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Tira aria di distensione tra Erdogan e Assad

Turchia e Siria potrebbero presto riavvicinarsi: uno scenario che rischia di allontanare ulteriormente Ankara da Washington

Si avvicina il disgelo tra Recep Tayyip Erdogan e Bashar al Assad? La settimana scorsa, il presidente turco ha detto che potrebbe incontrare l’omologo siriano per cercare di portare stabilità in Siria. “Turchia, Russia e Siria hanno avviato un processo a Mosca”, ha detto giovedì il sultano. “Dopodiché potremmo incontrarci come leader russi, turchi e siriani, a seconda degli sviluppi. Il nostro obiettivo è stabilire la pace e la stabilità nella regione”, ha aggiunto.

Ricordiamo che, a fine dicembre, i ministri della Difesa di Turchia, Siria e Russia avevano tenuto dei colloqui a Mosca con l'obiettivo di rasserenare la situazione delle relazioni tra Ankara e Damasco nell’annoso quadro della crisi siriana. “La crisi siriana, la questione dei rifugiati e gli sforzi di lotta congiunta contro tutte le organizzazioni terroristiche sul suolo siriano sono stati discussi in una riunione costruttiva”, aveva reso noto il ministero della Difesa russo al termine degli incontri, per poi concludere: “I ministri della difesa turco, russo e siriano, nonché i capi dell'intelligence a Mosca, hanno concordato di continuare gli incontri tripartiti per garantire la stabilità in Siria e nella regione nel suo insieme”. E' la prima volta che ministri di Turchia e Siria si sono incontrati in undici anni.

Questa sorta di distensione avviene in una fase particolarmente delicata dal punto di vista geopolitico. Mosca punta a rafforzare il proprio asse con Ankara, visto che –in piena crisi ucraina– sa di non poter fare a meno della sponda turca. In tal senso, il Cremlino spera di smorzare il più possibile le tensioni tra Assad (suo storico alleato) ed Erdogan. Damasco, dal canto suo, si trova a dover affrontare una situazione sociale ed economica a dir poco disastrosa: è quindi anche per ridurre il proprio isolamento internazionale che il leader siriano potrebbe vedere di buon occhio una cooperazione con l’omologo turco. Erdogan, infine, punta innanzitutto a colpire i curdi nel Nordest della Siria, ma anche lui deve affrontare turbolenze economiche interne significative. Non è d’altronde un caso che, negli ultimi due anni, il sultano abbia addolcito i rapporti con alcuni suoi vecchi avversari, come Israele e l’Arabia saudita. Una linea che adesso potrebbe cercare di portare avanti anche con la Siria. Tra l’altro, non va neppure trascurato che tra pochi mesi Erdogan si gioca la riconferma alle elezioni presidenziali: ebbene sembra proprio che il leader turco speri di stringere con Assad un accordo sui rifugiati siriani, attualmente presenti in Turchia, prima di allora.

A livello complessivo, si tratta di una partita a tre evidentemente complicata. Una partita che conferma tuttavia la spregiudicatezza di Ankara che, ricordiamolo, fa parte della Nato. D’altronde, se la distensione tra Erdogan e Assad dovesse concretizzarsi nelle prossime settimane, ciò porterà prevedibilmente a nuovi attriti tra la Turchia e gli Stati Uniti. Un bel problema per Joe Biden che, negli ultimi mesi, si era mostrato piuttosto arrendevole nei confronti del sultano.

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Stefano Graziosi