desalinizzatore
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Politica

La Catalogna investe sui desalinizzatori. Una lezione di politica che guarda al domani

Dalla Spagna una lezione che dovremmo imparare per bene, il tutto nei giorni in cui Stellantis chiede ancora soldi allo stato e l'Europa è bloccata dagli agricoltori vittime delle follie green

Nella settimana appena trascorsa la cronaca ci ha messo davanti all'evidenza di due complesse situazioni che mettono insieme economia e politica. La protesta degli allevatori partita dalla Germania si è estesa paese dopo paese al resto dell'europa per finire davanti ai palazzi della politica di Bruxelles, luogo dove, secondo gli agricoltori, sono stati commessi una serie di errori che paghiamo tutti assieme tutti i giorni.

Ma è stata anche la settimana delle parole, minacciose, dell'ad di Stellantis, Tavares, che ha chiesto all'Italia soldi (sotto forma di incentivi per l'acquisto di auto elettriche) minacciando la «bomba sociale» della chiusura di Mirafiori e Pomigliano d'Arco con relativi licenziamenti.

Che si tratti di agricoltura o di auto, soprattutto di quello che contiene i resti della gloriosa (una volta) ed italianissima FIAT le colpe della politica sono evidenti. In entrambi i casi paghiamo scarse visioni aziendali a cui sono state preferite questioni ambientali che sanno tanto di slogan ma che all'atto pratico si stanno dimostrando perdenti. Pensate ad esempio all'auto elettrica che Tavares, e non solo lui, non riescono a vendere visti i prezzi esagerati oltre alle problematiche su batterie e materie prime che costringerebbero al già debole Ue ad inchinarci a Pechino ed alla Cina.

La politica ha fatto spesso scelte sbagliate ma non solo; ha fatto scelte a rincorrere, scelte riparatorie che si dimostrano sempre molto più care e comunque sia, tardive. Non serve a nulla una politica che sistemi i guai fatti, serve una politica anche industriale che abbia la forza di scelte che anticipino i problemi.

L'esempio, banale, viene dalla Catalogna dove chi controlla la regione ha fatto una banale considerazione trovando un altrettanto banale soluzione. La siccità da quelle parti è ormai non solo un fatto episodico, rischia di essere la norma. Così i politici hanno deciso di affrontarla come tale dando il via libera al piano di costruzione di desalinizzatori con un investimento da 2 mld di euro. Nessuno si è opposto, nessun comitato del No ha alzato il ditino, nessun sindaco ha lamentato chissà quale danno per il «panorama» della costa ed altre amenità tipiche nostre. No.

Tutti hanno capito che se ora sono all'acqua razionata il futuro potrebbe essere solo che ancora più difficile. E così ecco la soluzione; certo, ci vorranno degli anni (3-4 massimo) di sacrifici ma quando gli impianti saranno a regime ecco che dai rubinetti ci sarà acqua dolce per tutti, per sempre.

Dare un miliardo a Elkann e Tavares potrebbe forse essere utile oggi, ma è la decisione sbagliata se guardiamo al domani. Che è quello che dovrebbe guidare le scelte di ogni governo.

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Andrea Soglio