Missili russi nel cielo polacco, nella notte quaranta secondi di allarme
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Missili russi nel cielo polacco, nella notte quaranta secondi di allarme

Un missile da crociera russo diretto contro un obiettivo ucraino ha violato lo spazio aereo polacco causando preoccupazione a Varsavia. Questo evento solleva interrogativi sulle capacità e le strategie dei missili da crociera, come il Kalibr, utilizzati dalla Russia, che combinano tecnologie avanzate per evitare la rilevazione e massimizzare la precisione nel colpire obiettivi

Neppure quaranta secondi, due terzi di un minuto, è il tempo che un missile da crociera russo diretto contro un obiettivo ucraino avrebbe trascorso all’interno dello spazio aereo polacco circa trenta ore fa (nel momento in cui scriviamo).

Un evento per il quale la Polonia ha subito chiesto spiegazioni a Mosca. Il comando operativo delle forze armate polacche ha twittato (su X): “Il 24 marzo alle 4:23 c'è stata una violazione dello spazio aereo polacco da parte di uno dei missili da crociera lanciati stasera dall'aviazione a lungo raggio della Federazione Russa; l'oggetto ha volato vicino al villaggio di Oserdow e vi ha trascorso 39 secondi, costantemente osservato dai sistemi radar militari durante il suo volo. Tutte le procedure necessarie per garantire la sicurezza dello spazio aereo polacco sono state attivate; l'esercito polacco monitora costantemente la situazione sul territorio ucraino e rimane in costante allerta per garantire la sicurezza dello spazio aereo nazionale”.

In effetti il rapporto della Difesa di Varsavia è arrivato dopo che alcuni funzionari ucraini avevano affermato che la Russia aveva lanciato una ventina di missili e sette droni d'attacco del tipo Shahed contro la regione ucraina occidentale di Lviv, vicino al confine polacco. Precisando che questa volta non si è trattato di un errore come qualche mese fa, quando si scoprì dai rottami che un missile caduto in Polonia era in realtà ucraino. La conferma dell’evento di ieri è arrivata anche da Maksym Kozytskyi, capo dell'amministrazione militare regionale di Lviv, che ha affermato: “Ci sono stati due attacchi alla stessa struttura critica che i russi avevano preso di mira durante la notte.”

L'ultima volta che la Russia aveva violato lo spazio aereo della Polonia fu il 29 dicembre 2023, quando un oggetto aereo non identificato era entrato dal territorio ucraino. Per comprendere come possa accadere e che cosa sia successo in quei 39 secondi bisogna richiamare alcune caratteristiche dei missili da crociera. Essi hanno a bordo un sistema di navigazione dotato di memoria geografica (mappatura del terreno), e dispongono di una sorta di pilota automatico in grado di ottimizzare la rotta (appunto la fase di crociera verso il bersaglio) fatta apposta per evitare rilievi e altri tipi di ostacoli. Volano a bassa quota, tipicamente al di sotto dei duemila metri, per limitare le possibilità di tracciamento da parte dei radar di difesa aerea, e cambiano orientamento qualora il sistema di navigazione capti energia proveniente da batterie antimissile. Per orientarsi, quelli in dotazione alla Russia utilizzano tipicamente il sistema di posizionamento Glonass (molto simile al Gps statunitense) oppure sensori inerziali e il radar di bordo. Il primo ha l’inconveniente di essere vulnerabile al Jamming e allo spoofing (per semplificare, i disturbi radio delle contromisure elettroniche); mentre il secondo ne è immune ma ha la caratteristica di perdere precisione con il trascorrere del tempo. Il radar, infine, può essere anch’esso oggetto di contromisure elettroniche. Il missile in questione aveva certamente anche capacità stealth e memoria delle mappe che gli permettono di abbassarsi fino a 30 metri di quota e di accelerare negli ultimi chilometri della rotta (percorre circa 1,2 km al secondo), rendendo complessa l’intercettazione. I russi, pur sapendo bene che radar controllati dalla Polonia sorvegliano lo spazio aereo anche all’interno del confine ucraino – fondamentale per rilevare le minacce in anticipo – possono comunque preferire rotte di questo tipo che “sconfinano” temporaneamente per evitare la cosiddetta “saturazione delle difese antiaeree” attivata dai militari di Kiev e per accorciare i tempi di volo. Ua rotta più breve significa quindi meno possibilità di essere intercettati e più precisione, anche perché, se la traiettoria è tale che l’ordigno è destinato a entrare e uscire dallo spazio aereo polacco in pochi secondi, seppure l’abbattimento da parte polacca sarebbe giustificato, esso costituirebbe comunque un rischio e una costosa perdita di risorse.

Nel caso del lancio avvenuto ieri mattina, pare si sia trattato di un missile Kalibr dotato di sistema di guida radar attiva e Gps/Glonass, nonché di sensori in grado di conferire una precisione sul bersaglio inferiore a tre metri. La carica bellica è di circa 400 kg, l’autonomia delle varianti più avanzate raggiunge i 2.500 km e la velocità di volo può essere subsonica o supersonica secondo la versione. I Kalibr, che possono essere lanciati da terra, navi, sommergibili o velivoli, sono considerati la risposta russa ai Tomahawk statunitensi, la loro progettazione è avvenuta a metà degli anni Ottanta, poco prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica, ma da allora ha subito profondi aggiornamenti per restare efficace.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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