Gli USA fuori dall'ONU? I repubblicani presentano un disegno di legge
Ansa Riccardo Chioni
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Gli USA fuori dall'ONU? I repubblicani presentano un disegno di legge

La proposta è stata depositata il 3 gennaio alla Commissione Esteri della Camera, in conformità con il motto “America First”

Per Lookout news

Una proposta di legge repubblicana depositata alla Commissione Affari Esteri della Camera lo scorso 3 gennaio 2017 è stranamente passata sotto silenzio dei media americani, nonostante il suo contenuto abbia del clamoroso. Il disegno di legge è stato presentato dal deputato repubblicano Mike Rogers, e chiede che gli Stati Uniti ritirino la propria adesione alle Nazioni Unite.

La proposta choc fa il pari con un precedente disegno di legge del Grand Old Party che chiedeva al Congresso degli Stati Uniti di tagliare i ​​finanziamenti per l’organizzazione sovranazionale che ha sede al Palazzo di Vetro di New York. La questione è tutt’altro che accademica e accompagna le dichiarazioni al vetriolo del premier israeliano Benjamin Netanyahu che – in seguito alla Risoluzione 2334 ONU di condanna agli insediamenti israeliani in Cisgiordania – ha annunciato che “Israele taglierà i fondi destinati alle Nazioni Unite”.

 Quanto alla bozza di Mike Rogers, dal titolo evocativo “Atto per la restaurazione della sovranità americana del 2017”, essa propone che l’organismo internazionale sposti la propria sede da New York e che gli Stati Uniti cessino dalla partecipazione a tutte le agenzie afferenti le Nazioni Unite, a cominciare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.


Provocazione o legge seria?
La provocazione di Rogers e di non pochi altri repubblicani di spicco, esprime con chiarezza un’idea che si sta facendo largo anche fuori dal partito repubblicano, soprattutto da quando Donald Trump è diventato presidente. Quest’idea è che il denaro dei contribuenti degli Stati Uniti non dovrebbe andare a un’organizzazione sovranazionale che grava sulle casse dello stato, senza però favorire gli interessi nazionali.


Ciò riflette sin troppo bene il Trump-pensiero, come del resto lo stesso presidente ha avuto modo in più occasioni di esplicitare. Specie quando ha fatto riferimento alla NATO, a proposito della quale Trump ha dichiarato: “È un’istituzione obsoleta, che costa troppo all’America”. Più chiaro di così. Le parole del presidente devono essere lette anche come un appoggio indiretto a Israele, paese sempre più isolato nel consesso internazionale e quanto mai ansioso di riallacciare gli ottimi uffici che, sino alla presidenza Obama, aveva sempre avuto presso Washington D.C. In proposito, in uno dei suoi ultimi tweet, Donald Trump scriveva: “Quanto alle Nazioni Unite, le cose cambieranno dopo il 20 gennaio”. E, a quanto pare, c’è da credergli.


Il neo-presidente non intende probabilmente distruggere l’Alleanza Atlantica, né tantomeno sfilarsi dalle Nazioni Unite. Tuttavia, da buon imprenditore è abituato a contrattare, e sa fin troppo bene che per scucire un “miglior prezzo” la deve sparare grossa. Così, mentre da un lato punta a negoziare con entrambe, dall’altro spera che così facendo si riesca a rendere più efficienti due apparati burocratici che, senz’ombra di dubbio, hanno dei costi spropositati (soprattutto se paragonati ai risultati ottenuti). Inoltre, la mossa servirebbe a farli meglio digerire ai suoi elettori americani, stufi di essere tassati per mantenere organi nei quali non si riconoscono neanche lontanamente. In una parola, questo disegno di legge è figlio del concetto trumpiano di “America first”.

American Sovereignty Restoration Act of 2017
Ecco il testo tradotto della proposta Rogers:

 

Questo disegno di legge abroga l’Atto di Partecipazione alle Nazioni Unite del 1945 e le altre leggi ad esso specificatamente collegate.


Il disegno di legge prevede che: (1) il Presidente sospenda l’adesione degli Stati Uniti alle Nazioni Unite (U.N.), compresi tutti gli organi, agenzie specializzate, commissioni o altri organismi formalmente affiliati; (2) il ritiro della Delegazione degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite.
Il disegno di legge vieta: (1) l’autorizzazione di fondi stanziati dagli Stati Uniti o contributi volontari alle Nazioni Unite, (2) l’autorizzazione di fondi per qualsiasi contributo degli Stati Uniti a operazioni militari o di peacekeeping delle Nazioni Unite, (3) il versamento di fondi per sostenere la partecipazione delle Forze Armate degli Stati Uniti come parte di operazioni militari o di peacekeeping delle Nazioni Unite, (4) alle Forze Armate degli Stati Uniti di servire sotto il comando delle Nazioni Unite, e (5) l’immunità diplomatica per funzionari o dipendenti delle Nazioni Unite.

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Luciano Tirinnanzi