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(Ansa)
Politica

Draghi saluta: «Non ho consigli da dare al prossimo governo»

Il premier ha parlato a Bruxelles al termine del Consiglio Europeo sull'energia

“Non do consigli al nuovo governo italiano. Il governo uscente può solo offrire la testimonianza di ciò che ha fatto. Stiamo cercando di assicurare una transizione più semplice possibile e informata". Così Mario Draghi nell'ultima conferenza stampa come primo ministro italiano, al Consiglio Europeo di ieri e oggi che aveva come focus l’energia. Il Premier che non vuole dare consigli non ha però dimenticato di sottolineare come sia necessario che in Europa ci siano Stati solidi e stabili e che “il nostro Paese per tantissimi motivi dev'essere particolarmente attento a queste instabilità. E l'Europa è fonte di stabilità”. Un monito rispetto agli ultimi avvenimenti squisitamente politici italiani che hanno visto coinvolti membri della maggioranza del nuovo governo; senza poi dimenticare di sottolineare che l’Italia deve continuare a far parte dell’Ue in modo attivo dato che l’Unione europea è fonte di “sicurezza”: “l'Italia deve essere al centro del progetto europeo, con la credibilità, l'autorevolezza e la determinazione che si addicono a un grande Paese fondatore, quale siamo stati noi. L'Unione Europea è fondamentale per la sicurezza, la stabilità, la prosperità degli Stati membri, del continente e del mondo intero", continua Draghi.

Accordo energetico Ue: accolte tutte le proposte italiane

Le decisioni prese in campo energetico durante il primo giorno di Consiglio Ue hanno soddisfatto molto Draghi che ha precisato come per ottenere il risultato finale ci è voluta molta energia e tempo, ma “(queste) conclusioni mostrano che l’Ue è unita, pronta a intervenire con misure efficaci per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese". La soddisfazione di Draghi è legata anche al fatto che il pacchetto approvato accoglie tutte le proposte portate avanti dell'Italia e altri paesi (Spagna e Grecia) nei mesi scorsi. Parliamo dunque della creazione di un corridoio per i prezzi del gas, del disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell'elettricità e della necessità di avere strumenti comuni per mitigare l'effetto dei rincari dei prezzi dell'energia su imprese e famiglie. Le decisioni del Vertice Ue in materia di energia hanno già avuto effetti sul prezzo del gas che è sceso di un altro 10% e questo secondo Draghi mostra “la bontà delle nostre proposte" che "si tradurranno presto in bollette più basse". In tema di interventi per contrastare un costo dell’energia sempre più alto il Premier uscente ha voluto sottolineare come il suo governo abbia speso circa 60 miliardi di euro per aiutare famiglie e le imprese a resistere meglio all'aumento dei prezzi. “Gli effetti sul piano dell'equità sono stati significativi: abbiamo dimezzato l'effetto dei rincari sui bilanci familiari e nel caso delle famiglie più povere l'impatto dell'inflazione è stato ridotto del 90%. Questa è la nostra agenda sociale". Agenda che non è stata particolarmente apprezzata dai destinatari che a gran voce le hanno più volte definite come una goccia in mezzo al mare. Ieri si è finalmente siglato un accordo che dovrà vedere la sua concretizzazione nei prossimi mesi grazie all’azione della Commissione Ue e di vari ministri dell’energia. Da sottolineare come la strada sia ancora in salita dato che se non si dovesse trovare un punto di incontro tra tutti i paesi membri, il Consiglio Ue dovrà riprendere da capo le contrattazioni. A conclusione del suo intervento Draghi ha anche ribadito come non si debba ripetere l'errore che “abbiamo fatto con la Russia. Il fatto di essere indifferenti, indulgenti, superficiali con la Cina. Quelli che per noi sono rapporti di affari, di concorrenza, dall'altra parte sono parte di una regia complessiva del sistema cinese e vanno trattati come tali".

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Giorgia Pacione Di Bello