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(Ansa)
Dal Mondo

Putin minaccia il mondo, che però lo isola

Nel suo discorso, arrivato in ritardo di 12 ore sul previsto, lo Zar ha richiamato i riservisti e alzato i toni. Ma quello che emerge sono tutte le difficoltà sul campo di battaglia e non solo

Vladimir Putin dopo ore di attesa (il discorso era previsto ieri sera alle 20.00), ha parlato questa mattina alle 8.00 ora italiana. Il presidente russo ha parlato per 14 minuti leggendo un testo una novità per lui che di solito parla a braccio, ed era solo. Cosa ha detto?: Usando toni durissimi ha detto che «L'operazione militare speciale in Ucraina è stata inevitabile. I territori dell'Ucraina che hanno annunciato il referendum per l'adesione alla Russia hanno il sostegno di Mosca».

I referendum, che si terranno tra il 23 e il 27 settembre, erano stati annunciati ieri giornata dai leader filorussi delle zone di Luhansk, Kherson , Donetsk e Zaporizhzhia (aree dove Kiev sta recuperando posizioni). Se le consultazione popolare andrà come previsto (magari con l’aiuto dei consueti brogli) , queste aree, che corrispondono a circa il 15% del territorio ucraino diventerebbero territorio russo, con la logica conseguenza che qualsiasi attività militare di Kiev in queste aree per i russi varrebbe come un attacco diretto contro di loro.

Poi Putin si è scagliato contro l’Occidente: « Nella sua aggressiva politica anti-russa, l'Occidente ha superato ogni limite. coloro che stanno cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia scopriranno che le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro. Non sto bluffando». Nel suo attacco all’Occidente Putin ha detto che l’obbiettivo di coloro che difendono l’Ucraina è «indebolire, dividere e distruggere la Russia. L'obiettivo di Mosca in Ucraina rimane la liberazione di tutto il Donbass». Poi l’attacco frontale alla Nato: « Alcune figure eminenti della Nato hanno parlato della possibilità di usare contro la Russia armi di distruzione di massa, cioè armi nucleari. A chi fa dichiarazioni di questo tipo sulla Russia, voglio ricordare che anche il nostro Paese dispone di armi nucleari». Putin è poi tornato su un concetto a lui caro che ha sempre contraddistinto la sua narrazione politica ovvero il ritorno al passato: «E' nostra tradizione storica e destino del nostro popolo fermare coloro che cercano il dominio mondiale, che minacciato di smembrare e rendere schiava la madrepatria. E' quello che stiamo facendo ora, e credo nel vostro sostegno» un chiaro messaggio alla popolazione russa sempre più sgomenta per quanto accade. Vladimir Putin non ha annunciato la mobilitazione totale come ieri qualche analista aveva previsto ma quella parziale: «Lo ripeto, stiamo parlando solo di una mobilitazione parziale. Ciò significa che solo quei cittadini che sono nelle riserve e soprattutto, coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate, hanno determinate specializzazioni militari ed un'esperienza rilevante saranno soggetti a coscrizione. Dopo che il regime di Kiev ha respinto una soluzione pacifica al problema del Donbass ed ha fatto la sua rivendicazione sulle armi nucleari, è diventato assolutamente chiaro che una nuova, ampia offensiva nel Donbass, come già accaduto due volte in precedenza, sia inevitabile». Subito dopo il discorso del presidente russo, ha parlato il ministro russo della Difesa, Sergeij Shoigu, che ha annunciato che «la Russia richiamerà 300.000 riservisti» mentre ha definito il conflitto «difficile» perché: «Non stiamo combattendo contro l'Ucraina che ha da tempo esaurito le armi ma contro l'Occidente intero e la Nato e tutti i tipi di armi, compresa la triade nucleare, possono adempiere ai loro compiti». Poi Shoigu ha concluso parlando della mobilitazione parziale in Russia, a partire dalle riserve: «E’ già cominciata oggi con la pubblicazione del relativo decreto del Cremlino. Saranno i capi delle diverse regioni a dover assicurare l'arruolamento nella quantità e nei tempi stabiliti dal ministero della Difesa». Le parole di Putin stanno provocando reazioni sdegnate in tutto il mondo, tuttavia, quella più interessante arriva da Pechino con la dichiarazione del ministro degli Esteri cinese che ha chiesto: «A tutte le parti in causa di avviare un dialogo e di trovare il modo di rispondere alle preoccupazioni di tutti, riguardo alla sicurezza». Quindi nesssun sostegno cinese all’escalation voluta dalla Russia che appare sempre piu’ sola e ripiegata su se stessa e quindi piu’ pericolosa che mai.

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Stefano Piazza