Milano Fashion Week: la femminilità razionale di Gucci
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Milano Fashion Week: la femminilità razionale di Gucci

Il nuovo direttore creativa sancisce il suo racconto di stile con parla di minimalismo, sartorialità ed elegante seduzione

Apparentemente razionale, femminile e sensuale, decisamente elegante. La nuova collezione Gucci è un’esaltazione dello stile puro e dell’estetica contemporanea. Sabato de Sarno, alla sua terza collezione in qualità di Direttore Creativo, sancisce il suo racconto di stile che parla di minimalismo, di sartorialità e di elegante seduzione, un percorso molto discusso agli esordi in quanto prendeva drasticamente le distanze dalla pesante eredità lasciata da Alessandro Michele, ma che oggi convince, a mio modesto parere, con un’estetica che riscrive i codici dello stile classico e dell’eleganza urbana.

A chi sostiene che questo stile non è Gucci ricordo che non esiste uno “stile Gucci”.

Storicamente la Maison nasce agli inizi degli anni 20 come produttrice di pelletteria, calzature e valigeria, prodotti che la consacreranno come brand di lusso di fama internazionale, quindi originariamente non esisteva un codice d’abbigliamento Gucci, e tantomeno oggi dove le ipotetiche identità sono imputabili esclusivamente ai vari Direttori Creativi che si sono alternati negli anni, da Tom Ford, alla Giannini, a Michele.

In questa collezione gli ingredienti dello stile contemporaneo ci sono tutti: la sartorialità di cappotti e giacche impeccabili, lo sportswear sofisticato dei giacconi over, il glamour di frange in lana ricamate con paillettes, le femminilità dei delicati abiti sottoveste e la malizia della lingerie a vista. Gli accessori, vero core-business del brand, sono destinati a diventare must-have di stagione, a partire dalle calzature che alternano stivali da equitazione, heritage di casa, e il famoso mocassino Horsebitmontato su alte piattaforme.

«Cercare un piccolo gesto sovversivo. Guardare le cose da una prospettiva diversa da quella che si dà per scontato sia la più adatta, non attenersi alle regole. Questo è il mio modo di sognare, senza fretta, visualizzando e stratificando aspirazioni come fossero i mattoni di una casa. Nella mia moda come nei miei sogni, l’esercizio è lo stesso. Cercare nelle pieghe un vuoto che vuole essere riempito. Guardare il particolare da molto vicino, prima di sentirmi libero di allontanarmi alla ricerca di una prospettiva più ampia. Cogliere lo straordinario dove si dà per scontato che si trovi l’ordinario»

«I miei sogni, così come la mia moda, dialogano sempre con il reale. Perché non sono alla ricerca di

un altro mondo da abitare, piuttosto di modi per abitare questo mondo» ha raccontato Sabato De Sarno

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Alessandro Ferrari