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(Ansa)
Lifestyle

Pitti Taste, protagonista il cibo, non la moda

Al via a Firenze la kermesse dedicata al cibo, alle aziende il tutto, per una volta, senza chef ingombranti

Ci sono eventi che fanno bene al territorio. Ci eravamo lasciati ad Alba con la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, dopo una puntatina a Plan de Corones per la Festa dello Speck Alto Adige IGP. Oggi, ci ritroviamo a Firenze, nella città nobile per dirla come la direbbe Dante, al Pitti. È nato agli inizi degli anni ’50 ed era concentrato sulla promozione del comparto moda. Da allora è cambiato il mondo intero, i suoi interessi, i trend. La moda resiste, come anche i filati annessi e le fragranze che tanto conforto danno.

Poi è arrivato il cibo, il food e i foodies, i programmi in tv, gli chef che fanno tendenza ed iniziano ad essere “usati” dalle aziende, i blogger che diventano influencer, Slow Food e le Dop. E mangiare è diventata una esperienza.

In tutto questo si innesta a meraviglia il PITTI TASTE che il prossimo 3 febbraio aprirà il sipario sull’edizione numero 17. Il Salone, nato all’interno di Fortezza da Basso, per fare cultura “contemporanea” intorno al cibo ospiterà 640 aziende italiane (100 si presentano per la prima volta a Taste) che hanno scelto di mettersi in mostra davanti ad una platea di buyer, capace, se stuzzicata a dovere, di cambiare le sorti di intere aziende.

Si parla al mondo, la posta in palio è alta. Basti pensare che all’ultima edizione, quella di febbraio 2023, 10.000 furono i visitatori registrati, di cui 7.050 operatori del settore (6.000 buyer), con un totale di 600 compratori da 50 paesi di provenienza.

In tutto questo ci crede il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ci crede l’ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, ci crede ancor di più UniCredit che si conferma Main partner anche del salone Taste, rinnovando l'accordo triennale (2023-2025) di sponsorizzazione e l'impegno a supporto dell'eccellenza Made in Italy. Appoggio che si inserisce nel programma Made4Italy che il gruppo bancario supporta, destinando 5 miliardi di euro (nel triennio 2022-2024) al “fare-rete” sui territori, si tratta di favorire un sistema integrato turismo-agricoltura per la crescita e la valorizzazione dei territori e del tessuto imprenditoriale.

Al Taste ci crede poi anche la Coldiretti, che nello spazio speciale all’Area Monumentale, approfondirà i temi più attuali dell'agroalimentare, assieme a Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano che rappresenta più di 100 mila imprese di tutte le regioni olivicole italiane), alla Fondazione Evoo School Italia (che ha lo scopo di far progredire il settore olivicolo attraverso attività formative), e al Consorzio dell’olio Toscano IGP (che raggruppa quasi 9.000 olivicoltori toscani).

Ma torniamo a Firenze. “Colors are served!”: è questa il tema a cui è dedicato il Salone di quest’anno. Ai colori. Che si fanno sapori. E ci portano in giro per il mondo, in un viaggio virtuale all’insegna del gusto e del bello.

Bello che si declina anche in un progetto espositivo che abbiamo visto in anteprima a Torino, lo scorso novembre, durante Artissima (la prima fiera di arte contemporanea in Italia). Si tratta della collezione di pollai domestici NEW EGG, frutto della collaborazione tra Giannoni & Santoni, leader nel settore del general contractor, e il duo creativo Vedovamazzei, con la direzione artistica di Nicolas Ballario, uno che di solito si occupa di arte contemporanea applicata ai media. C’è tutto dentro questo progetto, arte, design, architettura, le uova di Paolo Parisi, prodotte da una selezione avicola delle originarie galline livornesi ma soprattutto c’è una dichiarazione di intenti: promuovere una nuova consapevolezza sul legame tra uomo, animali e natura.

Tre le sezioni in cui è suddiviso il Salone: TASTE TOUR (il mondo dei salati, quello in cui il dolce e il salato convivono e i sapori dolci), TASTE SPIRITS (24 etichette artigianali, eccellenze in fatto di Gin, Vermouth e Amari) e TASTE TOOLS (accessori per la tavola e per la cucina, tra tecnologia e lifestyle).

Interessante la categoria “Healthy & natural” che accende i riflettori su tutte quelle aziende che nutrono una certa attenzione e propensione verso il rispetto del Pianeta e della biodiversità, che non vuol dire necessariamente o semplicemente lavorare in modo biologico ma anche e soprattutto essere in grado di intercettare le nuove esigenze del mercato, con prodotti gluten free, o i preparati vegan 100% naturali. Si tratta di Brio gluten free bakery, un laboratorio artigianale alle porte di Verona; di Borboletta, marchio di biscotti e dolci biologici nato dall'esperienza quindicennale delle due fondatrici, nella ristorazione biologica a Roma; di Fattoria Triboli, azienda agricola biologica che arriva dalle colline di Impruneta, nel cuore della Toscana; dell’Emporio vegetale torinese firmato dallo chef Antonio Chiodi Latini che porta le sue preparazioni gastronomiche e i piatti pret-à-manger rigorosamente veggie; di Marina Palusci organic farming, azienda artigianale familiare abruzzese che da quattro generazioni si occupa di olio e vino, dell’Azienda agricola biologica Paglione, che arriva dal Tavoliere delle Puglie e si è fatta baluardo di varietà perdute come il pomodoro Prunill, varietà autoctona di Lucera; di Parano bio, azienda agricola biologica che a Vasanello, nel cuore della Tuscia, da tre generazioni si dedica alla coltivazione della "Nocciola tonda gentile romana" e del Pastificio Maidea gluten free, figlia della grande tradizione pastaia abruzzese, produce una pasta gluten free d’eccellenza.

Manca poco più di una settimana. Nel mentre cercate il mondo di arrivare a Firenze, ad attendervi artigiani devoti, figli di ogni scuola di pensiero. Non chiamatelo però salone gourmet, certe cose non sono più di moda!

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Nadia Afragola