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Politica

Come si sono mossi i flussi di voto

Renato Mannheimer prova a spiegare le crescite clamorose e le cadute altrettanto rumorose delle elezioni politiche di domenica scorsa

Come in ogni elezione il giorno dopo lo spoglio i risultati vanno analizzati per capire dove e come si è spostato il flusso dei voti, soprattutto dopo una consultazione come quella di domenica in cui sono successe cose clamorose. Fratelli d’Italia ad esempio si è attestato al primo posto quadruplicando il risultato delle politiche del 2018. Mentre il Movimento 5 Stelle esulta nonostante abbia perso la metà dei voti. Ma sull’esito del voto c'è stato anche un fattore che per i matematici e gli studiosi non si può ignorare: l’astensionismo da record (il più alto dei Paesi occidentali) che ha visto quasi 4 italiani su 10 non andare a votare.
Renato Mannheimer sociologo e sondaggista che da decenni fa analisi sulle elezioni ci dà la sua lettura dei dati.

«I voti di Fratelli d’Italia sono quelli della volta scorsa a cui si sono aggiunti il 40% dei voti della Lega che è stata svuotata dal partito della Meloni»

Perché chi votava Lega ha deciso di votare Fratelli d’Italia?

«Il successo di Fratelli d’Italia è dovuto alla loro posizione radicale e al fatto che sono sempre stati in opposizione. Salvini ha pagato di essere stato al Governo come ha ammesso lui stesso. Il risultato ottenuto dalla Meloni è stato anche favorito dall’attrazione che hanno gli italiani verso i nuovi leader. Lo abbiamo visto con Berlusconi, Bossi, Renzi e Salvini».

Ma la Meloni non è un leader nuovo..

«No, ma ha cambiato linguaggio e si e atteggiata a nuovo leader. La Meloni ha puntato tutto sull’elemento novitàed ha sfruttato a suo vantaggio l’opposizione fatta nel Governo che le ha dato davanti agli occhi degli italiani credibilità e coerenza. Ma non dimentichiamoci che l’amore degli italiani verso i nuovi leader passa presto».

Dove sono finiti i voti Lega?

«Come dicevamo una parte sono andati alla Meloni, gli altri si sono spostati verso il centro con i moderati e quelli rimasti sono finiti sono nell’astensionismo, perché Salvini non piace più. Lo spostamento verso il centro potrebbe comportare in futuro una crescita di Forza Italia che ha attenuto un buon risultato. Infatti i voti presi dal partito di Berlusconi dimostrano una crescita del centro oltre che c’è ancora dell’affetto intorno alla figura del Cavaliere.Anche Calenda con il Terzo Polo ha fatto emergere l’interesse degli italiani per il centro. Sicuro poteva andare meglio per il duo Calenda-Renzi ma hanno comunque ottenuto una buona percentuale».

Cosa è successo al centro sinistra?

«Il Pd deve scegliere cosa fare da grande perché hanno una metà del loro elettorato legata ai 5 stelle che ha mostrato in queste elezioni un’immagine radicale e di sinistra, mentre l’altra parte è spostata verso il centro. Lo sbaglio di Enrico Letta è stato quello di provare a tenere insieme entrambe ed ha perso parte dei voti che sono andati ai 5 Stelle, a Calenda e all’astensione».

Come hanno votato i giovani?

«Molti non hanno votato. Infatti la quota di astensionismo tra i giovani è molto elevata perché si sono sentiti estranei e non interessati alla politica. Anzi forse è la più alta perché non si sentono rappresentati. I giovani ritengono che la politica non fa niente per loro, non risponde alle loro esigenze e così essendo un contesto di cui non si sentono parte, non hanno votato. È stato inutile infatti cercare di coinvolgerli con Tik Tok perché i partiti non hanno usato il loro linguaggio».

Cosa può dirci del dato dell’astensionismo?

«Il dato Italiano dell’astensione è il più elevato dei Paesi occidentali e nelle forze politiche dovrebbe destare allarme oltre che la preoccupazione di riportare i cittadini a votare. Ma purtroppo questo non accade, passate le elezioni non ci pensa più nessuno anche se ne hanno patito tutti i partiti e l’astensionismo cresce».

Come analizza i voti del Movimento 5 stelle?

«Più che dei 5 Stelle, parliamo del partito di Conte che è riuscito a reinventare una sinistra radicale e meridionale, ha cambiato tutto dal logo alla comunicazione promettendo ai cittadini soluzioni ai loro problemi dall’oggi al domani. Ma alla fine é quello che fanno oggi tutti i partiti proponendo l’offerta del momento adattata al contesto, non ci sono più visioni a lungo termine. D’altronde è un modo di fare politica in linea con il pensiero degli italiani che hanno dimostrato di non essere mai soddisfati e di non sentirsi parte di nessuno partito, cambiano sempre. Infatti sarà interessante vedere quanto durerà l’innamoramento verso la Meloni».

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Linda Di Benedetto