in zona Forze Armate intorno alle 14 ai danni di un ventisettenne. Come sottolinea Riccardo De Corato di Fratelli d'Italia, "A distanza di poche ore, in città, sono avvenute due sparatorie. Siamo arrivati al punto che ogni giorno se ne verifica a dimostrazione che siamo la città italiana più pericolosa d’Italia. A Milano mancavano solo i regolamenti di conto, in pieno giorno, a suon di armi da fuoco! Gabrielli, chiamato da Sala per mettere ordine in città, che fine ha fatto visto che non ha dato più segnali? Se c’è "batta un colpo" che i milanesi lo attendono da mesi. L’unica soluzione per porre fine a tutti questi atti criminali è quella di schierare i militari di “Strade Sicure”, coadiuvati da pattugliamenti e presidi di Polizia Locale, in tutti i quartieri milanesi, da quelli più centrali ai periferici, perché Polizia di Stato e Carabinieri non riescono più da sole a contrastare la crescente criminalità e delinquenza".

Ma come sottolineavamo precedentemente, è anche la percezione a giocare un forte ruolo in quella che viene vissuta come una città in cui bisogna prestare estrema attenzione. Negli ultimi tempi, diversi personaggi pubblici hanno sollevato il problema della sicurezza a Milano, evidenziando una crescente preoccupazione tra la popolazione. Tra questi vi sono nomi noti come Chiara Ferragni, Elenoire Casalegno, Flavio Briatore e Christian Vieri. A unirsi a questa schiera di figure di spicco è Massimo Boldi, celebre attore e comico milanese, che lo scorso gennaio ha espresso il suo disappunto per il peggioramento delle condizioni di sicurezza nella città, tanto da prendere la drastica decisione di lasciarla. "In effetti, la situazione della sicurezza a Milano è nettamente peggiorata rispetto al passato, soprattutto nei quartieri più svantaggiati, dove la mancanza di risorse finanziarie spinge le persone verso la criminalità. Personalmente, ho deciso di andarmene", aveva dichiarato Boldi in un'intervista con Adn Kronos. La testimonianza di Boldi, con il suo radicamento nella cultura e nella società milanese, aggiunge un ulteriore peso alle preoccupazioni crescenti riguardo alla sicurezza urbana. La sua decisione di abbandonare la città rappresenta un segnale chiaro della necessità di affrontare urgentemente il problema e di adottare misure concrete per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini.

In questo contesto, è fondamentale risollevare la questione delle minoranze etniche in città. Se con la fine del Ramadan si è tornato a discutere della necessità di chiudere definitivamente le moschee abusive, come quella di via Cavalcanti in cui ieri si sono affollati per strada centinaia di persone, fa quasi impressione l'emergere del caso dell'imam espulso dal territorio italiano per minacce alla sicurezza pubblica. Il cittadino del Bangladesh, leader di un'associazione culturale islamica di Milano, ha sollevato preoccupazioni dopo aver minacciato giornalisti e inviati televisivi. Questo evento, insieme ai suoi precedenti penali, evidenzia la necessità di un monitoraggio costante del rischio di radicalismo religioso e delle potenziali minacce alla sicurezza della comunità.

"Nel luogo di culto abusivo si sono riunite centinaia di persone per festeggiare la fine del Ramadan, in barba a qualsiasi regola e sicurezza e nonostante il Comune avesse annunciato proprio 2 mesi fa l'esproprio dello stabile", hanno dichiarato in una nota Silvia Sardone e Samuele Piscina, esponenti leghisti al Comune di Milano. "Non sono quindi state sufficienti le condanne (anche penali) subite dall’imam Abu Hanif P., primo rappresentante della Bangladesh cultural and welfare association, nel settembre 2019 per l’uso improprio dello scantinato, un magazzino accatastato C2, sito 8 metri sotto il livello del suolo al piano -2 della palazzina, senza condotti d’areazione e vie di fuga, nonché sito di fianco al locale caldaia. Il sindaco Sala non ha più scuse: la moschea di via Cavalcanti va chiusa, si tratta solo di buonsenso e rispetto della legalità, ciò che viene solitamente richiesto agli onesti cittadini".

Il sindaco Beppe Sala ha recentemente discusso il tema durante una diretta su Instagram, sottolineando l'importanza di aumentare la presenza delle forze dell'ordine sulle strade e annunciando l'assunzione di 500 nuovi vigili per rafforzare la sicurezza della città. Tuttavia, ha anche evidenziato le sfide legate alle regole d'ingaggio e alla distribuzione delle risorse, che limitano l'efficacia delle misure di sicurezza attuali. Il delegato alla sicurezza del Comune, Franco Gabrielli, ha ribadito l'importanza di rivedere e riformare le politiche e le strategie di sicurezza locale. Ha sottolineato la necessità di restituire agli agenti della polizia locale una chiara identità e competenze specifiche, al fine di garantire un intervento efficace e mirato sul territorio.

Operazioni che, oggi più che mai, richiedono una prontezza di intervento e una visione comune per la realizzare un intervento concertato e strategico per proteggere i cittadini e garantire un ambiente sicuro e tranquillo per tutti.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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