Naufragio degli immigrati: perché può servire l'embargo verso la Libia
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Naufragio degli immigrati: perché può servire l'embargo verso la Libia

È necessario tagliare il flusso di denaro al Paese fino alla fine delle partenze. Le parole, davanti a 900 morti, non contano se non si prendono decisioni

Basta parole. Qui ci vuole un governo che prenda decisioni. Finora, Renzi ha deluso chi si aspettava da lui scelte di governo, fatti e non parole. In conferenza stampa, a chi invoca il blocco navale oppone fumose, contorte esplicazioni burocratico-giuridiche e la richiesta di un Consiglio europeo straordinario. Peccato che il mantra del "non lasciateci soli" sia ormai trito e ritrito. Sembra ignorare, Renzi, che a capo della diplomazia europea c’è Federica Mogherini, un’italiana, una sua creatura. Ma finora, da Bruxelles, abbiamo sentito invocazioni, dichiarazioni di principio, bla bla, auspici, e visto briciole (neanche 3 milioni di euro al mese) per l’operazione “Triton” di controllo delle frontiere marittime.

Qui, invece, c’è urgente necessità di un blocco navale vero, che impedisca ai migranti di mettersi in mare. C’è bisogno di distruggere i barconi degli scafisti nei porti libici. E bisognerebbe attuare un embargo per costringere i capibanda libici a intervenire sui trafficanti di uomini se vogliono tornare a incassare il prezzo del petrolio. Oggi la Banca centrale libica distribuisce i proventi.


Nessuno ha interesse a interrompere la guerra civile. E nessuno si sente responsabile per quelle barche che pur salpano dalle coste libiche. Noi dobbiamo assegnare a chi comanda in Libia (perché c’è chi comanda, seppure in uno scenario frammentato) la responsabilità (e l’interesse) di unirsi contro gli sciacalli dei boat people. Noi dobbiamo tagliare il flusso di denaro ai capi libici e dire che lo riapriremo soltanto quando finiranno le partenze “organizzate” di migranti.

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Il cordoglio è poco, le parole sono niente, la tragedia è immane. È poco, il cordoglio, se non impone decisioni che andavano prese almeno un anno fa. Le parole sono lo zero assoluto e quanto più sono belle, tanto più bisogna diffidarne. Quasi mille morti, la tragedia più grande di sempre, il doppio di quella che portò all’istituzione di "Mare Nostrum", dovrebbero annullare la retorica, tacitare chiunque.

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Davanti all’esodo dal Nord Africa che riparte con l’avvicinarsi dell’estate, l’approccio emotivo e il buonismo sono follie. Sono la vera demagogia. Il blocco navale può essere umanitario.

Non dobbiamo commettere l’errore delle centinaia di sventurati che per salvarsi, spinti dal panico, si sono riversati tutti insieme su un lato della barca facendola rovesciare. Noi dobbiamo ragionare con “cinismo”, con freddezza. Nulla è più insidioso e più falso del “boldrinismo”, la filosofia della presidente della Camera che parla di migranti modello del futuro e barconi vettori di stili di vita. Nulla è più cinico dell’ideologia buonista applicata alla politica sull’immigrazione. Le parole della Boldrini e di altri sulla necessità di spalancare le braccia ai nuovi arrivati hanno di fatto incoraggiato lo sporco lavoro dei criminali.
E l’Europa deve svegliarsi.

L’operazione della UE "Triton" per il controllo delle coste ha sostituito "Mare Nostrum", ma ha scopi diversi dal soccorso (per quanto non escluda operazioni di salvataggio e obbedisca alla legge del mare che impone il soccorso).

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"Triton" resta l’unica missione europea di pattugliamento delle coste e contrasto al traffico di migranti e l’Europa non riesce a finanziarla con più di 2,9 milioni il mese. Questa sì, è una vergogna e una prova di abissale miopia.

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Bando ai cordogli, quindi, bando alle espressioni buoniste, alle prediche e ai sarcasmi da Camera (come quello che ha indotto la Boldrini a sostenere che sul barcone dei cristiani uccisi e annegati non può esser mica nata “una disputa teologica”!). Urgono decisioni militari che da un lato impediscano le traversate, dall’altro proteggano i nostri confini e la nostra sicurezza.
O aspettiamo di stracciarci le vesti alla prossima tragedia o quando l’Isis, che sulle coste libiche ha capisaldi avanzati, avrà scatenato gli annunciati attacchi a mercantili e pescherecci?

 

ANSA/GUARDIA DI FINANZA
Un fermo immagine contenuto in un video diffuso dalla Guardia di Finanza relativo ai soccorsi in corso nel Canale di Sicilia, 19 aprile 2015.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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