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La menopausa, non solo guai

Nel libro "Menopausa più vita" dieci esperte intervistate da Elena Mora spiegano (e ridimensionano) i problemi di questa delicata fase per ogni donna

È possibile scrivere un libro spiritoso, confortante e però anche informatissimo su un periodo della vita, la menopausa, di cui tutte faremmo a meno? Possibilissimo se l’autrice è una giornalista, Elena Mora, che nel saggio Menopausa, più vita (Cairo, 188 pagine, 14 euro) con autoironia racconta di sé, delle sue amiche e del «grande Cambiamento», come lo chiama. E per spiegare bene di che si stratta e smontare i luoghi comuni, intervista un panel di 10 esperte, rigorosamente donne (evviva): ginecologa, farmacista, psichiatra, medico estetico, omeopata, reumatologa, nutrizionista, ma anche cosmetologa, estetista e parrucchiera. Perché la frivolezza è faccenda seria.

Il libro è diviso per argomenti (memoria, sbalzi d’umore, bellezza, stress, terapia ormonale sostitutiva...).  Con innumerevoli notizie e un costante buonumore. Perché la menopausa è sì un cambiamento non richiesto, ma non è una tragedia. «Parlando con le esperte, posso dire che l’unico vero sintomo attribuibile alla menopausa sono le vampate, e l’unica conseguenza vera è quella che riguarda le ossa» afferma Mora. «Il resto sfuma nell’età, è più dovuto al tempo che passa che alla mancanza di ormoni».

Detto questo, che in fondo è un messaggio rassicurante, cosa fare nel concreto? Affidarsi alla terapia ormonale sostitutiva, mettersi a dieta, iniziare a correre, provare qualche ritocchino per la pelle che cede, combattere l’insonnia con i farmaci?

Per ogni quesito, non c’è una risposta univoca. Ma nel libro si trovano tutte le informazioni per decidere con consapevolezza, liberandosi da confusione e preconcetti. E giusto per non parlare solo degli inconvenienti, l’autrice propone il lato positivo dei 50 in su: «La libertà di “vaffa”: gli ormoni che se ne vanno sono quelli dell’accudimento: quando calano, una donna non sente più questo bisogno/dovere di star dietro a tutto, può iniziare a pensare a se stessa e imparare a dire “no”. Cosa che facciamo poco nella nostra vita».

Infine, per dare un senso a tutto ciò, tenete a mente “l’ipotesi dell’orca assassina” (in natura, l’unica specie animale le cui femmine condividono con noi questo destino): la menopausa sembra un assurdo biologico, dal punto di vista dell’evoluzione sarebbe meglio riprodursi sempre; ma gli scienziati, studiando le orche per 25 anni, hanno scoperto che, per questi animali, avere le anziane del gruppo che sanno trovare cibo e risorse, e magari lo insegnano alle generazioni più giovani, è un valore aggiunto. Che l’evoluzione, nel caso delle orche come degli esseri umani, ha pensato bene di mantenere.

«Quindi, l’ipotesi “nonna”, per quanto in forma e libera di godersi la vita, è funzionale al miglioramento della specie» conclude Mora. Altro che fase declinante della vita. 

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Daniela Mattalia