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I centurioni: a lezione di diritto "romanesco"

Il commissario straordinario di Roma viene esaltato perché mette fuorilegge i "gladiatori" del Colosseo. In realtà tutto era già vietato. Severamente...

La folla oggi inneggia a Francesco Paolo Tronca, da meno di un mese commissario straordinario del Comune di Roma, perché è riuscito a mettere fuorilegge i centurioni: quelle svariate decine di figuri che dalla fine degli anni Novanta stazionano abusivamente intorno al Colosseo, alla fontana di Trevi o in piazza San Pietro, vestiti da antichi romani, per spillare denaro ai turisti in cambio di una foto.

In realtà, il successo di Tronca sancisce la prevalenza del "diritto romanesco", versione aggiornata, corretta e farsesca dell’antico diritto romano.

Che altro senso può avere un’ordinanza comunale che "vieta qualsiasi attività che preveda la disponibilità a essere ritratto in foto o filmati come soggetto in abbigliamento storico dietro corrispettivo di passaggio di denaro", se l’ordinanza stessa si applica a soggetti che notoriamente già operano del tutto illecitamente?

Eppure è così che dal 26 novembre Tronca ha messo fuorilegge i "centurioni", notoriamente gente problematica: famosi per mille scazzottate, risse e perfino per qualche accoltellamento. Tant’è che il divieto, scrive Tronca, «s’impone ai fini della tutela della sicurezza urbana, in quanto i soggetti dediti a tali attività agiscono frequentemente con modalità inopportune, insistenti e talvolta aggressive».

E problema davvero antico, i centurioni. Nel 2002 il sindaco Walter Veltroni ipotizzò un «albo», per regolamentarli: si prevedevano un esame d’inglese, la verifica della fedina penale, un tesserino di riconoscimento, tariffe prestabilite. Ma regolarizzare l’irregolarizzabile era un’idea chiaramente impraticabile, non se ne fece nulla.

Nel 2012 ci riprovò Giordano Tredicine, un consigliere comunale di centrodestra poi arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale, nonché membro di una famiglia di ambulanti che s’è appena vista revocare l’assegnazione di ben 24 permessi di bancarella sui 55 assegnati per le feste natalizie in piazza Navona. Tredicine voleva imporre ai centurioni abusivi una licenza, subordinata a un esame da ambulante, offrendo in cambio addirittura ricchi costumi a spese del Comune. Anche per lui, stessa fine ingloriosa.

Ma Tronca, va detto, ha superato tutti, ordinando il rispetto della norma vigente. Ogni regolamento comunale d’Italia proibisce, una per una, tutte le fastidiose attività abusive riconducibili ai gladiatori. Altro che grida manzoniane. Il rappresentante del governo è dovuto ricorrere all’assurdo per imporre ai vigili urbani di applicare regole municipali di per sé perfettamente vigenti.

Del resto, questo è il Paese che sui suoi muri, ma anche sui treni, sugli autobus scrive: "È severamente vietato…". Come se l’avverbio dovesse in qualche modo aggiungere forza cogente a un comando che invece nessuno rispetta.

 

 

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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