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(Ansa)
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La verità sui cani «pericolosi»

L'episodio di Salerno di settimana scorsa ha riportato d'attualità un tema che fa molto discutere tra ignoranza e certezze

La recente e tragica morte di un bambino di 18 mesi, avvenuta a seguito dell'attacco da parte di due cani di razza pitbull, ha suscitato paura e preoccupazione nell’opinione pubblica dando nuovo fiato a chi da sempre ritiene pericoloso quello che viene definito il «migliore amico dell'uomo».

È quindi importante ricordare che gli attacchi da parte di cani sono eventi rari e isolati, e che la stragrande maggioranza di loro, compresi i pitbull, sono animali affettuosi e leali nei confronti dei loro proprietari. Inoltre, è triste constatare che, ancora una volta, la colpa di un tragico incidente venga attribuita a questa razza di cani anziché a una potenziale mancanza di adeguata supervisione e gestione da parte dei proprietari.

Così anche se è importante riconoscere che una percentuale significativa delle morti in seguito ad attacchi da cani coinvolgano pitbull ed altre razze, demonizzarli non affronta il problema alla radice.Al contrario, porta a discriminazione e stereotipi ingiusti nei confronti di questi animali, che possono portare a politiche restrittive e all'uccisione ingiustificata di cani innocenti.
Invece di diffondere la psicosi da pitbull, dovremmo concentrarci sull'educazione, sulla sensibilizzazione e sull'adozione di politiche responsabili per la gestione dei cani.

A parlarcene il Prof. Biagio D’Aniello Direttore del corso di perfezionamento in Etologia CaninaUniversità di Napoli Federico II - Dipartimento di Biologia

Cosa può dirci dell’aggressività di questi cani?

«Quando parliamo di cani bisogna distinguere l’aggressività dalla pericolosità. Il problema dei cani grandi e in branco risiede nella loro potenziale pericolosità. Sebbene le aggressioni da parte dei cani siano eventi rari secondo le statistiche, l'opinione pubblica spesso associa queste situazioni a specifiche razze, come il pitbull, che hanno acquisito una cattiva reputazione. Tuttavia, paradossalmente, le razze più piccole, come il chihuahua, possono essere più aggressive ed essere responsabili di un maggior numero di attacchi all’uomo».

Cosa spinge un cane ad attaccare un essere umano?

«Le motivazioni che spingono un cane ad aggredire un essere umano, in assenza di evidenze scientifiche che ne stabiliscano con certezza le cause è da ricercare nella componente genetica. Si ritiene che esista una componente genetica che può influenzare gli attacchi dei cani, ma è soprattutto l'esperienza di vita del cane a giocare un ruolo significativo nel suo comportamento. I pitbull, ad esempio, sono noti per essere cani territoriali e sono spesso usati come cani da guardia. Lasciati soli in un giardino non fanno altro che potenziare la loro tendenza territoriale, ma se ben educati e socializzati da piccoli sono cani gestibili come le altre razze. Quindi, direi che i pit bull e similari non nascono aggressivi, ma lo possono diventare in seguito ad una cattiva gestione. Indipendentemente da come emerga l’aggressività, Il problema è dunque la pericolosità. Un incidente con un Chihuahua lascia una piccola ferita, ma con un cane di grosse dimensioni e morso poderoso può essere letale. I pit bull sono considerati tra le razze maggiormente a rischio di essere coinvolti in aggressioni mortali, ma il numero di aggressioni agli uomini e agli altri animali non è superiore se paragonato alle altre razze. La struttura delle loro mandibole e il tipo di attacco, che li qualifica come cani da presa, può fare la differenza in termini di danni inflitti durante un attacco. Alcuni addestratori hanno sviluppato tecniche speciali, come l'uso di coltelli in legno appositi, per aprire la bocca dei cani quando litigano tra loro perché quando mordono non lasciano la presa facilmente. in caso di attacco. Bisogna considerare anche un altro fattore quando consideriamo la pericolosità dei cani, che spesso è sottovalutato. Quando sono in branco, possono potenziarsi a vicenda e diventare particolarmente pericolosi, indipendentemente dalla loro razza. In moltissimi casi gli attacchi mortali all’uomo i cani responsabili erano più di uno».

Cosa consiglia?

«Per prevenire incidenti, è fondamentale che tutti i cani vengano socializzati fin da cuccioli e imparino a interagire in modo sicuro con le persone e gli altri animali. Tuttavia, chi decide di avere un cane, specialmente di razze potenzialmente pericolose come il pitbull, deve essere pienamente consapevole delle proprie capacità di gestione e responsabilità. Ad esempio, un ragazzino potrebbe non essere in grado di gestire adeguatamente un cane di tale mole e potenziale aggressività di grosse dimensioni. È importante anche considerare che c’è un’incidenza molto alta di attacchi letali ai bambini di sesso maschile sotto i 10 anni, specialmente se di sesso maschile, sono quelli più frequentemente coinvolti in incidenti con i cani, quindi è essenziale educare sia i bambini che i proprietari di cani su come interagire in modo sicuro e rispettoso con gli animali».

Laboratorio di Etologia Canina (LabEC): https://www.facebook.com/LabEtologiaCanina

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Linda Di Benedetto