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Paralimpiadi, l'Italia si tuffa sull'oro

A Tokyo la spedizione azzurra parte facendo incetta di medaglie. Dopo i 40 podi dei Giochi, ancora gloria nell'estate da sogno del nostro sport

Come se non ci fosse stata nessuna interruzione. Due settimane dopo, lo stesso copione con l'inno di Mameli a suonare nella piscina di Tokyo e la bandiera tricolore issata in alto. Due medaglie d'oro, un argento e due bronzi: meglio di così era impossibile cominciare la 16° Paralimpiade della storia, la più difficile per quello che Tokyo e gli atleti hanno dovuto affrontare prima di arrivare al momento dell'accensione del braciere. Si nuota, si corre e si fanno tutte le discipline nonostante il Covid: un successo impensabile solo qualche mese fa, quando l'esistenza stessa delle Olimpiadi giapponesi era messa in forte discussione dagli stessi organizzatori, oltre che avversata dalla maggioranza della popolazione nipponica.

L'Italia continua a vivere nella sua bolla da sogno. E' un'estate fantastica, forse la migliore della nostra vita: dall'Europeo a Londra alle 40 medaglie di Tokyo impreziosite da alcune perle, fino ad arrivare a questa spedizione paralimpica che promette bene e che nei numeri è già da record. Sembrava impossibile arrivare fino alla capitale del Giappone e invece lo sport azzurro lo ha fatto con 115 atleti come mai in precedenza. E con un ruolo guida come movimento. Siamo ripartiti da dove ci eravamo fermati e la prima giornata di gare e di finali lo ha confermato.

NUOTO, PRONTI VIA E... CINQUE MEDAGLIE

Segnatevi i nomi, perché alla grande platea possono essere sconosciuti: Francesco Boacciardo e Carlotta Gilli. Lui ha conquistato la medaglia d'oro nei 200 stile libero categoria S5, lei nei 100 metri farfalla in cui la compagna Alessia Berra ha chiuso al secondo posto. E poi Francesco Bettella e Monica Boggioni, bronzo rispettivamente nei 100 dorso e 200 stile libero.

Podi pieni di significato, ciascuno con la sua storia ma accumunati dall'immensa fatica compiuta per arrivare a Tokyo attraversando i mesi del Covid, il lockdown che ha colpito duro tutti rendendo quasi impossibile prepararsi con continuità, lo scetticismo che tradizionalmente continua ad accompagnare l'attività di un movimento che cresce e che non è più legato all'exploit dei suoi nomi eccellenti come in passato.

L'Italia paralimpica si è presentata a Tokyo con le carte in regola per confermarsi nella Top10 mondiale come a Rio de Janeiro nel 2016, con 39 medaglie complessive e 10 d'oro. Un bottino singolarmente molto simile a quello della nostra spedizione olimpica di luglio (40 podi e 10 vittorie) e se il buon giorno si vede dal mattino chissà che non ci sia qualcosa più della speranza di stabilire un record non solo statistico.

Il peso delle vittorie della prima giornata lo di comprende anche seguendo il filo di quanto accade ai nostri atleti di punta. Nella cerimonia inaugurale gli azzurri hanno avuto due portabandiera: Bebe Vio, che ha annunciato che non disputerà il torneo di sciabola dedicandosi solo al fioretto (dopo le gare la spiegazione dei motivi) e Federico Morlacchi, la cui ultima Paralimpiade prima di arrendersi ai problemi alla schiena ha lasciato in eredità un settimo posto dal retrogusto amaro.

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Giovanni Capuano