Dove trova Renzi i soldi per tagliare le tasse
ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Economia

Dove trova Renzi i soldi per tagliare le tasse

Arriva la patrimoniale: la tassazione sulle rendite finanziarie sale al 26%, mentre altre risorse provengono dalla spending review

Il taglio delle tasse per i redditi più bassi è una bella gatta da pelare per l'attuale esecutivo.

Dove troverà Renzi i 10 miliardi per far intascare ai 10 milioni di italiani che guadagnano meno di 1.500 euro al mese, 1.000 euro netti in più all'anno, e cioè 80 euro in più al mese?

Tutti gli osservatori sono concordi: a far rallentare il governo, che al termine del cdm di oggi si è limitato a illustrare le linee guida del piano, è stato appunto il nodo delle coperture delle risorse necessarie a tagliare il cuneo fiscale.

IL JOBS ACT E LE ALTRE SFIDE DI RENZI

Palazzo Chigi martedì sera ha messo le mani avanti, annunciando che le coperture "ci sono, sono solide e sono circa il doppio di quelle che verranno utilizzate".

Già, ma dove? La difficoltà per Renzi & Co. è stata quella di trovare risorse strutturali da porre accanto agli interventi una tantum.

Bruxelles nei giorni scorsi, infatti, aveva messo in dubbio la possibilità di usare i minori interessi sul debito assieme ai frutti della revisione della spesa pubblica, che potrebbero portare allo Stato circa 8 miliardi di euro.

Renzi, in un colloquio con il Sole 24 ore pubblicato poche ore prima dell'inizio del consiglio dei ministri, ha sorpreso però tutti, annunciando di avere a disposizione ben 20 miliardi di euro, che verranno utilizzati quest'anno almeno per la metà.

Cifre, in parte, confermate durante la conferenza stampa in cui è stato lanciato lo slogan #laSvoltabuona: 7 miliardi (in realtà sono 3 miliardi da inizio maggio a fine anno: sarebbero stati 7, infatti, se si fosse partiti a gennaio) è quello che si può ottenere attraverso la spending di Cottarelli, 6 miliardi è la differenza tra il 2,6% tendenziale del deficit / Pil e il 3% che è il vincolo europeo, 2 - 3 miliardi di margine dalla riduzione del costo debito,  1,6 miliardi arrivano dalla maggiore Iva per i pagamenti alle imprese e 2 miliardi dal rientro dei capitali.

Tuttavia, di questi, proprio i 7 miliardi di tagli alla spesa pubblica (abbassati a 3 miliardi) non saranno certo indolori, mentre quelle sul vincolo europeo (6 miliardi), i 2,2 miliardi dalla riduzine del costo del debito e i 2 miliardi dal rientro dei capitali (tra l'altro slittato) appaiono per lo più come ipotesi di scuola.

Per quanto riguarda l'Irap, Renzi ha annunciato un taglio del 10% a partire dal primo maggio, in occasione della patrimoniale sulle rendite finanziarie, un'ipotesi più volte presa in considerazione nelle scorse settimane dai tecnici e dagli ambienti vicini al governo, e che Renzi ha preso sul serio: passerà dal 20 al 26%, ma non saranno toccati i titoli di Stato, per un totale di 2,6 miliardi di euro.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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