Centrosinistra: tutti appesi al sì di Ambrosoli
MATTEO BAZZI / ANSA
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Centrosinistra: tutti appesi al sì di Ambrosoli

Da Tabacci a Cavalli, fino ad Alessandra Kustermann. Ma il nome che scalda di più il centrosinistra è quello del figlio dell'avvocato ucciso dalla mafia

- 6 novembre 2012, martedi

Il caos nel Pd sembra regalare nuovi retroscena di giorno in giorno.
Mentre Umberto Ambrosoli, prima di sciogliere la riserva, è impegnato a capire se il suo “sì” troverebbe reale sostegno nel partito, pezzi che avevano promesso di appoggiarlo sembrano aver cambiato idea.

Alessandra Kustermann dichiara che concorrerà ugualmente (proprio come Giulio Cavalli di Sel che smentisce l'identico passo indietro annunciato 24 ore prima).

“Se il centro-sinistra non vuole perderci la faccia, probabilmente le primarie si faranno”, dice la Kustermann. Un messaggio a Pisapia che il giorno prima ha dichiarato al Corriere l'inutilità dello strumento qualora il figlio dell' “eroe borghese” accettasse. Tra le oltre mille firme a sostegno della sua candidatura appaiono figure interne al comune di Milano. Da Caterina Sarfatti all'assessore Daniela Benelli. Alla domanda se non vi sia un endorsement da Palazzo Marino, la candidata risponde piccata che si tratta solo di “amicizie di lungo corso”. Voci interne al Comune rivelano, invece, che dietro all'operazione Kustermann vi sia l'assessore Pierfrancesco Majorino, che temerebbe il concretizzarsi dell'ipotesi Ambrosoli. Ma un'altra bizzarria è che dentro la lista dei nomi appaiono anche persone che non hanno firmato, come rivelano gli stessi, interpellati ma che non vogliono apparire. Come dire: sostenitori a loro insaputa.

- 5 novembre 2012, lunedì

Mentre il Pd annuncia uno  stand-by di 72 ore su Ambrosoli, in attesa che sciolga la riserva,  l'interessato fa sapere che parlerà la prossima settimana. Dal partito  fanno intendere che l'avvocato è l'ultima cartuccia che disinnescherebbe  le brame di potere individualistiche della coalizione.Alternative? Per  ora non pervenute. Intanto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, annuncia in un'intervista al Corriere l'inutilità delle primarie, qualora Ambrosoli accettasse: "Le  primarie sono uno strumento estremamente positivo per trovare il  candidato migliore e per creare partecipazione" ma "e' evidente che se  ci fosse un candidato che raccoglie il consenso di tutti si potrebbero  superare". La candidatura di Pizzul sembra invece essersi bruciata...

Dopo  una riunione interna, il gruppo Sel Lombardia decide di appoggiare il  candidato Giulio Cavalli, avviando la raccolta di firme. Il coordinatore  regionale Franco Bordo, però, è cauto. Fa sapere che pezzi del partito  preferiscono il primario Alessandra Kustermann.

- 3 novembre 2012, sabato

A complicare ulteriormente il quadro, interviene un'intervista del candidato di centro-destra Gabriele Albertini. L'ex sindaco di Milano annuncia una lista civica composta per il 60% da pezzi della società civile (Fermare il declino di Oscar Giannino, Italia Futura di Montezemolo) e la restante parte da amministratori locali. Ma ciò che scompiglia i piani del pd è il suo endorsement ad Ambrosoli: «La  prima cosa che farei se fossi presidente della Regione Lombardia è  proporre in pubblico a Umberto Ambrosoli di fare l'Assessore alla  trasparenza e all'etica nella gestione della Regione». Pungolato su  twitter, sul gradimento di una simile ipotesi Ambrosoli, dal suo  account, risponde lo stesso giorno con un secco: “No, grazie”.

- 2 novembre 2012, venerdì pomeriggio

Nella sede regionale del pd a Milano, Maurizio Martina, con Sel e Idv, annuncia le primarie del centro-sinistra per il 15 dicembre.  C'è tempo fino al 17 novembre per presentare la propria candidatura.  Occorre raccogliere 3mila firme in almeno 6 province. Si vota dai 16  anni in su e non occorre alcuna registrazione preventiva. Un euro è il  contributo minimo per votare e 30mila euro è il tetto massimo di spesa, a  disposizione del candidato. Alla domanda diretta sul candidato Pizzul,  Martina risponde stizzito che si tratta di "primarie aperte". Neppur Sel  sembra aver sciolto la riserva su uno dei suoi compagni di partito, Giulio Cavalli, di cui sembra non fidarsi troppo.

Pizzul  stesso confessa che nel pd regna l'indecisione e che senza un sostegno  chiaro non intende infilarsi in questa crociata.Nello stesso tempo, due  outsider della coalizione, Civati e Cavalli incontrano Ambrosoli per  tirarlo dalla propria parte, offrendo il paniere di voti a loro  disposizione. Cavalli parla di pezzi del mondo cattolico a suo sostegno.  Qualora Ambrosoli accettasse, il consigliere di Sel ritirerebbe la sua  candidatura e farebbe endorsement all'avvocato. Paradossalmente, nel Pd  si lavora alla stessa operazione. Questa volta si muove la segreteria  nazionale. Anche il Corriere della Sera lavora per convincere Ambrosoli.  L'avvocato non risponde e promettere di sciogliere la riserva a  primarie in corso. Da fonti a lui vicine si apprende che cerca di  prendere tempo, ma non avrebbe granché voglia.

- 2 novembre 2012, venerdì mattina

Altro nome attorno a cui si risvegliano le ipotesi di candidabilità è quello del consigliere regionale Fabio Pizzul,  celebre figlio del cronista sportivo Bruno, e legato all'area cattolica  che gravita intorno alle Acli. Non scalda gli entusiasmi, viene  descritto da voci interne al pd come “onesto”, ma “eccellente insipido”,  tuttavia metterebbe d'accordo alcune anime del partito e farebbe  sintesi sulle preferenze espresse dall'elettorato di centro.

In un'intervista su “Europa”, Giovanni Cocconi scrive di un presunto “derby” alle primarie tra lui e Pippo Civati che  non ha ancora espresso ufficialmente la sua candidatura. Sullo scontro  ipotizzato, Pizzul risponde sulle pagine del suo blog: “Personalmente non ho mai pensato di propormi come candidato per la corsa alla presidenza di Regione Lombardia.
Nelle  ultime settimane mi sono però arrivate a questo proposito numerose  sollecitazioni riguardo la possibilità di mettermi in gioco (...) Ha  ragione Cocconi, ho un po’ di timore. Non però, come scrive lui, per la  possibile rilevanza del ruolo (non ho camicie a fiori nell’armadio,  questo è vero…), ma prima di tutto per la sostenibilità personale e  soprattutto familiare di un simile percorso. Tengo famiglia e su questo  non bisogna scherzare”.

- 21 ottobre 2012, domenica

Le primarie del centro-sinistra per la guida della Regione Lombardia scatenano una guerra di potere interna alla coalizione, ancor prima dell'atto formale che stabilisca la loro ufficialità. Avanzano le candidature: da Bruno Tabacci a Giulio Cavalli, da Stefano Boeri a Roberto Cornelli fino a Stefano Zamponi e Roberto Biscardini. Si fa avanti anche la cosiddetta “società civile” con Alessandra Kustermann, primario alla Clinica Mangiagalli di Milano.Gli appetiti di potere, a un tratto, sembrano convergere su una figura che quieterebbe le differenti anime che s'agitano nella coalizione: Umberto Ambrosoli, figlio del celebre Giorgio, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, assassinato per conto di Sindona. Dopo una ridda di voci discordanti, lo stesso avvocato spariglia le carte, annunciando che non si candiderà. Le ragioni del rifiuto sono espresse dal suo account di twitter: "Servire la collettività, vivere la responsabilità politica è la più nobile delle ambizioni; ringrazio quanti mi ritengono all'altezza, tuttavia, la tempistica oggi disponibile impedisce di realizzare l'unico progetto nel quale riesco a immaginare una mia candidatura". Dal Pd, al contrario, giungono voci dissimili sugli autentici motivi del diniego: “Scarsa indipendenza dal partito, esigua capacità di manovra decisionale, rifiuto della sua politica di trasparenza su nomine e atti”. Ambrosoli, di fronte all'ipotesi di essere burattino nelle mani del partito, avrebbe preferito fare un passo indietro. Altri confidano che non avrebbe gradito il contatto del sindaco Pisapia e del segretario del pd lombardo Maurizio Martina, in luogo di una chiamata dalla segreteria nazionale.

(Continua)

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Paola Bacchiddu