La bandiera dell'Europa fa da sfondo al tour europeo degli U2
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L'idea di Europa secondo gli U2

Il tour europeo di Bono e compagni si sta trasformando in una occasione per parlare del futuro del Vecchio Continente

Forse siamo più europei di quanto non crediamo di essere. Quello che dovremmo fare è ricordarcelo e ritrovare quel sentimento europeo che c'è dietro all'idea politica di UE.

Ne è convinto Bono Vox da due mesi in giro per il vecchio continente insieme agli U2 (venerdì 12 ottobre c'è la prima data milanese del tour) e alle prese con una sorta di esperimento antropologico che utilizza i suoi supporter come cartina al tornasole di quel che sta accandendo all'Europa.

La tesi di Bono

In un editoriale pubblicato da Repubblica Bono ha spiegato perché durante lo show compare dietro al palco un'enorme bandiera europea, vessillo che lui stesso poi sventola nel corso del concerto.

"La nostra band, gli U2, ha dato avvio al tour europeo due mesi fa con un'idea che pensavamo potesse risultare un po' provocatoria, un po' trasgressiva - ha esordito Bono definendo "provocatoria" l'idea di sventolare la bandiera - Non sapevamo che tipo di reazioni questo gesto avrebbe suscitato. Il che, in un certo senso, era esattamente il motivo per cui intendevamo farlo. Volevamo scoprirlo".

Ciò che data dopo data gli U2 hanno scoperto è che la reazione dei fan era tutt'altro che tiepida e che la gente apprezzava il tentativo di sensibilizzare sulla causa europea: "Rimaniamo sorpresi - continua il frontman degli U2 nel suo corsivo - nel vedere il pubblico ai concerti alzarsi in piedi e applaudire un simbolo oggetto di grandi polemiche, persino di disprezzo in alcuni ambienti".

Per l'Europa contro i pericoli del sovranismo

Del resto mai come in questo periodo il sentimento europeo è in pericolo castrato nel suo germogliare dalle reminiscenze delle grandi dittature del secolo scorso tra neo-sovranismi, populismi, xenofobia e paura del diverso.

Proprio a proposito della percezione di colui che è diverso da noi come di un pericolo Bono spiega: "Il rispetto per la diversità - premessa dell'intero sistema europeo - viene messo oggi in discussione. Come ha detto il mio connazionale John Hume: 'Ogni conflitto ruota attorno alla differenza, che si tratti di una differenza di razza, religione o nazionalità. Gli architetti dell'Europa hanno deciso che la differenza non è una minaccia... La differenza è l'essenza dell'umanità' e dovrebbe essere rispettata, esaltata e, persino, coltivata".

Invece, ricorda Bono, questo non accade più e in questo clima l'Europa rischia di fare un balzo indietro di 70 anni. "L'Europa - sottolinea il cantante degli U2 - è teatro di forze potenti, impulsive e contrastanti destinate a dare forma al nostro futuro. Dico il nostro futuro perché non si può negare che ci troviamo tutti sulla stessa barca, in mari agitati da condizioni meteorologiche estreme e politiche estremiste".

Perché gli U2 parlano d'Europa

Da artista impegnato in mille lotte (da quella contro l'AIDS a quella per sconfiggere la povertà nei paesi del terzo mondo, passando per l'accoglienza ai migranti e le pari opportunità) Bono ha deciso di spendere le sue energie in una campagna che, da cittadino europeo, lo riguarda da vicino e che lui ritiene assiale per il futuro del vecchio continente.

"L'idea di Europa non è particolarmente in voga di questi tempi - aggiunge - e ciò malgrado negli ultimi 50 anni non vi sia stato posto migliore in cui nascere dell'Europa stessa. Sebbene si debba lavorare molto più duramente per estendere i vantaggi del benessere, gli europei sono più istruiti, più al riparo dagli abusi delle grandi multinazionali e, rispetto alle persone che vivono in ogni altra regione del mondo, conducono una vita migliore, più lunga, più sana e in generale più felice".

Lavorando sull'idea di un'Europa più umana e condivisa, secondo Bono, è possibile trasformare il nostro continente nella nuova America, in un luogo di giustizia e opportunità, in uno spazio sano dove le identità nazionali, sacrosante e giuste, possano fondersi con lo spirito comunitario di un'Europa accogliente e sana.

L'Utòpia europea

Cita il "patriottismo allargato" di Churchill Bono Vox, e ripropone le parole di Simone Veil quando sosteneva che "l'Europa è il grande progetto del XXI secolo".

Un progetto che, però, in questo momento storico sembra molto più vicino alla città di Utòpia di Thomas More che alla realtà che Bono sogna sventolando la bandiera blu sul palco. 

E' un'epoca travagliata e piena di contraddizioni la nostra ma in tanta grettezza e mancanza di solidarietà è un periodo storico che ha proprio bisogno di artisti che sappiano coniugare alla poesia l'impegno civile per restituire umanità alla macchina politica e burocratica di un'Unione quanto mai semanticamente distante dall'etimologia stessa della parola che la definisce. 

Bono conclude il suo articolo con un appello che è uno spiraglio di luce e speranza che vogliamo condividere: "Per trionfare in quest'epoca travagliata, l'Europa è un'idea che deve diventare un sentimento".

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Barbara Massaro