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«Io, medico militare e gettonista fuori orario da 20mila euro al mese»

La mancanza di organico nelle strutture pubbliche e la mala gestione dei medici a gettone porta a storie come quella che ci racconta questo alto graduato e medico dell'esercito

I problemi della sanità italiana sono sotto gli occhi di tutti: liste di attesa di mesi, pronto soccorso al collasso, carenza di organico e stipendi non all'altezza. Ma c'è, in maniera del tutto lecita, chi riesce a trarre enormi vantaggi da tutta questa situazione.

Nell’immaginario collettivo, la figura del medico militare è spesso associata esclusivamente al suo ruolo all’interno del comparto militare. In realtà, una volta terminato il servizio, il medico militare può svolgere la sua professione in ambito privato, guadagnando oltre al suo stipendio da graduato e dipendente statale, anche 20.000 euro al mese lordi aggiuntivi. La Difesa offre la possibilità ai medici di lavorare sia nella sanità pubblica che privata, da medici gettonisti, eseguendo interventi chirurgici e persino effettuando visite per il rinnovo della patente. Una libertà che non è estesa agli infermieri militari, ai quali è vietato svolgere attività privata all’esterno.

Un medico del Celio, che ha preferito mantenere l’anonimato per evitare provvedimenti disciplinari, ha condiviso la sua esperienza, affermando di aver svolto attività privata per anni, tra interventi chirurgici e turni in ospedale fuori dalla sanità militare.

«Sono un medico del Celio ho svolto per anni attività privata come molti dei miei colleghi, facendo interventi chirurgici e turni in ospedale è faticoso ma si arriva anche a portare a casa 20mila euro al mese».

Chi può esercitare la libera professione?

«Tutti i medici militari che hanno gradi che vanno dal Tenente al Generale, finito il loro turno, possono esercitare la professione dove vogliono. Ci sono colleghi che hanno uno studio, altri affittano sale operatorie facendo interventi chirurgici pagati molto bene nelle cliniche private (ma devi conoscere) e chi fa le visite mediche nelle scuole guida. Così, oltre al nostro stipendio che parte da una base di 1600 euro (grado di tenente) fino a 6-7mila (generale) e dall’indennità operativa (circa 800 euro), si può arrivare anche a guadagnare 15-20mila euro al mese lordi. Discorso che non vale per gli infermieri militari, che non possono esercitare all’esterno, ma in molti lo fanno lo stesso incrociando le dita di non venire beccati».

Qual è il regime fiscale?

«Siamo a partita IVA e metà dei guadagni va allo Stato ma ti restano un bel po di soldi che vanno ad aggiungersi allo stipendio che ci da la Difesa. È denaro però che non ripaga il tempo sottratto alla famiglia e la grande responsabilità che ci assumiamo anche all’esterno. Vede, noi medici militari non abbiamo la stessa mole di lavoro di un ospedale civile, quindi a volte impariamo la professione non all’interno del circuito militare ma fuori perché molti di noi sono inesperti e questo ci mette addosso un carico di responsabilità non indifferente.Mentre la nostra esperienza da militari e medici è grande quando si tratta invece di lavorare in condizioni estreme nei teatri di guerra a breve, infatti, il ministro Crosetto aprirà all’estero due ospedali da campo in cui impiegarci».

Cosa può dirci dei medici delle scuole guida?

«Solitamente vengono pagati 20-25 euro a visita che dura al massimo 5 minuti. Più è breve la visita, più si ha la possibilità di guadagnare. Infatti, ci sono stati molti controlli su questo, perché alcuni medici, solitamente, oltre le firme e la visita oculistica, non hanno fatto altro, saltando l’esame audiometrico che è fondamentale, soprattutto per il rinnovo della patente».
La sua sembra un’accusa sulla gestione della libera professione fuori dall’ambito militare..
«In realtà, non c’è nessuna gestione, ognuno, a parte gli infermieri esclusi, fa come vuole, ed in un comparto inquadrato come il nostro la cosa sorprende».

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Linda Di Benedetto