Vicky Piria
(Uff. Stampa Sky)
Televisione

Vicky Piria e la sua vita piena di «obiettivi» da raggiungere e muretti da sfiorare

Alla vigilia dell'atteso gp di Montecarlo abbiamo incontrato il nuovo volto femminile di Sky per la Formula 1, in realtà molto più che un «volto»

«È una pista pazzesca, che regala brividi unici, con quella lotta al centimetro contro i muri. Io ho avuto la fortuna di correrci… Montecarlo è davvero unica». Inutile provarci. La testa di un pilota, il suo cuore , le sue emozioni sono quanto di più lontano da quella di un appassionato e telespettatore medio che trova noioso e soporifero come pochi altri il circuito monegasco. A parlarci dalla Costa Azzurra Vicky Piria, nuovo acquisto della squadra Formula 1 di Sky. 30 anni, pilota ma già finita davanti alle telecamere; Vicky è il volto femminile scelto al posto (ma con competenze molto, ma molto diverse) di Federica Masolin (che, diciamo la verità, era diventata una presenza sui canali della tua a pagamento quasi assillante tra spot, Champions League ed appunto, i motori a 4 ruote ndr).

«Qui abbiamo assistito a gare pazzesche, con campioni pazzeschi: Senna, Schumacher… Montecarlo è intoccabile, un po’ come Spa»

A proposito del Mondiale di quest’anno. Si dice che per valutare l’effettivo valore di una macchina bisogna guardare il secondo pilota. Ecco, vista la stagione mediocre di Perez siamo sicuri che la Red Bull sia superiore a McLaren e Ferrari?

«Bisogna stare attenti a considerare tutte le cose. Non si può giudicare una macchina come pacchetto senza comprendere il pilota. Ed il binomio Verstappen-Red Bull oggi è ancora un gradino sopra agli altri. Merito soprattutto del campione olandese, un vero leader. Molto più di un uomo che guida una macchina realizzata da altri. Mi ricorda molto Michael Schumacher quando arrivò in Ferrari; il tedesco era più di un guidatore, era il leader del team, il trascinatore. In questo Max è uguale. Guardate cos’è successo ad Imola; il venerdì la macchina non stava in strada ed è stato Max a forzare e suggerire un nuovo setup ed un nuovo percorso. La morale è quanto visto poi sabato in prova e soprattutto domenica».

Quindi la Ferrari per vincere doveva prendere Verstappen e non Newey…

«No, calma. Per prima cosa ci vuole la macchina ed in questo il tecnico della Red Bull è un vero genio assoluto. Poi si può lavorare su tutto il resto. Ed i piloti di Maranello, Leclerc ed Hamilton hanno tutto quello che serve per vincere.».

Restiamo alla Red Bull che sta vivendo una stagione quanto mai travagliata soprattutto a livello di narrazione e polemiche interne. Cosa dovrebbe fare l’anno prossimo Verstappen? Restare o cercare nuove avventure altrove?

«Io al suo posto starei ferma, sul sedile di una vettura al momento vincente. Magari su certe piste potrà far fatica ma nel complesso resta la vettura migliore».

E invece Sainz? Audi si o Audi no per la prossima stagione?

«Carlos è all’apice della sua carriera e delle sue prestazioni. Il prossimo anno l’Audi non sarà in grado di fornirgli una macchina vincente. per quello scegliere altri lidi, più strutturati: la Red Bulla prima scelta, se dovesse scaricare Perez, altrimenti lo vedrei benissimo in Mercedes».

Prima ha parlato dei muri di Montecarlo come una sfida che si gioca per questioni di centimetri o millimetri per una corsa sempre sul filo della paura. Cosa fa paura a Vicky Piria?

«Ho paura di deludere me stessa; sono una persona che va ad obiettivi, solo miei. In tutte le cose. Sono abituata così… Anche se questo mi porta ad essere troppo severa con me stessa. fa parte del gioco…»

Qual è il prossimo obiettivo allora?

«Sono una persona che fa mille cose. Ho questa esperienza della Formula 1, sto correndo ancora in macchina, sto facendo un nuovo campionato con le barche, sono impegnata in altre mille attività e mi rendo conto che non arrivo con la carica e la grinta e la preparazione che vorrei. Mi piacerebbe quindi fare tutto e bene, vincendo qualche gara in macchina ed in barca».

Qual è il suo posto sicuro?

«Il mio posto sicuro quando ho bisogno di pace vado al maneggio, in campagna con il cavallo… Lì devo per forza calmarmi perché gli animali percepiscono la nostra agitazione e quindi devo per forza essere calma perché altrimenti non mi rende più dal punto di vista delle performance (performance anche nei cavalli, i piloti…. ndr). Quando sto con loro devo per forza calmarmi…»

In Tv ti senti di passaggio o pronta a restarci?

«Io non mi pongo obiettivi a lungo termine. Penso sempre ad obiettivi a breve termine. Al momento è così, e me la godo…»

Quante volte ridi al giorno?

«Spesso, sempre. Io vado ad obiettivi (e ridai… ndr). Stando nell’ambiente del motori da tempo, un ambiente prettamente maschile, ho imparato dagli uomini che delle volte non bisogna farsi prendere troppo dall’ansia. Le donne pensano di più, si fanno prendere da ansia e panico.La mia parte femminile è quella della determinazione e degli obiettivi (e ancora… ndr) ma dalla parte maschile ho imparato che certe volte bisogna un po’ sdrammatizzare. Se c’è un problema, bene, anche nella vita. Mi piace, serve essere un po’ ironici ed essere in grado di non prenderci troppo sul serio…».

Mediamente, ad ogni gara in quanti ci provano?

«In realtà non ci provano più, lo facevano più prima quando ero più giovane. Forse ero più in forma…»

…o forse sa come allontanarli…

«… ecco, con un sorriso, oppure spiegando che c’è sempre una cosa più importante da fare e ringraziare…»

Stilista preferito?

«Gucci, adesso sta facendo belle cose…»

Cena e drink perfetto

«Il barbecue di mio papà con un ottimo bicchiere di rosso… sono una semplice»

Tu che sei giovane come vedi i ragazzi, che incontri in vari paesi… si parla tanto di ragazzi in difficoltà…

«Io vedo dei ragazzi che ancora prima di prendere in mano le loro vite sono già pessimisti, sono bombardati di negatività. Vedo che sono già rassegnati, e mi spiace molto. Io non mi sono mai rassegnata, anche quando le cose non sono andate come volevano. Non hanno la speranza e la carica; sono già rassegnati al fatto di non riuscire a trovare un lavoro, un contratto che gli dia speranze e stabilità…».

Ti vedi mamma?

«Si… (detto con un tono diverso, più calmo e dolce, affettuoso e speranzoso… ndr)».

La parola più utilizzata in questa chiacchierata è stata: obiettivi. Non è banale perché porsi degli obiettivi presuppone di avere a che fare con due cose: il successo e la sconfitta. Stati d'animo che pochi sanno e possono maneggiare. Vicky Piria è una di questi.

I più letti

avatar-icon

Andrea Soglio