trucco MIlano fashion week
(Ansa)
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«Mi hanno offerto un lavoro alla Milano Fashion Week in cambio di like e tag»

Il racconto di una truccatrice il cui compenso, per il suo operato, non prevedeva denaro ma solo attività social

«Mi è stato proposto di vanire a MIlano, durante la Fashion Week, per truccare una cantante. Il compenso? Niente soldi ma tag e like sui miei social». Nel mondo dorato della moda che a Milano celebra in questi giorni una delle settimane cult e di maggiore successo ecco l'ultima frontiera del «compenso»: niente soldi ma qualche bel Mi Piace.

È quanto accaduto a Giulia Schiavoni, make-up artist che ha avuto per prima cosa il coraggio di dire di no e poi, soprattutto, di raccontare a tutti, via social, quanto le è stato proposto (ed ovviamente non solo a lei). Il caso infatti non è per nulla isolato; dietro alle luci della ribalta e alle immagini glamour si nasconde spesso una realtà poco conosciuta e spesso ignorata come lo sfruttamento dei truccatori professionisti. Il problema principale risiede nel fatto che molti individui e aziende sembrano credere che la visibilità sui social media sia sufficiente a compensare il lavoro svolto e propongono la formula TF (Time For) che prevede una collaborazione professionale senza compenso in denaro, dove fotografi, modelle, make-up artist e altri professionisti offrono i propri servizi gratuitamente per ottenere foto per il proprio portfolio.

Ma i "likes" ed i commenti non pagano le bollette. Dietro ogni pennello e ogni ombretto c'è una professionista come Giulia che ha dedicato tempo, denaro e passione per perfezionare le proprie abilità.

Cosa può dirci della sua esperienza riportata sui social?
«Sono iscritta a un gruppo di Telegram in cui truccatori, hairstylist, fotografi e modelle pubblicano annunci di lavoro, collaborazioni in TF per eventi e workshop ed altro. Qualche giorno fa, una ragazza ha scritto un messaggio nella sezione "Annunci di lavoro" in cui richiedeva la presenza di Make-up Artist per la Milano Fashion Week. L'ho contattata, ovviamente, senza esitazione, spiegandole il fatto che io fossi di Roma e chiedendole se questo sarebbe stato un problema. Lei mi ha risposto di no, e mi ha girato un numero di un'altra ragazza per avere maggiori informazioni».

Cosa le ha proposto l’altra ragazza?

«Alla mia richiesta di informazioni, mi ha risposto su whatsapp con questo messaggio: "Noi proponiamo una collaborazione scambio merce; sono sei giorni di lavoro, un'ora di makeup al giorno, per nome della cantante, la quale posterà i look taggandoti e tu potrai repostare, fare le Instagram stories, taggandola." Così le ho chiesto se, alla fine del lavoro, avrei potuto tenere le foto per inserirle nel portfolio e mi ha risposto di sì, ma che non avrei potuto pubblicarle su Instagram».

Cosa ha risposto?

«Ho rifiutato perché, come spesso mi è accaduto, si cercava di fare leva sulle mie aspirazioni e sui miei sogni. Sarei dovuta partire da Roma con la mia valigia personale per una settimana, più altre due o tre borse che uso abitualmente quando vado a truccare. In pratica se avessi accettato, mi sarei dovuta pagare l'albergo per cinque notti, insieme a vitto e alloggio, utilizzare i miei prodotti e pagare i mezzi pubblici per arrivare sul posto. Tutto questo senza essere retribuita, anzi ci avrei rimesso tempo, sforzo fisico e mentale, soldi e prodotti, senza neanche poter pubblicare la foto di un mio lavoro sul mio profilo Instagram @giuschi_muafx.»

Da quanto tempo fa questo lavoro?

«Ho iniziato l'Accademia a Gennaio 2019 e a Febbraio dello stesso anno c'è stata la pandemia, perciò non ho potuto iniziare a truccare prima di metà 2020, inizio 2021. In Accademia truccavamo noi stesse e non era permesso fare servizi fotografici (a causa delle restrizioni per il Covid); in pratica sono uscita dall'accademia con una formazione a metà e zero foto nel portfolio. Già nel periodo in cui eravamo chiusi dentro casa, ho iniziato a cercare fotografi e modelle emergenti per scattare in TF e per aiutarci a vicenda. Ho iniziato a truccare, sempre a titolo gratuito. Posso dire di aver fatto molta esperienza».

È capitato anche alle sue colleghe?

«Lei mi ha trovato con un post su Threads in cui mi lamentavo dell'episodio della Milano Fashion Week; tantissime ragazze mi hanno riportato le loro esperienze, lei dico quelle più assurde:Una truccatrice mi ha scritto: "Spot per la pubblicità: ore infinite per registrare e mi hanno pure chiesto di attaccare le extension alla modella, farle la piega e aiutarla con i cambi d'abito. Il tutto, non retribuito." Un’altra:"Mi hanno chiamata dicendo che c'era un evento nella mia regione e che cercavano truccatori, mi sembrava una buona occasione. Peccato che avrei dovuto pagare per partecipare, qualcosa come 2.000 euro, dopo aver già speso un sacco per la formazione." E ancora: "Ho avuto esperienze simili e sono tanto amareggiata! Tanti soldi investiti sul materiale per poi essere 'ripagati' con dei tag su Instagram! Spesso la gente dimentica la differenza che c'è tra il fare 'gavetta' e l'essere sfruttati!" E infine: “Ho una mia amica Make-up Artist che fa tutti lavori in TF perché, se decidesse di stabilire un prezzo, non verrebbe più chiamata nonostante abbia un giro e un gran portfolio per avere solo 25 anni, viene chiamata all'ultimo minuto senza nemmeno il rimborso spese”.Come verde in base alle esperienze che le ho riportato avviene, spesso di non essere retribuite e non è giusto. L'accademia (almeno la mia) ci consiglia di farci conoscere, appunto lavorando gratis, ma non ci dice che questa 'gavetta' non finirà mai».

Cosa consiglia ai suoi colleghi?

«Non accettate lavori in TF a meno che non sia un progetto condiviso e siete tutti d'accordo. Ripeto, anche io l'ho fatto, e continuo a farlo, perché nel tempo sono nate delle amicizie da questo lavoro, ma lo faccio perché lo vedo più come un modo per stare insieme piuttosto che ottenere del materiale in cambio. Fin quando ci saranno persone che accettano di lavorare in TF, ci saranno persone che lo proporranno. Datevi un valore e non permettete a nessuno di farvi credere che non siete all'altezza, che non siete abbastanza bravi o che non avete abbastanza foto nel portfolio. Datevi un prezzo, seppur minimo, di rimborso spese. Aggiornatevi, non per compiacere gli altri, ma solo ed unicamente per voi stessi».

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Linda Di Benedetto