Fedez
(Ansa)
Politica

La vera Italia non è quella raccontata a Sanremo

Per 5 giorni sul palco dell'Ariston è stato presentato un paese più vicino ad un regime opprimente che ad una nazione moderna. Colpa di personaggi alla ricerca solo di visibilità che vivono in un mondo a parte

Mentre l’eco delle canzoni va spegnendosi quello che resta, a volume sempre più alto, sono le polemiche politiche per tutto quanto successo al festival di Sanremo. I fatti li conoscete tutti: in prima fila ovviamente Fedez, di certo non nuovo a uscite politiche. Un conto però è farlo sui suoi social, altro invece è utilizzare il palco dell’Ariston, cioè il massimo della visibilità del servizio pubblico che, andrebbe ricordato al rapper, è di tutti, non solo di coloro che la pensano come lui. E su questo i vertici della Rai dovrebbero quantomeno fare delle riflessioni per evitare certe esagerazioni in futuro.

Ma andando oltre alle foto di viceministri strappate, agli inviti alla liberalizzazione ed al consumo della cannabis e agli atti sessuali sul palco che fanno arrabbiare la moglie c’è una cosa che non torna dopo queste 5 serate di Festival.

A sentire la parole, le dichiarazioni degli ospiti, dei cantanti e delle co-conduttrici saremmo un paese pieno di difetti e problemi. Un paese dove per le donne è difficile fare carriera (Chiara Ferragni); un paese «razzista» (Paola Egonu); un paese dove una madre spererebbe di non avere figli gay «perché avrebbero una vita difficile» (Chiara Francini); un paese dove non esistono libertà sessuali (chiedere a Rosa Chemical); un paese dove sono a rischio le sue stesse fondamenta, la Costituzione (Roberto Benigni).

Insomma, siamo in un brutto paese, soffocato da un brutale regime. E, nessuno lo dice ma quello che ne traspare in maniera silenziosa è molto chiara, ovviamente siamo un brutto paese perché siamo governati da un esecutivo di destra. Tutto questo nella settimana di due fondamentali elezioni regionali dove la sinistra parte sfavorita.

A tutti coloro che hanno evidenziato i mali ed i difetti, senza evidenziare un pregio che sia uno del Belpaese, si potrebbe ricordare che la sinistra, per cui loro tifano, per cui lavorano, per cui parteggiano, è stata al governo per molto più tempo negli ultimi 30 anni rispetto alla destra e la in Italia le cose vanno davvero così male forse la responsabilità è dei loro politici, quelli che dovrebbero difendere soprattutto quelle da sempre presentate come le loro battaglie.

La realtà, semplice, è che non è così. L’Italia non è questa.

Chiara Ferragni dovrebbe capire da sola come le donne stanno raggiungendo la parità a grandi passi; basterebbe ricordare alla Regina dei social che a Palazzo Chigi da pochi mesi per la prima volta nella storia della repubblica siede una donna. E, non è un caso, ce l’ha messa la destra, non la sinistra.

Paola Egonu dovrebbe capire da sola che in un paese razzista una ragazza di colore non salirebbe sul principale palco della tv pubblica e non sarebbe portabandiera olimpica del suo paese.

Chiara Francini dovrebbe capire che una madre, ed un padre, non fanno mai distinzioni pre parto. L’amore per il figlio o figlia sarà totale, a prescindere da tutto quello che succederà prima e dopo. L’amore di due genitori va oltre ogni paura.

Roberto Benigni capirà che il Presidenzialismo non significa portare il paese in chissà quale regime, ma solo modernizzarlo, proteggendolo dai mille giochetti della politica e rendendolo addirittura più democratico di quanto sia oggi.

Fossimo nel centrodestra eviteremmo voci grosse e proteste ufficiali contro i vertici Rai. Non cadremmo in quella che rischia di essere una trappola. Il silenzio, oggi, è la mossa migliore contro chi è alla ricerca (giocando con i diritti di tutti) solo di visibilità. Persone brave a dipingere l’Italia come un paese nelle mani di chissà quale regime ma che dovrebbero spiegarci cosa sia l’Iran, la Russia, la Cina.

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Andrea Soglio