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Il dramma di Zanardi e il miracolo dell'Italia unita

Il campione nei cuori di tutti per la sua storia fatta di resilienza. E per quella caratteristica (tutta italiana) di guardare sempre con un sorriso al futuro - LE FOTO DI ALEX ZANARDI

C'è un miracolo che Alex Zanardi sta compiendo anche dal letto della terapia intensiva dell'ospedale di Siena. Nessuno sa se e come riuscirà a uscire dalla drammatica vicenda dell'incidente che lo ha ridotto a lottare per la vita nuovamente, a quasi vent'anni da quel drammatico settembre del 2001 in cui uno scontro gli costò l'amputazione di entrambe le gambe. E' il miracolo dell'Italia unita, senza distinguo e senza vergognarsi di palpitare in attesa di notizie. Di pregare anche, se necessario e ritenuto opportuno. Di sentirsi spiritualmente e con il corpo vicini a quel letto.

Alex Zanardi da Castelmaggiore non ha nemici. Sarebbe impossibile. E' l'uomo che ha già vissuto due volte, considerato che nella prima gli fu impartita anche l'estrema unzione tanto erano considerate disperate le sue condizioni. Da lì ha saputo rinascere e non solo metaforicamente. Si è costruito una seconda vita se possibile ancora più bella e genuina della prima, è diventato campione paralimpico, ha fatto collezione di record ma soprattutto è diventato uno di noi.

Nessuno come Alex Zanardi ha incarnato il senso della resilienza che il popolo italiano conosce. Quello che ci fa vincere in contropiede quando sembriamo perduti, che ci regala notti magiche, trionfi inattesi spalle al muro. Quel dna che abbiamo e che tiriamo fuori nel momenti che contano. Spesso ce ne dimentichiamo, ma la verità è che ne siamo permeati. Ecco perché Alex Zanardi è un po' tutti noi, anche se delle sue discipline interessa a pochi e la sua lotta per trovare spazi e dignità per il mondo della disabilità, forse, ancor meno.

Chi ha avuto la fortuna di potesi confrontare con lui ne è uscito sempre arricchito. Una conferenza, un'intervista, l'incontro in una scuola o anche semplicemente un saluto veloce. Sorridente, auto ironico, mai piegato dal peso del suo handicap che ha reso una forza piuttosto che una debolezza. Del resto lo ha sempre teorizzato: pensare alla parte rimasta, non a quella perduta. Ha ispirato una generazione di ragazzi e molti di questi sono diventati atleti vincenti. Tanti li ha sostenuti e aiutati anche finanziariamente ma sempre in silenzio, mai tirandosela.

Il drammatico incidente che lo costringe a lottare per vivere e per tornare quello che era, in fondo, è successo anche per questo. E' stato un atto di generosità. Alex Zanardi ha unito l'Italia nel dolore e nella preghiera per questa ragione: è uno di noi, che siamo meno gretti, vili ed egoisti di quanto ci dipingiamo. Comunque vada a finire, ci sarà da dirgli grazie (e basta) un'altra volta.

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Giovanni Capuano