Sanremo angelina mango
(Ansa)
Televisione

Sanremo 2024: il trionfo di Angelina Mango (e di Amadeus)

«La noia» supera Geolier sul filo di lana malgrado un televoto «bulgaro» per il cantante napoletano. Il tutto al termine di una settimana da record storico d'ascolti. E si guarda già al prossimo anno

Annunciata. Sperata. E poi disillusi, dopo la nottata dei duetti. Angelina Mango riporta invece le donne sul gradino più alto del Festival della Canzone Italiana vincendo la 74° edizione di Sanremo.

È una vittoria dolce, che commuove e dà l’addio - forse per davvero - alla conduzione di Amadeus, gran maestro di carimonia per cinque anni. Capitano di un Sanremo divenuto rivoluzionario, giovane, schietto. In cui la durezza di una tradizione che dura ormai da 74 anni si è sciolta cedendo al fascino dei social, del gioco. Che ha attirato critiche per l’estrema lunghezza dello show ma ha polarizzato i consensi tornando a dare un’accezione positiva al termine Nazional Popolare.

Basta guardarsi intorno. Sui social non si parla d’altro. Chi cena fuori, nelle serate sanremesi, tocca l’argomento. Tutti sanno che Sanremo c’è. Esiste. È vivo. E forse è pronto a restare.

Oppure no.

Perché Amadeus lascia il timone di una barca che è così ben avviata da rischiare di affondare malamente al primo errore.

Amadeus, che lascia l’Ariston mano nella mano con Fiorello, l’amico di sempre e mattatore unico nel suo genere in grado di far rimpiangere i grandi one man show degli anni Novanta, ha bisogno di una pausa. Forse per studiare una nuova formula.

Il podio non è sorprendente: Mango, Geolier, Annalisa. E poi Ghali e Irama.

Lo show non è da dieci e lode, ma convince e di certo non annoia al pari delle prime tre serate. La ripresa è stata eccezionale, la noia ha lasciaro spazio a chi alle 2.40 del mattino è rimasto incollato alla televisione senza tentennare.

Se ci dovessimo augurare qualcosa per il futuro sarebbe una ricetta in cui si riporti in auge la tradizione dei veri grandi ospiti, trattati come tali. Artisti internazionali, che riaccendano il fuoco di Sanremo anche all'estero e che aprano le porte della riviera sanremese al mondo.

Intanto si chiude un altro sipario, pensando all'anno che verrà. Perché - che ci piaccia oppure no - Sanremo è Sanremo (parapa).

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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