Perché la Fed torna a innervosire le Borse
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Economia

Perché la Fed torna a innervosire le Borse

Gli investitori temono sorprese dopo i contrastanti interventi dei diversi membri del board

La Fed alzerà i tassi? Gli investitori tornano a interrogarsi sulle prossime mosse della banca centrale americana e non senza preoccupazioni, dopo un agosto pressoché tranquillo in cui i mercati sono riusciti a recuperare e ad archiviare gli effetti della Brexit.

Quando la Fed decide, pensa soprattutto all'economia americana: sbagliare sulla percentuale dell'aumento e sui tempi, potrebbe frenare, se non addirittura affossare, la crescita degli USA. E una mossa azzardata spaventa gli investitori, perché è quasi matematico: quando i tassi salgono il valore delle azioni scende.

La prossima riunione è attesa il 20 e 21 settembre. La maggior parte degli esperti delle banche e dei grandi fondi di investimento è convinta che Janet Yellen si prenda ancora un po' tempo e aspetti il risultato delle elezioni a novembre, prima di fare la prossima mossa.

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Il nervosismo nelle sale operative
Gli ultimi dati macro sono abbastanza deludenti e questo dovrebbe spingere la banca centrale a prendere ancora tempo. "Tuttavia, gli operatori potrebbero, comunque, temere sorprese da parte della Fed, considerati i recenti, talvolta contrastanti, interventi dei diversi membri del board Fed" spiega Alberto Biolzi, responsabile advisory di Cassa Lombarda.

Che molti investitori abbiano perso il self-control, lo si è visto venerdì scorso, quando le Borse hanno chiuso in profondo rosso a seguito del tonfo di Wall Street, con l’indice S&P 500 - che raggruppa le 500 principali società quotate sulla Borsa americana - che ha registrato la peggiore seduta da febbraio (-2,4%).

A spingere le vendite, è stata una dichiarazione da "falco" di un membro della Fed considerato "colomba", Eric Rosengren, secondo cui ci sono "ragionevoli condizioni affinché il costo del denaro sia alzato". Ma l'intervento di segno opposto della "colomba" Lael Brainard, invece, oggi ha spinto in su i listini.

L'incertezza, inoltre, offre il pretesto ad alcuni per alleggerire il portafoglio e svuotarsi di azioni (da ricomprare in seguito) visto che Wall Street ad agosto ha toccato il suo nuovo massimo storico, il ciclo del mercato azionario americano ha raggiunto una fase matura e il futuro non appare del tutto roseo: gli utili sono fermi da due anni, ma i listini continuano a crescere.

Di mezzo, poi, ci sono le elezioni americane e la maggior parte degli esperti si attendono un aumento della volatilità: non ora, ma a ridosso e dopo le elezioni.

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Un autunno calmo

Settembre e ottobre, come ricordano gli investitori di lunga data, sono mesi ballerini, in cui gli investimenti segnano rosso. E non sono rare le grandi cadute: il crac di Lehman Brothers accadde il 15 settembre 2008.

Ma questa volta dovrebbero rilevarsi mesi di bonaccia, mentre dicembre potrebbe riservare non poche brutte sorprese. Motivo? "Non siamo usciti da nessun tunnel, ma stiamo incomparabilmente meglio che in gennaio e febbraio, almeno in apparenza. In questo contesto sarebbe sprecato, da parte delle banche centrali, usare armi e munizioni che potrebbero essere ben più utili fra qualche mese" scrive Alessandro Fugnoli, strategist del fondo di investimento Kairos Partners e autore di una seguitissima newsletter (il Rosso e il nero).

"Per questo - conclude Fugnoli - non ci aspettiamo molto nemmeno dalla Banca del Giappone che si riunirà il 21 settembre, lo stesso giorno in cui la Fed si dichiarerà prontissima ad alzare i tassi, salvo non alzarli".

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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