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Che cosa c'è in un meteorite? Gli ingredienti per la vita

Analizzati i cristalli di sale contenuti in due rocce che hanno colpito la Terra nel 1998: trovate tracce di acqua liquida e composti organici

Due rocce spaziali si sono schiantate in due momenti separati sul nostro pianeta nel 1998, in Texas e in Marocco, staccandosi dalla fascia di asteroidi del nostro sistema solare dove erano rimaste a circolare per quelli che probabilmente sono miliardi di anni. Un gruppo internazionale di studiosi della Nasa e di vari istituti di ricerca americani e giapponesi, hanno analizzato la composizione chimica dei piccoli cristalli di sale blu e viola contenuti nei meteoriti, compresa un'analisi ai raggi X.

Hanno scoperto prima di tutto che queste rocce hanno probabilmente "genitori" in comune. In particolare i loro antenati potrebbe includere Cerere, pianeta nano che costituisce il più grande oggetto presente nella fascia degli asteroidi, e l'asteroide Hebe, una delle più prolifiche fonti di meteoriti che finiscono per impattare sulla Terra.

Acqua e materia organica

Lo studio, appena pubblicato sulla rivista Science Advances, contribuisce a chiarire molte cose della storia antica del nostro sistema solare e della geologia degli asteroidi e aggiunge elementi che potrebbero avvalorare la tesi dell'esistenza di vita al di fuori della Terra. All'interno dei cristalli analizzati sono infatti stati trovati acqua liquida e un mix di composti organici complessi come gli idrocarburi e gli amminoacidi, i componenti elementari della vita.

"È come una mosca nell'ambra", ha dichiarato David Kilcoyne, uno scienziato della Advanced Light Source (ALS) di Berkeley Lab, che ha fornito i raggi X utilizzati per analizzare i componenti chimici organici dei campioni, inclusi carbonio, ossigeno e azoto. Gli fa eco Queenie Chan, scienziata planetaria e ricercatrice post-dottorato presso la Open University nel Regno Unito, autrice principale dello studio: "Questa è veramente la prima volta che abbiamo trovato abbondanti sostanze organiche associate all'acqua liquida, che è davvero cruciale per l'origine della vita e l'origine di composti organici complessi nello spazio. Stiamo studiando gli ingredienti organici che possono portare all'origine della vita".

4,5 miliardi di anni fa

I cristalli prelevati dai meteoriti analizzati trasportano microscopiche tracce di acqua che si ritiene risalgano all'infanzia del nostro sistema solare, circa 4,5 miliardi di anni fa. Le analogie trovate nei cristalli interni ai due meteoriti, che hanno toccato terra in punti assai lontani del pianeta, suggerirebbero che gli asteroidi da cui provengono abbiano probabilmente in qualche momento incrociato le loro strade scambiandosi dei materiali. In effetti ci sarebbero segnali di una collisione, magari con un piccolo frammento di asteroide che ha scontrato un asteroide più grande, ipotizza Chan.

Se così fosse sarebbe una spiegazione interessante di come la materia organica possa essere passata da un ospite a un altro nello spazio e gli scienziati potrebbero essere costretti a ripensare i processi che hanno portato al complesso mix di composti organici su questi meteoriti. "Le cose non sono così semplici come pensavamo", sintetizza Chan. Non è escluso tra l'altro, anzi ve ne sarebbero degli indizi basati sulla chimica organica e sulle osservazioni spaziali, che i cristalli possano essere stati originariamente prodotti da ghiaccio o acqua fuoriusciti dall'attività vulcanica su Cerere.

Universo primordiale

Anche se l'analisi della composizione dei meteoriti non fornisce la prova certa dell'esistenza di vita al di fuori della Terra, "tutto porta a concludere che la nascita della vita è davvero possibile altrove. C'è una vasta gamma di composti organici all'interno di questi meteoriti", spiega Chan, "tra cui un tipo molto primitivo di sostanze organiche che probabilmente rappresentano la composizione organica del sistema solare dei primordi".

"Abbiamo rivelato che la materia organica era in qualche modo simile a quella trovata nei meteoriti primitivi, ma conteneva più chimica che porta ossigeno", spiega Yoko Kebukawa, professoressa associata di ingegneria presso la Yokohama National University in Giappone. "In combinazione con altre prove, i risultati supportano l'idea che la sostanza organica provenisse da un corpo genitore ricco di acqua, o precedentemente ricco di acqua, un mondo oceanico nel sistema solare primitivo, forse Cerere".

I minuscoli cristalli oggetto dello studio misurano solo una frazione della larghezza di un capello umano. Per studiarli è stato applicato un mix di tecniche all'avanguardia come l'impiego di microscopi a raggi X e della spettrografia a assorbimento di raggi X. Chan ha notato che ci sono altri cristalli ben conservati nei meteoriti, che non sono ancora stati studiati, e sono in programma studi di follow-up per identificare se qualcuno di quei cristalli può contenere anche acqua e molecole organiche complesse.

Per saperne di più

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Marta Buonadonna