I dossier sul tavolo di Federica Mogherini
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I dossier sul tavolo di Federica Mogherini

Ucraina, Libia, Isis, marò: sono solo alcuni dei compiti che attendono la nuova signora Pesc. Che rischia di rimanere stritolata fra i due presidenti, entrambi popolari, e la potente macchina burocratica di Bruxelles

 

Un’impresa complicata. Madame Mogherini, la neo-designata Lady Pesc, dovrà conquistarsi di qui a novembre, quando si insedierà a Bruxelles, la fiducia e la stima dei partner. La sua prima uscita è stata un avvertimento alla Russia di Putin, messa di fronte alle proprie inadempienze rispetto agli impegni presi sull’Ucraina. Un modo per gettarsi alle spalle le polemiche sulla sua presunta arrendevolezza nei confronti dello Zar.

Comunque, Federica Mogherini dovrà impersonare almeno tre ruoli, fare tre parti “in commedia”. La prima come volto e voce della UE, la seconda come rappresentante dell’Italia, la terza come membro della famiglia dei socialisti europei. Lei assicura che svolgerà tutti e tre i ruoli fino in fondo.

Ma rischia di essere stritolata fra i due presidenti, entrambi “popolari”, e la potente macchina burocratica di Bruxelles. Jean-Claude Juncker presiede la Commissione, Donald Tusk il Consiglio. Entrambi sono vicini a Angela Merkel. Di Tusk si è detto perfino che era un lontano parente (non parla inglese ma tedesco). La Mogherini sarà “d’ufficio” il  numero 2 sia nel Consiglio sia nella Commissione, interverrà sulle questioni economiche: austerità e/o crescita? Di qui il riferimento che ha voluto sottolineare nel suo pubblico esordio al “lavoro” (accanto alla “pace alle frontiere della UE”). Attorno avrà la ragnatela dell’alta burocrazia UE dove britannici, francesi, tedeschi sono dei gran marpioni che sanno bene come muoversi, in modo felpato ma implacabile. E dovrà guidare la rete di “ambasciatori dell’Europa” che finora all’Italia ha riservato gli strapuntini. Unica sede di rilievo la Turchia, a Stefano Manservisi ex capo di gabinetto di Prodi e Monti in Commissione.

Ma quali sono i principali dossier sulla scrivania di Lady Pesc?

Ucraina. È il dossier sul quale è stata più attaccata. I paesi dell’Est Europa l’avevano dipinta come cedevole con la Russia di Putin, per essere andata a Mosca a incontrarlo. Lei ha avuto gioco facile a ricordare che era stata a Kiev prima che a Mosca. Il tema è : cosa fare col protagonismo muscolare della Russia che opera con uomini e mezzi militari in territorio ucraino (e tuttavia non rompere definitivamente con un mercato per noi essenziale?). Se la Gran Bretagna di Cameron non esclude l’intervento di unità speciali contro i ribelli filo-russi, più cauta è la posizione dell’Italia e della stessa Germania, attente alla difesa di interessi economici interconnessi (come conferma la battuta d’arresto dell’economia tedesca in conseguenza dei nuovi muri). Corollario tutt’altro che secondario è la sfida sui corridoi energetici da costruire o completare, per bypassare Kiev o no.

Libia.La Mogherini ha più volte sottolineato l’importanza che merita il Mediterraneo. Ma la Libia è spezzata in tre, precipitata in una guerra civile che vede contrapposti gli islamisti di Misurata “conquistatori” di Tripoli, il Califfato di Bengasi gemello dell’Isis iracheno, e i laici fuggiti a Tobruk. Due i Parlamenti, due i premier. E caccia stranieri (forse degli Emirati Arabi Uniti col supporto logistico delle basi egiziane, anche se EAU e Egitto smentiscono) gli islamisti direttamente a Tripoli. Sul tappeto c’è un possibile intervento internazionale sotto egida Onu. Non solo l’Europa, ma principalmente l’Italia ha interessi strategici in Libia. Per ragioni storiche, geografiche, economiche.

Medio Oriente. L’avanzata dei tagliagole islamisti dell’Isis in Siria e Iraq rappresenta oggi un’emergenza globale. Obama confessa di non avere una strategia, sembra orientato a favorire una missione araba votata dall’ONU. L’indecisionismo americano dà all’Europa una responsabilità in più. E c’è da difendere i cristiani (e non solo) dal genocidio in atto. Sullo sfondo, il conflitto israelo-palestinese e il dopoguerra a Gaza.

Afghanistan. Se ne parla poco, ma il tema è presente e urgente. Come in Iraq, è previsto il disimpegno americano (gli italiani dovrebbero restare come addestratori). Ma la situazione è tutt’altro che pacificata e i talebani sono pronti, come l’Isis in Iraq, a riprendere l’iniziativa. La nuova Lady Pesc è stata in Afghanistan e “ci ha lasciato il cuore”. Se c’è un paese che l’ha toccata è quello. 

Stati Uniti, India, Marò. Si parla poco del negoziato di libero scambio con gli USA. Ma è un tema di sostanza, con diversi nodi insoluti. Analogo negoziato corre con l’India. Qui s’innesca il tema dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da quasi tre anni in attesa di processo in India.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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