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In Germania più immigrazione corrisponde a più criminalità

Nel 2023, la polizia ha identificato 923.000 presunti autori di reato di origine straniera, ovvero il 41.1% di tutti i sospetti arrestati

Stavolta non è stato il partito di estrema destra tedesco AfD a stabilire chiaramente la correlazione tra l'aumento dell'immigrazione e della criminalità, ma piuttosto la ministra dell'Interno socialdemocratica Nancy Faeser che martedì scorso ha presentato i numeri allarmanti del fenomeno che ormai nemmeno in Germania può essere minimizzato.

La preoccupazione riguarda l'incremento, nel 2023, del numero dei delinquenti di origine straniera, che ammonta a 923.000 persone, rappresentando il 41.1% di tutti gli indagati arrestati. «Dobbiamo affrontare questa questione con franchezza, senza esitazioni o risentimenti», ha dichiarato il ministro durante una conferenza stampa, evidenziando un generale deterioramento della situazione della sicurezza. Lo scorso anno in Germania sono stati registrati 5,9 milioni di reati, segnando un aumento del 5,5%. Gli atti di violenza sono cresciuti dell'8,6%

Nell'edizione odierna, Le Figaro osserva che questa dichiarazione segna una svolta nell'annoso dibattito sull'immigrazione. Questo tema, invisibile e impercettibile durante la campagna elettorale del 2021, che ha portato al potere la coalizione social-liberale, è improvvisamente riemerso con l'afflusso di rifugiati nel paese. Lo scorso anno, il numero delle richieste di asilo è aumentato del 51% (329.000), causando molte difficoltà di alloggio nei comuni prima dell'assestamento. A sei mesi dalle elezioni regionali nella Germania orientale, dove l'AfD gode di un notevole consenso elettorale, la questione sta diventando centrale nel dibattito sulla sicurezza pubblica. L'AfD ironizza sul cambio di rotta del governo: « La reazione di Nancy Faeser è pura presa in giro: presume di sollevare questo problema dopo aver, per anni, criminalizzato, denigrato e stigmatizzato coloro che proprio parlavano», scrive in una nota il partito della destra, piu’ volte preso di mira dal ministro.

È evidente che l'aumento dell'immigrazione irregolare verso la Germania sta influenzando negativamente la sicurezza negli spazi pubblici, con un impatto particolarmente grave sulle donne e le ragazze. Oltre alla violenza già perpetrata da cittadini tedeschi, si aggiunge il rischio di crimini sessuali da parte dei richiedenti asilo arrivati nel paese. Le statistiche sulla criminalità della polizia evidenziano questa tendenza: tra il 2015 e il 2022 sono stati segnalati più di 8.590 casi di stupro, violenza sessuale e altre forme di aggressione sessuale commessi da immigrati. L'Ufficio federale della polizia criminale (BKA) utilizza il termine "immigrati" per descrivere coloro che sono giunti in Germania attraverso il sistema di asilo, e oltre il 90% delle vittime di questi crimini sono donne.

La situazione è altrettanto preoccupante se guardiamo alle cifre del 2022: secondo le statistiche sulla criminalità della polizia, sono stati segnalati quasi 12.000 casi di stupro e violenza sessuale. Dei circa 10.000 sospettati, 6.366 erano cittadini tedeschi e 3.679 non tedeschi, mentre gli immigrati rappresentavano 1.155 dei sospettati. Questo dimostra che, nonostante costituiscano una piccola percentuale della popolazione, gli immigrati sono sovrarappresentati nei crimini contro l'autodeterminazione sessuale. Mentre scriviamo si apprende che due iracheni accusati di essere membri dello Stato islamico e di tenere schiave due giovani ragazze yazidi e di averne abusate sessualmente e fisicamente sono stati arrestati in Germania. L'uomo e la donna, identificati solo come Twana HS e Asia RA in conformità con le norme tedesche sulla privacy, sono stati arrestati martedì in Baviera, hanno riferito in una nota i procuratori federali. Sono accusati di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, oltre che di appartenenza ad un'organizzazione terroristica.

I sospettati erano sposati ed erano membri dell'Isis in Iraq e Siria tra l'ottobre 2015 e il dicembre 2017, hanno detto i pubblici ministeri. Presumibilmente hanno tenuto come schiava una bambina yazida di cinque anni a partire dalla fine del 2015 e una bambina di 12 anni dall’ottobre 2017. L'accusa sostiene che l'uomo ha anche violentato entrambe le ragazze ripetutamente e che la donna ha preparato la stanza e ha truccato una delle ragazze. La coppia ha anche esercitato « dura violenza fisica» sulle ragazze, alle quali è stato impedito di praticare la propria religione e costrette a svolgere lavori domestici e ad occuparsi dei bambini, hanno detto i pubblici ministeri. L'uomo in un'occasione avrebbe colpito la ragazza più grande con un manico di scopa, la donna è accusata di aver scottato la mano della ragazza più piccola con acqua calda ed entrambi i bambini sono stati ripetutamente costretti a stare su una gamba sola per mezz'ora come punizione. Prima di lasciare la Siria nel novembre 2017, i sospettati hanno consegnato le ragazze ad altri membri dell’ISIS, hanno aggiunto i pubblici ministeri.

«Tutto ciò è servito all'obiettivo dell'organizzazione di distruggere la religione yazida», si legge nell’atto di accusa. Il ministro della Giustizia Marco Buschmann ha accolto con favore gli arresti. «La promessa del principio della giurisdizione universale è chiara: l’impunità per il genocidio contro gli yazidi deve essere combattuta in tutto il mondo», ha affermato. Il mese scorso, un tribunale federale tedesco ha respinto il ricorso di una tedesca convertita all’Islam contro la sua condanna a 14 anni per aver permesso a una bambina yazida di 5 anni che lei e suo marito avevano ridotto in schiavitù quando erano membri dell’IS in Iraq, di morire di sete in un campo. sole. Il suo ex marito, cittadino iracheno, è stato giudicato colpevole nel novembre 2021 e condannato all'ergastolo.

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Stefano Piazza