Boom dei ticket: la sanità è un salasso
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Boom dei ticket: la sanità è un salasso

In quattro anni la quota per i farmaci è salita del 60 per cento. E saltare le liste d’attesa costa il doppio.

Sos, salasso sanità: curarsi costa sempre più caro e a farne le spese è una parte degli ammalati, quelli costretti a pagare i ticket in ospedale, a ricorrere al privato per saltare le liste di attesa, oppure a rinunciare alle terapie perché troppo onerose. Il prezzo è calcolato nell’11° rapporto Ospedali & salute, promosso dall’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop). Ecco le cifre principali. La prima riguarda i ticket sanitari. Per le visite e le prestazioni specialistiche ambulatoriali, l’esborso è aumentato del 22 per cento: tra il 2009 e il 2012 la spesa annuale sostenuta dai pazienti è passata da 1,2 a più di 1,4 miliardi, di cui 820,6 milioni nelle regioni del Nord, oltre 150 in più nel quadriennio. Per i farmaci il gettito dei ticket è più forte del 63,3 per cento: da 861 milioni a 1,4 miliardi, benché la spesa complessiva per le medicine in Italia sia scesa nello stesso periodo del 21 per cento, da 11,3 a 8,9 miliardi.

Il paradosso è che bisogna pure aspettare a lungo per accedere ai servizi. Il Tribunale per i diritti del malato ha elencato i tempi medi per visite ed esami sulla base di segnalazioni inviate all’associazione dagli utenti nel 2012: 13 mesi per la mammografia, un anno per la visita urologica, 7 mesi per quella oncologica. E così il privato avanza. L’«intra moenia», che consiste nella sanità a pagamento in ospedale, è sempre più diffusa per accorciare l’attesa, ottenere la prestazione più vicino a casa, scegliere il medico di fiducia: nel rapporto Aiop è quantificata anche la spesa, 1,7 miliardi in un anno, con un incremento del 51,4 per cento tra 2011 e 2012. In particolare, l’importo è schizzato nella provincia di Bolzano (10,1 milioni nel 2012, più 531,3 per cento), in Puglia (164 milioni, più 278,8) e in Molise (4,5 milioni, più 136,8 per cento).

A incidere anche la lievitazione delle addizionali Irpef regionali che, dal 2009 al 2012, ha toccato punte del 77 per cento. Estrema conseguenza: nell’ultimo anno 5,5 milioni di famiglie italiane hanno rinunciato o rimandato le cure dentarie, 4,7 milioni di famiglie le visite specialistiche, 2,9 gli esami di laboratorio.

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Maria Pirro