generale Gerasimov con Putin
(Ansa)
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Putin gioca a dama con i suoi vertici militari: strategia o debolezza?

Rimossi dal loro ruolo il comandante delle forze aviotrasportate Andrei Serdyukov e il comandante dell'esercito per la zona meridionale della Russia Alexandr Dvornikov; ricompare Gerasimov, messo all'angolo mesi fa

Serghej Surovikin, conosciuto per la sua ferocia anche come «Generale Armageddon» che solo tre mesi fa era stato messo al comando della cosiddetta Operazione Speciale in Ucraina, ha perso il posto. Vladimir Putin lo ha rimosso e retrocesso a vice del nuovo comandante che è il capo di Stato maggiore generale delle forze armate, Valerij Gerasimov. La sostituzione di Surovikin è stata motivata dal ministero della Difesa di Mosca in un comunicato diffuso dall'agenzia Interfax nel quale la motivazione del cambio è dovuta a «a causa della espansione delle dimensioni dei compiti e alla necessità di una maggiore efficienza». Il vice di Gerasimov per le forze aerospaziali, sarà il retrocesso citato Generale Serghei Surovikin, per l'esercito sarà Oleg Salyukov, mentre il terzo vice di Gerasimov sarà Alexey Kim. Una scelta quella del presidente russo definita dall’intelligence britannica come «un significativo sviluppo nell'approccio di Vladimir Putin alla gestione della guerra. Il dispiegamento del capo di stato maggiore come comandante di teatro è un indicatore della crescente gravità della situazione che la Russia sta affrontando, e una chiara ammissione che la campagna non è all'altezza degli obiettivi strategici russi».

Per gli 007 di Londra «il passo sarà probabilmente accolto con estremo malcontento da gran parte della comunità ultranazionalista e dei blogger militari, che hanno sempre più preso di mira Gerasimov per la cattiva conduzione della guerra. Surovikin è stato invece ampiamente lodato da questa comunità per aver sostenuto un approccio più realistico. Come nuovo vicecomandante, la sua autorità e influenza è quasi certamente grandemente ridotta».

Per il Generale di corpo d’armata Maurizio Boni: «Non si tratta di sfiducia nella vittoria finale quanto dell’ennesimo tentativo di garantire una visione unitaria alla condotta delle operazioni in un’ottica interforze, sino ad ora mai realizzata, in un momento cruciale dello sviluppo dell’operazione militare speciale. La nomina di Surovikincome comandante in capo delle operazioni, avvenuta a seguito dell’attentato al ponte di Kerch nelmese di ottobre dello scorso anno, intendeva colmare proprio questa criticità. Surovikin ha avuto giusto il tempo di riorganizzare le difese russe su tutta l’ampiezza del fronte, ma i successi che i russi stano ottenendo a carissimo prezzo nei dintorni di Bakhmut sembrano maggiormente attribuibili all’efficienza del gruppo di mercenari di Evgeny Prigozhin piuttosto che alle forze armate regolari. In ogni caso non si rimuove un comandante di quel livello dopo solo due mesi diattività. Le motivazioni di tale sostituzione vanno probabilmente ricercate nell’eccessivo‘allineamento’ di Surovikin col gruppo Wagner e nella sua prassi di by-passare la catena dicomando per conferire direttamente con Putin. Da questo punto di vista, potrebbe essere stato lo stesso Gerasimov a pretendere l’avvicendamento per ristabilire equilibrio e influenza nell’ambito del rapporto tra forze armate regolari e mercenari mettendosi personalmente in gioco col capo delCremlino. Quello che è certo è che una volta giocata la carta di Gerasimov, uomo simbolo e anche idolo delle forze armate della federazione Russa, non esisteranno altre opzioni di leadership più influenti nel prossimo futuro».

Ma che impatto anno tutti questi cambiamenti sugli uomini al fronte?

Per Maurizio Boni «Si trattasicuramente di un impatto emotivo con il potenziale di accrescere il morale dei soldati schierati alfronte. Gerasimov è talmente famoso da poter far riemergere la fiducia nei ranghi delle unità russe.Tuttavia, ciò di cui i soldati hanno veramente bisogno, in questo momento, è una guida a livello tattico efficace, messa a dura prova dall’elevatissimo numero di ufficiali subalterni vittime del conflitto».

Non c’è dubbio che sullo sfondo della sostituzione di Serghej Surovikin c’è lo scontrofrontale tra il ministro della Difesa russo Sergej Sojgu e il proprietario della compagnia militareprivata Wagner Evgeny Prigozhin che da mesi critica al pari dei nazionalisti russi la gestione dellaguerra da parte dei comandi militari. Dello scontro di potere ne ha parlato anche Igor Girkin, nomedi battaglia Strelkov, ex ministro della Difesa della Repubblica separatista di Donetsk: «Credo che nell'ambito di alcuni giochi del Cremlino, le critiche pubbliche dei rappresentanti di altre torri, espresse da Prigozhin, abbiano provocato la reazione di un altro contendente per il massimo potere nella Federazione Russa, Sojgu, e che lui abbia deciso di dimostrare le sue capacità di amministrare da dietro le quinte».

A proposito del gruppo Wagner, secondo le ultime informazioni raccolte sul campo è sempre più coinvolto nel conflitto, ma la loro presenza può spostare gli equilibri sul campo?

Per il Generale Boni: «Il gruppo Wagner è sicuramente in grado di conseguire successielevati a livello tattico/sub-tattico. Ricordiamoci che Mariupol è caduta a suo tempo grazie all’intervento decisivo delle truppe cecene e dei mercenari russi. D’altronde, a differenza delle forzeregolari russe, dispone di un sistema di reclutamento permanente distribuito su tutto il territorio ingrado di equipaggiare e di addestrare autonomamente i propri soldati sulla base dei compiti chesono chiamati ad assolvere. In ogni caso il contributo di questa formazione di combattimento varicondotta alla volontà da parte di Prigozhin di affermarsi quale game changer sul campo dibattaglia agli occhi di Putin accrescendo la sua influenza politica nell’ambito del Cremlino. È noto che il proprietario e fondatore del gruppo Wagner intende dimostrare la presunta inefficienza della leadership del ministero della Difesa per accrescere la propria capacità d’influenzare gli eventi bellici e per intascare il lauto compenso promesso in caso di esito positivo delle operazioni. Ciò che sta avvenendo in questi giorni, a Bakhmut sul campo di battaglia, e a Mosca deve essere ricondotto essenzialmente a questa lotta di potere».

Intanto mentre la battaglia infuria ovunque gli ucraini hanno smentito che la città di Soledar (Ucraina orientale), ormai ridotta ad un cumulo di macerie, sia caduta in mani russe come affermato dal gruppo Wagner. Su Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Ganna Maliar, ha smentito questa circostanza: «I pesanti combattimenti continuano a Soledar i russi hanno cercato di sfondare la difesa ucraina e catturare completamente la città, ma senza successo». Mentre scriviamo si apprende che la Polonia è intenzionata a consegnare carri armati Leopard all'Ucraina, come parte di una coalizione internazionale. La circostanza è stata confermata dal presidente polacco Andrzej Duda dopo aver incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insieme all'omologo lituano Gitanas Nauseda nella città ucraina di Leopoli.

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Stefano Piazza