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(Universal)
Musica

Taylor Swift, The Tortured Poets Department: la recensione del disco della diva

Un disco synth pop molto personale e in totale controtendenza: 2 ore di musica e 31 canzoni. Nella scena pop di oggi chi altri potrebbe permetterselo?

«Un'antologia di opere inedite che riflettono eventi, opinioni e sentimenti di un momento fugace e fatalista, sensazionale e doloroso in egual misura. Questo periodo della vita dell'autore è ormai concluso, il capitolo è stato chiuso. Non c'è nulla da vendicare, non ci sono conti da regolare una volta che le ferite si sono rimarginate. E, riflettendoci meglio, un buon numero di esse si sono rivelate autoinflitte. Chi scrive è fermamente convinto che le nostre lacrime diventino sacre sotto forma di inchiostro su una pagina. Una volta che abbiamo raccontato la nostra storia più triste, possiamo liberarcene». Parola di Taylor Swift

Scrivere per archiviare pagine della propria vita e aprire nuove finestre, C'è questo nelle 31 canzoni (anche troppe) di The Tortured Poets Department, oltre due ore di musica, la conferma che la regina delle classifiche pop ha grande talento come songwriter abbinato a una prolificità inusuale. Volendo individuare un fil rouge che attraversa il disco si potrebbe parlare di sonorità synth pop uptempo con qualche ballad di contorno tra archi e pianoforte.

Con evidenza questo è uno degli album più personali di Taylor, uno stream of consciousness irrefrenabile che piacerà ai fan dell'ex star del country diventata icona mainstream dai numeri stellari. Ci sono le lacrime e i cuori spezzati dalle sue storie d'amore, sconfitte a cui la popstar reagisce brandendo la penna e iniziando a scrivere. Come in The Manuscript; in cui una ragazza rilegge il proprio diario di una "complicata relazione amorosa". Funziona la collaborazione con Post Malone nel singolo Fortnight che dal punto di vista melodico è uno dei pezzi forti del disco, insieme alla riuscita title track.

Detto questo, The Tortured Poets Department, non è proprio quello che ti aspetti dalla cantante più famosa e amata del mondo. Ma a questo punto della sua carriera, la Swift può fare quello che vuole, anche un album infinito nella lunghezza in un'era di musica usa e getta, di canzoncine e singoli cuciti su misura per funzionare sulle piattaforme streaming.

Giusto per spiegare, a quelli che non la conoscono o non la amano, quale peso reale abbia l'infuenza che la Swift esercita sulla generazione che fa suo tutto quel che canta e dice, anche in termini di opinioni sociali e "politiche". Lei ne è consapevole e infatti non ha paura di osare facendo la cosa meno pop del mondo: un album con 31 pezzi.

In Italia a San Siro, già sold out, il 13 e 14 luglio

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Gianni Poglio