Neuroeconomia e le elezioni: l'incertezza porta alla paralisi
Economia

Neuroeconomia e le elezioni: l'incertezza porta alla paralisi

È il parere di Matteo Motterlini, specializzato nella scienza che studia l’impatto delle emozioni sulle scelte economiche

"L’effetto sull’economia? Sarà esattamente quello che abbiamo già visto nelle ultime ore con il crollo dei mercati finanziari". Matteo Motterlini insegna all’Università San Raffaele di Milano una disciplina nuova chiamata neuroeconomia. In pratica è la scienza che studia l’impatto delle emozioni sulle scelte economiche delle persone (argomento su cui ha anche pubblicato nel 2006 il libro Economia emotiva , edito da Bur).

E non ha dubbi sul fatto che il risultato elettorale si trasformerà in un’altra mazzata per la nostra già sofferente situazione economica. Sia chiaro che non ci sono elementi di carattere politico (nessuna considerazione sui singoli partiti) e neppure economico in senso tradizionale in questa valutazione. Motterlini non entra nel merito delle proposte di Beppe Grillo, del recupero inaspettato di Silvio Berlusconi o del successo che Pierluigi Bersani riteneva, a torto, di avere già in tasca. A dettare le sue conclusioni è solo l’applicazione della neuroeconomia alla principale caratteristica dello scenario politico attuale: l’incertezza.

“In anni di ricerche” spiega Motterlini “abbiamo verificato che la mente umana si comporta in modo molto diverso di fronte al rischio e di fronte all’incertezza. Nel primo caso, quando è possibile calcolare le probabilità avverse, si attivano aree del cervello che aiutano a fronteggiare la situazione in modo efficace, anche con una certa intraprendenza. Di fronte a una situazione incerta, invece, le risposte tendono a essere irrazionali, dettate dalla paura. In alcuni casi si verifica una sorta di congelamento delle capacità decisionali che determina una forte propensione a non far nulla».

Se le cose stanno davvero così, è difficile immaginare che gli italiani si riveleranno molto propensi a lanciare progetti, effettuare investimenti, o anche semplicemente ad acquistare un vestito nuovo nelle prossime settimane. Una sorta di paralisi che renderebbe ancora più acuta la stagnazione dell’economia in atto già da anni. “Tanto più” conclude Motterlini “che per un errore prospettico molto comune in situazioni analoghe l’incertezza tende a essere proiettata anche nel futuro, nel senso che si fa fatica a immaginare un domani diverso dall’oggi. Un po’ come accade a una barca incagliata che non riesce a trovare la spinta per liberarsi dagli scogli». Una metafora che sembra calzare a pennello all’Italia di questo momento. Anche a prescindere dal risultato elettorale.

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Stefano Caviglia