«La cosa più punk che abbiamo fatto è stata diventare padri»
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«La cosa più punk che abbiamo fatto è stata diventare padri»

Vent'anni fa cantavano Diventerai una Star, e una loro follower - Chiara Ferragni - lo è diventata davvero. Intervista con i Finley

Arriva trafelata, quasi irriconoscibile sotto l’ennesimo acquazzone della settimana: indossa una giacca da motociclista rossa e jeans oversize, scarpe da ginnastica qualunque. Se non fosse per il carré blu nessuno si accorgerebbe che Rose Villain, cantante e conduttrice amatissima di La Nuova Scena di Netflix è qui con noi: «Hey, cos’è questo casino?», butta là sporgendosi oltre la porta che ci separa dai Finley. Sì, i quattro punk di Legnano sono tornati e portano in dote Pogo Mixtape Vol.1, un nuovo disco di 14 duetti (J-AX, Naska, Dari, Divi, Walls, Bambole di pezza, Ludwig, Punkreas, Fast Animals and slow kids, Benji, La la love you, Sethu, Fasma): quello con Rose s’intitola Killer ed è tra i più riusciti. «Quando ci siamo sentiti e le ho chiesto di collaborare è stata entusiasta: aveva il nostro poster appeso nella sua cameretta», racconta Pedro, il cantante. Con lui ci sono gli ex compagni del liceo Ka (chitarra), Dani (batteria) e Ivan, il bassista che nel 2012 ha sostituito Ste. E, insieme, rispondono alle nostre domande per raccontare il settimo album in 18 anni che anticipa il grande show evento, Tutto è possibile, al Forum di Milano il 16 ottobre. Ai tempi aprivano il concerto di Max Pezzali, oggi saranno i padroni di casa.

Spaventati?

«Elettrizzati perché sarà una festa per ricordare la colonna sonora di chi è stato adolescente ai nostri tempi. Ci prepariamo per dare il meglio, e io me lo immagino pieno».

Non avete paura di non riempirlo?


«No, c’è stato il boom della musica dal vivo negli ultimi 15 anni e grazie alla pandemia alla gente è tornata la voglia di andare ai concerti e ballare. L’hype di certi generi come il rap è diventato una macchina da soldi e i live dei veri aggregatori. In più, il successo del momento si sfrutta con un evento irripetibile da documentare sui social e visto che ormai la musica è gratis si risparmia per comparsi il biglietto per un concerto».

Vent’anni fa cantavate Diventerai una star. Che cosa è successo, nel frattempo?

«La cosa più punk che abbiamo fatto è diventare padri, ormai. Siamo sposati e abbiamo 3 figli. Non è che volessimo diventare star ma, piuttosto, divertirci guadagnandoci da vivere con un mestiere che ci piace. L’obiettivo era restare noi stessi e stare su un palco».

Basta impegnarsi per realizzare un sogno così?

«Ci vuole tempismo, fortuna e molto impegno. Ma non c’è bisogno di guadagnare come Taylor Swift per fare questo lavoro»

Siete ricchi di famiglia?


«Mio padre faceva il portalettere, un altro guida i treni. Il punto è che siamo riusciti a mantenere le nostre famiglie, cantando. Poi è ovvio, se non ci riuscissimo andremmo a preparare panini o a lavorare in un autolavaggio. Senza problemi».

Momenti di sconforto?

«Ne abbiamo avuti perché è quasi vent’anni che siamo in giro. È stato come volare sulle montagne russe, soprattutto quando dopo tre album con Claudio Cecchetto abbiamo deciso di salutarlo e fondare una nostra etichetta musicale. Basta avere una vita dignitosa e aiutarsi quando qualcuno cade».

E comunque che soddisfazione: Chiara Ferragni vi segue su Instagram.

«La conosciamo da un bel po’, da prima che diventasse così famosa perché avevamo amici in comune: abbiamo passato un capodanno insieme e l’abbiamo portata in osteria a mangiare la vellutata di zucca in una ciotola di stagnola. E per festeggiare il nuovo anno ci siamo infilati i razzetti nei pantaloni come in Jackass. Deve essere stato il peggior capodanno della sua vita».

Ci vuole coraggio, in effetti. Anche se con Porno ci eravate già andati molto vicini.

«Questo singolo con Naska è pazzesco. Ed è il corollario dell’amore romantico: quando dici a tua moglie “Sei meglio di un porno”, è come farle una dichiarazione romantica».

Anche se è più punk I miei amici registrata con i Punkreas.

«Soprattutto la strofa in cui cantiamo “I miei amici fanno più schifo dei tuoi”, ma in realtà significa che i nostri amici sono più fighi dei vostri. Insomma, spaccano».

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Ilaria Bellantoni

Avrebbe dovuto fare la maestra di sci, invece si è messa a scrivere. Duraniana e juventina, è famosa per fare domande imbarazzanti in ognuna delle quattro lingue che conosce. Laureata vanamente in scienze politiche, si occupa da sempre di costume e spettacolo e ha lavorato come caposervizio a Max, Myself, Glamour, GQ e Vogue Italia. Ha due figli (Berenice e Vittorio) e un golden retriever (Rio). Dopo aver pubblicato un libro, Lo chef è un Dio (Feltrinelli), è stata ghost writer di celebrità e politici e porta in giro il Festival della Parola Reloaded. Vive a Milano, ma sogna di trasferirsi in una villa a Ko Phangan. O in una baita a Courmayeur.

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