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Il 2024 non sarà l'anno della Ferrari

Troppo ampio il divario dalla Red Bull per sperare nel ribaltone. Ecco cosa ci attende da marzo, la pagella di Leclerc, Sainz e Vasseur con il contributo dell'esperienza di Leo Turrini

Abbandonate ogni speranza, voi che entrate. E che vi accingete all'inverno del letargo dei motori nella convinzione, mal riposta, di potervi risvegliare a marzo con una Ferrari competitiva e con un Mondiale di Formula Uno appassionante e combattuto. Lo dice la logica e lo conferma Leo Turrini, decano dei giornalisti italiani che si occupano delle quattro ruote, in libreria con la nuova edizione del libro "Ferrari, un eroe italiano" dedicata ad Enzo Ferrari che male avrebbe sopportato questa era del Cavallino.

Poche speranze ripartendo dal secondo posto nella classifica costruttori scivolato via in extremis ad Abu Dhabi, ultima delusione di una stagione con pochi chiari e molti scuri a Maranello.

Leo qual è il voto alla stagione della Ferrari?

"Sinceramente non credo possa andare oltre la sufficienza di stima. Venivamo da un 2022 molto discutibile ma nel quale aveva vinto 4 gran premi e altri li aveva persi per disavventure ai box o affidabilità e nel 2023 ha vinto solo una corsa a Singapore con Sainz. Le pole sono calate, in termini numerici c'è stato un regresso e una delusione molto forte perché prima che iniziasse il campionato le aspettative erano diverse".

Anche dentro la Ferrari, non solo fuori

"Vorrei citare l'amministratore delegato, peraltro bravissimo per gli utili che produce. Benedetto Vigna alla presentazione della SF-23 ha detto "Abbiamo costruito la formula uno più veloce di sempre" ed evidentemente aveva preso un abbaglio".

Ci sono state due Ferrari diverse nel corso della stagione?

"Dopo la disillusione iniziale, quando la Ferrari era la quarta o quinta forza del campionato, nella seconda parte si è visto un timido progresso, sono tornate le pole e avrebbero meritato di finire secondi nella classifica costruttori. Fermo restando che, come diceva il Vecchio, il secondo è il primo dei perdenti".

La pagella di Leclerc?

"Riconosco di essere di parte, ma per me lui incarna l'emozione dei ferraristi. Non ha vinto neanche una gara, però le rare volte che hai avuto modo di entusiasmarti per la Rossa è stato il sabato e lui ha fatto 5 pole position, ha avuto delle sfighe inaudite. Per le Leclerc è emozione è gli darei un 7,5 pieno".

Sainz ha finito con la faccia di chi pensava di aver ribaltato le gerarchie e invece...

"E' mancato nel finale di stagione ed è finito dietro al compagno di scuderia. Entrambi ci tenevano moltissimo anche se da fuori può sembrare insignificante perché tra 2021 e 2022 erano pari. A Sainz, però, scrivo lo stesso voto di Leclerc perché non si può dimenticare che l'unico successo è stato suo e che a Singapore ha dimostrato un'intelligenza tattica fuori dal comune in un finale gestito tenendosi dietro chi lo inseguiva per lasciargli la possibilità di usare il Drs".

Resteranno?

"Io so che rinnoveranno tutti e due, non so con quale scadenza. Hanno bisogno di avere una macchina che fin qui non hanno avuto".

Quindi il problema sta nel manico: scuderia e chi la dirige?

"Il problema è che il progetto tecnico della SF-23 si è rivelato un flop ed è stato chiaro da subito. Era stato confezionato da Binotto e per questo credo che il giudizio su Vasseur vada sospeso. E' stato come un allenatore di calcio che subentra ed eredita una squadra costruita ed allenata da un altro...".

Il 5 in pagella lo diamo a Mattia Binotto alla memoria?

"Lui potrebbe difendersi dicendo che se fosse rimasto avrebbe saputo dove mettere le mani per correggere i limiti. Certamente non ha lasciato un'eredità positiva a Vasseur che è arrivato a gennaio quando tutto era fatto. Sarebbe ingeneroso valutarlo, ma per lui sarà determinante il 2024; dovrà dimostrare di essere capace di modificare e migliorare la realtà organizzativa della Ferrari".

Il pezzo di intitola: il 2024 non sarà l'anno della Ferrari

"Penso sia un'ipotesi ragionevole. Le regole tecniche restano uguali e quest'anno hai avuto un campionato in cui la Red Bull ha vinto 21 gran premi su 22 di cui 19 con lo stesso pilota, immaginare una rivoluzione è difficile. E' come con la Williams del 1992 o la McLaren del 1988; l'anno successivo hanno vinto meno gare, ma rovesciare la realtà in meno di tre mesi è impossibile e non solo per la Ferrari".

Cosa possiamo sperare di vedere da marzo?

"Che ci sia una competizione, mancata quest'anno. La Ferrari è messa come la Mercedes che ha fatto zero vittorie come mai successo da quando c'è l'ibrido in Formula Uno. Dobbiamo aspettarci che siano da subito più vicine alla Red Bull".

Non è una bella prospettiva per gli appassionati

"La Formula Uno consente sempre la possibilità non di ribaltare ma, lavorando, di avvicinarsi e rendere più credibile il confronto. La vedo dura pensare di battere Verstappen e la Red Bull, ma prendo Hamilton come esempio: non è uno che continua a correre per arrivare terzo nel Mondiale, se prosegue è perché pensa che tra quattro mesi Mercedes gli darà una macchina per giocarsela. Non è facile ma bisogna provarci".

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Giovanni Capuano