Blasfemia
Foto tratta da uno dei gruppi su Facebook in lotta per il giovane mauritanio condannato per blasfemia
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Condannato a morte per blasfemia: "Salviamo Mohamed”

La sentenza è stata pronunciata da una Corte in Mauritania per un articolo ritenuto oltraggioso. Anche l'Italia è in prima linea per salvarlo

Aveva scritto un articolo ritenuto offensivo nei confronti di Maometto, il giovane mauritano condannato a morte per blasfemia. 
La sentenza, pronunciata nel dicembre scorso, è stata emessa da una Corte delle repubblica islamica della Mauritania, dove è in vigore la sharia, al termine di un processo condizionato anche dalla presenza in aula di una folla minacciosa e ostile.

Il giovane si chiama Mohamed Ould M'Kheitir ed è un ingegnere di 29 anni, detenuto dal 1 gennaio 2014.

Per salvargli la vita è in atto una mobilitazione in tutto il mondo; l'Italia, in particolare, vede impegnati in prima linea l'Osservatorio internazionale per i diritti (Ossin), l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) e l'Unione delle Camere Penali.
Il primo luglio la sorella dell'imputato, Aisha M'Kheitir, e Aminettou Mint Moctar, militante mauritana per i diritti umani (insignita nel 2006 del Premio per i diritti dell'uomo dalla Francia e nel 2010 premio Eroe degli Stati Uniti e della Legion d'Onore) avranno un incontro con la Commissione per i diritti umani del Senato presieduta da Luigi Manconi; il 2 luglio, invece, ci sarà al Palazzo di Giustizia di Napoli un dibattito con la partecipazione di magistrati e avvocati, al quale parteciperà anche la sorella del condannato. Infine il 3 luglio il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, conferirà a Mohamed Ould M'Kheitir la cittadinanza onoraria.
Tra le iniziative a sostegno della liberazione del condannato anche una raccolta fondi per assicurare una assistenza legale al processo di appello dal momento che i due avvocati di ufficio hanno rinunciato al mandato per le gravi intimidazioni subite da parte dei fondamentalisti islamici. 


Fonte: Ansa

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Redazione