putin
(Ansa)
Dal Mondo

Nel discorso ci appare un Putin sano (fisicamente) ma che crede poco in quello che dice

Putin risulterebbe pienamente rientrato nelle proprie facoltà. Per la prima volta dall’inizio del conflitto, avrebbe ripreso a mettere in atto delle strategie di dissimulazione relative al linguaggio non verbale. Parrebbe avere piena consapevolezza dei propri agiti, anche quelli non controllabili, come le microespressioni o gli indicatori di dubbio e menzogna. Nel momento in cui si rende conto di aver fatto una microespressione o di aver messo in atto un gesto rivelatore, metterebbe in atto dei movimenti al fine di occultare il non verbale, come il muovere entrambe le spalle o il tirare le labbra fingendo di enfatizzare il contenuto verbale. Tali gesti avrebbero la funzione di ingannare lo sguardo degli astanti distraendoli dall’atto rivelatorio, e per natura incontrollabile. La contezza sarebbe denotata anche dall’aspetto fisico. A febbraio, quando sarebbe stato in delirio e, successivamente, quando ancora pareva scompensato, aveva il viso gonfio, probabilmente come conseguenza dell’anomala produzione di cortisolo (conosciuto comunemente come l’ormone dello stress) ad opera delle ghiandole surrenali. La postura odierna mostrerebbe come i problemi di schiena, indicati nelle analisi precedenti per mezzo dell’evidenziazione della posizione antalgica e dello scaricamento di peso da una gamba all’altra, parrebbero essere rientrati. Potrebbe essere anche possibile che, a seguito dello stato infiammatorio, fosse sotto cura con corticosteroidi sintetizzati nella corteccia del surrene.

Putin starebbe leggendo un documento di cui non condividerebbe i contenuti. Emergerebbe, per tutto il discorso, l’opinabilità rispetto a quanto scritto nel testo. Il non verbale indicante menzogna, ovvero un’incongruenza tra i contenuti linguistici e quelli verbali, suggerirebbe che non converrebbe con quanto starebbe declamando. I contenuti del discorso, per altro, divergerebbero totalmente dallo stile comunicativo di Putin, in primis per la lunghezza; la sua tendenza, infatti, sarebbe rivolta alla sintesi per mezzo dell’utilizzo di frasi brevi ed incisive, mentre qui ci si trova dinnanzi a un discorso prolisso e ridondante. In secundis, per i contenuti; Putin è un uomo di cultura e, i suoi discorsi, sono sempre stati intrisi di riferimenti storici e citazioni, elementi in questo contesto assenti. Come afferma dott.ssa Chiara Meluzzi, Ricercatrice in Linguistica all'Università degli Studi di Milano “nei discorsi politici solitamente vengono utilizzate le strutture ripetitive a tripletta, XYZ. Possono però essere presenti delle caratteristiche idiosincratiche che emergono nel momento in cui una persona, solita fare discorsi pubblici, dà la propria impronta al discorso stesso, un’impronta sia personale che stilistica. Nel discorso del 9 maggio si vede ad esempio come la struttura a tripletta sia solo in riferimento alla sfera semantica della storia antica e arcaica della Patria, per cui il riferimento è a padri, nonni e bisnonni. La struttura prevalente dei discorsi di Putin sarebbe di tipo binario, XY, come si vede anche nel saluto di commiato finale. Un altro elemento è riferibile al fatto che Putin, nei suoi discorsi, è solito utilizzare la formula noi, mentre, nel discorso del 21 settembre, il pronome personale di prima persona plurale e il conseguente aggettivo possessivo nostra/o, compare solo in riferimento alla Patria. Il discorso è caratterizzato quindi da costruzioni di carattere impersonale”. Tali elementi spiegherebbero le incongruenze emerse dall’analisi scientifica del linguaggio non verbale come dettate da un conflitto interiore. Gli stessi elementi spiegherebbero anche la necessità di continui movimenti costantemente presenti finalizzati allo scarico emotivo, l’impegno non poteva essere concentrato solo sul controllo verbale e non verbale, ma lo sforzo sarebbe stato maggiormente rivolto a incarnare un discorso in cui non era presente nessun elemento facilitatore rispetto al processo di impersonificazione. Nonostante i tentativi di dissimulazione , avendo molti elementi a cui dover prestare controllo in simultanea, ha fatto sì che Putin mostrasse inoltre preoccupazione per le affermazioni riportate nel testo, quelle ad esempio concernenti la forza militare ed il coinvolgimento della popolazione, elementi che andrebbero a indicare, da parte del Presidente, non solo un buon esame di realtà e consapevolezza, ma anche la riacquisizione della competenza strategica persa durante la scompensazione e che avrebbe condotto alla situazione attuale.

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Cristina Brasi