Expò 2015: la sicurezza è a rischio?
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Expò 2015: la sicurezza è a rischio?

In Italia saranno chiusi 261 presidi della Polizia di Stato e in particolare 'spariranno' gli uffici della polizia postale. Le perplessità del Siap sulla sicurezza per l'evento di Milano

È a rischio oppure no, la sicurezza dell’Expò 2015? Il piano di razionalizzazione che travolge la Polizia di Stato, ad oggi già sotto organico di 15 mila uomini, prevede la chiusura di ulteriori 261 presidi della Polizia su tutto il territorio nazionale. Da nord a Sud, infatti, verranno messi i sigilli a tutti gli uffici della polizia postale presenti nei capoluoghi di provincia, senza esclusione di nessuno, a 10 commissariati e anche a numerosi presidi della polizia marittima e ferroviaria. 

In sostanza scompariranno dal territorio nazionale, gli uffici dei poliziotti specializzati del crimine informatico e rimarranno “funzionanti” solamente le sedi presenti nei capoluoghi di Regione e nelle città dove sono presenti le sedi della Dda, Direzione distrettuale antimafia.

Giuseppe Tiani, Segretario Generale del Siap, sindacato della Polizia di Stato, questa forte razionalizzazione dei presidi avrà ripercussioni sulla sicurezza dell’evento che nel 2015, metterà Milano ma anche tutta l’Italia al centro del Mondo?
L’Expò 2015 è un evento commerciale dalla portata mondiale e  tutti sono a conoscenza dell’importanza del web nelle transazioni commerciali. E di conseguenza delle frodi che avvengono e che possono essere consumate attraverso la piattaforma telematica. Dunque la chiusura di questi uffici specializzati nel crimine informatico è indubbiamente rischiosa, in questo momento storico e  naturalmente lo è ancor di più in previsione di un evento "commerciale" di questa portata. Certamente il Governo, a fronte di questa “cieca” razionalizzazione dovrà fornire delle serie e valide garanzie di sicurezza e controllo sull’Expo’ 2015. Altrimenti ci potrebbero essere seri problemi di sicurezza

In Lombardia quanti uffici della polizia postale saranno chiusi?
 Tutti ad eccezione di quello presente a Milano e a Brescia dove c’è la sede della Dda. Ma in territorio lombardo saranno chiusi anche alcuni commissariati molto, molto piccoli e situati in aree periferiche e altri presidi di frontiera. Che però non avranno ripercussioni sulla sicurezza dell’Expò

Questo piano di razionalizzazione così importante ridurrà drasticamente anche la presenza dei poliziotti su tutto territorio nazionale…
Certo e avrà come ulteriore conseguenza anche la percezione da parte del cittadino di una minore sicurezza perché vedrà “allontanarsi” la figura dello Stato. Purtroppo questa razionalizzazione è frutto di una cecità politica e di una incompetenza che si trascina da almeno un decennio e che ha portato la Polizia di Stato ad operare sul territorio, ormai da anni, sott’organico e con grandi difficoltà. Attualmente il corpo della Polizia di Stato è composta da circa 94 mila unità a fronte di un organico che ne prevede 107 mila. 15 mila unità in meno ad operare su un territorio come quello italiano, crea davvero importanti ‘falle’ nella sicurezza. Non è possibile pensare di ridurre ulteriormente in numero dei poliziotti come sta avvenendo nel resto d’Europa. Purtroppo il nostro Paese, in considerazione della presenza di organizzazioni criminali come la Mafia, la Camorra e la ‘Ndrangheta non può certamente permettersi una drastica riduzione dei presidi

Il Siap, dunque, è contrario a questo piano di razionalizzazione?
No, noi non siamo né contrari e né favorevoli. Noi riconosciamo la necessità di dover chiudere, ad esempio, molti presidi dove operano 4 o 6 uomini perché sono economicamente svantaggiosi. Al tempo stesso, però, critichiamo questa razionalizzazione perché crediamo che occorra, di pari passo, attuare un piano di riqualificazione professionale di questi poliziotti che hanno decine di anni di servizio in settori specifici. L’Italia non può permettersi di perdere agenti specializzati, come ad esempio nel caso dei poliziotti della postale o del servizio marittimo

Giuseppe Tiani, concludendo, dove saranno riciclate, ad esempio, le vostre punte di “diamante” specializzate nel crimine telematico?                  
Nelle questure, nelle squadre mobili. Altri, invece, verranno fatti confluire negli uffici della Polizia postale dei capoluoghi di Regione.  Ma quest’ultimi saranno solamente una piccola parte di tutti quei poliziotti specializzati nella lotta ai reati commessi via web: dalla pedofilia alle frodi economiche, dal furto d’identità a reati di spionaggio

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Nadia Francalacci