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Moda

Vintage massive haul: il lato oscuro dei mercatini vintage del fashion

Cosa cambia tra un haul di Shein e un haul del mercato se alla fine buttiamo i capi dopo qualche settimana?

Fare acquisti al mercato potrebbe rivelarsi la soluzione al problema del fast fashion? Si, se fatto responsabilmente, peccato che la maggior parte delle volte questo non accada, soprattutto con l'avvento del vintage come tendenza in costante crescita.

Le bancarelle vintage solitamente sono caratterizzate da prezzi competitivi, motivo per il quale in molti cadono nella solita trappola pensando erroneamente che un prezzo basso corrisponda al risparmio, quando in realtà stimola unicamente l’acquisto di capi inutili, spesso pure lontani dal proprio stile.

Molti considerano questi mercatini un'opportunità per ampliare il proprio armadio a basso costo, quando per i fuori sede rappresentano una vera e propria scialuppa di salvataggio: non è infatti una novità che il mercato degli affitti abbia raggiunti picchi imbarazzanti, vivere fuori sede oggi rappresenta per le persone - o in alcuni casi per i genitori - un grande sacrificio, perciò trovare capi d’abbigliamento alla portata di tutti rappresenta una vera e propria svolta. Proprio per questo non si dovrebbe perdere di vista il motivo principale per cui si va al mercato così da non farsi raggirare dai prezzi bassi, perché è proprio la convinzione di risparmiare che gioca un brutto scherzo, specialmente sui giovanissimi.

Scovare vecchi mercatini vintage del fashion è infatti tra le tendenze social del momento, esperienze che spesso si riassumono in video - rinominati haul degli acquisti - dove si mostrano o si indossano i nuovi acquisti. Protagonisti di questi video sono le buste piene di capi, colme quasi fino a scoppiare, spesso accompagnate dalla scritta in sovrimpressione "tutto a 0.50 cent". Ma perché acquistare un capo già consapevoli di non andarlo a utilizzare?

@corinnamaneschi

Ho fatto veri affari ❤️😍 #haulshopping #shoppinghaul #mercato #haulmercato #consiglioutfit #vintage #secondhand

Comprare e dare nuova vita a capi vintage è indubbiamente una scelta sostenibile da seguire, ma anche in questo caso bisogna acquistare con maggiore consapevolezza. La quantità di rifiuti tessili prodotti ogni anno è spesso sottovalutata, l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) - organismo della UE che si dedica al monitoraggio delle condizioni ambientali europee - afferma infatti che solo i paesi dell’Unione Europea esportano circa il 40% dei rifiuti tessili in Africa, contribuendo all’incremento delle discariche a cielo aperto. La Gen Z si è dimostrata, tra tutti, la più attenta a queste tematiche, ma è la stessa che si rivela poi artefice di questi video clickbait che tempestano i social e instillano abitudini sbagliate tra i giovanissimi. Ci sarà mai un trend che si riveli sano per il pianeta?

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Elisabetta Cillo