La classe operaia va in Paradiso
(Photo by Daniele Venturelli/Getty Images)
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La classe operaia va in Paradiso

Fendi apre le porte della sua Factory in Toscana per presentare la collezione uomo primavera estate 2024

«Intono al 1923, 1924 mia nonna Adele venne proprio qui in Toscana da alcuni cugini per imparare l’arte di lavorare la pelletteria. Nel 1925, tornata a Roma fonda Fendi».

È emozionata Silvia Fendi quando racconta le origini di un marchio ormai storico e quindi le tappe di una vita famigliare. La cornice è quella super tech della nuova Fendi Factory di Capannuccia a 40 minuti da Firenze: cemento, vetro, giardino pensile come nella visione dello studio d’architettura milanese Piuarch: qui tra i macchinari d’avanguardia governati da 400 lavoranti è stata presentata la collezione maschile per la primavera/estate 2024.

«La prima uscita è un camice di carta giapponese waranshi perché si parte da una riflessione sull’importanza della figura dell’artigiano contemporaneo che usa le macchine per migliorare la manualità del suo lavoro e perché di carta sono i prototipi di ogni collezione» spiega Silvia Fendi.

Lungo i labirintici corridoi della Factory sfilano quindi camicie con stampe di forbici, martelli, chiodi, grembiuli in pelle, pantaloni e tuta da lavoro in versione sofisticata ma non per questo con un aspetto meno utilitario. Cotoni ritorti, fibra di ortica, tasche, toppe, pelle costituiscono il resto del racconto.

Gli accessori, tanti, visto che si fanno proprio qui, sono un inno al saper fare della maison. Dai cesti intrecciati alle cinture per mettere gli attrezzi, dalle borse da pranzo in jacquard annodato alle valige rigide.

Ad arricchire la collezione una collaborazione prestigiosa con l’architetto giapponese Kengo Kuma, «il mio preferito» afferma Silvia, che ha progettato Peekaboo e Baguette in carta waranshi, bambù e ulivo toscano. Quello che circonda l’azienda, «sì perché prevediamo di fare diversi quintali di olio Fendi per gli amici».

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Antonella Matarrese