Benny Gantz
(Ansa)
Dal Mondo

L'infallibile Mossad beffato dal domestico del Ministro della Difesa

Era una spia dell'intelligence dell'Iran l'uomo che lavorava in casa di Benny Gantz. Una falla pericolosissima nella security israeliana

Si chiama Omri Goren, il 37enne cittadino israeliano residente a Lod (circa 15 km da Tel Aviv), arrestato dall'agenzia di intelligence per gli Affari interni dello Stato di Israele (Shin Bet-Shabak) subito dopo essersi messo in contatto con alcuni hacker iraniani ai quali aveva proposto via Telegram e sotto falso nome, di installare sul computer di casa del ministro della Difesa, Benny Gantz, un malware che avrebbe consentito agli iraniani l'accesso al computer del ministro. E come avrebbe potuto farlo essendo il ministro israeliano uno degli uomini più protetti dello Stato di Israele? E' un mitomane? Niente affatto, perché Goren lavorava da anni come domestico a tempo pieno a casa del ministro della Difesa in coppia con la moglie.

Secondo quanto riportato dalla stampa israeliana l'arresto è arrivato poco prima che il piano criminale si concretizzasse, tuttavia, il gruppo di hacker iraniani conosciuti come Black Shadow che lo scorso ottobre si resero protagonisti di un massiccio attacco informatico ai siti web israeliani, colpendo, anche i dati di un famoso sito di incontri LGBT-per poi ricattarli- preoccupa le autorità di Gerusalemme. Non è noto quanto il domestico-spia avesse ottenuto in termini di denaro da parte degli iraniani ma è certo che per dimostrare che era in grado di fare quanto prometteva, secondo la stampa israeliana riportata dall'agenzia stampa AGI, aveva inviato fotografie della casa, della scrivania dove lavora Benny Gantz, dei computer e dei tablet, di scatole con il sigillo dell'Israel Defense Forces (IDF), della cassaforte, di un distruggi-documenti, ma anche foto di Gantz e della sua famiglia, e addirittura le foto delle dichiarazioni delle tasse della famiglia.

La vicenda assume i toni del grottesco se si vanno a guardare i precedenti di Omri Goren che sempre secondo la stampa israeliana è una vecchia conoscenza della giustizia visto che nel suo curriculum trovano spazio cinque condanne (tra il 2002 e il 2013), due volte per rapina e le altre per furto ed effrazione e per questi reati Goren ha scontato quattro pene detentive e l'ultima è stata di quattro anni. Insomma Benny Gantz si era messo in casa un delinquente abituale. Non è la prima volta che il ministro viene preso di mira da servizi segreti ostili a Israele: nel 2019 in Israele si diffuse la notizia che il suo telefono cellulare personale fosse stato hackerato. E da chi? Anche stavolta dai servizi segreti iraniani. Inutile dire che questa vicenda sta facendo discutere il mondo politico israeliano e gli apparati di intelligence che non si spiegano come un criminale incallito con una fedina penale a dir poco sporca potesse essere assunto nella residenza privata del ministro della Difesa dello Stato ebraico da sempre nel mirino dei terroristi di Hamas, della Jihad islamica, degli Hezbollah finanziati dalla Repubblica islamica iraniana senza dimenticare Al Qaeda e lo Stato islamico che vogliono al pari dell'Iran la distruzione dello Stato ebraico. Ora che la vicenda è arrivata sulle prime pagine dei giornali si stanno mettendo dei correttivi sulle modalità di assunzione delle persone che vanno a lavorare con i membri del governo ‹‹con l'obiettivo di limitare la possibilità che casi come questo si ripetano in futuro››. In ogni caso la figuraccia è planetaria ed in questi casi sarebbe bene che chi è responsabile di quanto accaduto faccia un passo indietro. Possibilmente di corsa e senza guardare indietro.

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Stefano Piazza