Affari d'oro per l'estate 2023 dei concerti
(Ansa)
Musica

Affari d'oro per l'estate 2023 dei concerti

Siamo il sesto Paese al mondo per vendita di biglietti di spettacoli dal vivo. E l'estate del 2023 è stata e sarà all'insegna del sold out con un giro complessivo da oltre un miliardo di euro

Solo sold out: è questo il filo conduttore dei grandi concerti del 2023. Specialmente in questi mesi estivi dove si sono concentrati, forse come mai, decine di spettacoli che hanno coinvolto i più grandi nomi della musica italiana e internazionale. Le polemiche ricorrenti sul costo eccessivo dei biglietti (non sono pochi gli spettacoli che oscillano dai settanta ai cento euro) non influenzano minimamente la febbre live che attraversa l'Italia.

Dall'eterno Bruce Springsteen alla universal band, i Coldplay, ovvero il gruppo che piace a tutti, passando per Red Hot Chili Peppers (settantamila a Milano), fino al re della trap , Travis Scott che ha radunato all'Ippodromo di Milano ottantamila fan cantando per un'oretta (pare per un cachet vicino ai due milioni di euro) senza nemmeno essere accompagnato dalla scenografia stellare che ci si aspettava. E poi, ancora, il re degli stadi, Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Ligabue, i Maneskin i Pooh e Ultimo.

«Il post pandemia è stato caratterizzato da un ritorno all’aggregazione e alla condivisione, in un atto liberatorio che ovviamente nel mondo della musica non poteva che tradursi nella voglia di musica dal vivo» racconta Enzo Mazza, presidente della Federazione Industria Musicale Italiana.

«Siamo ancora sull'onda lunga onda lunga della ripartenza dopo la pandemia» racconta Carlo Parodi presidente di Assomusica. «Nel 2022, i biglietti venduti per i concerti di musica popolare contemporanea hanno generato un incasso che si avvicina al miliardo di euro. Quest'anno ovviamente non abbiamo ancora dati ufficiali e nemmeno definitivi, ma ci sono tutti i presupposti per replicare quel numero e forse anche superarlo» aggiunge.

Non vale certo meno di quel miliardo di euro il ritorno economico che gli eventi dal vivo generano nell'indotto delle città che li ospitano. «Chi si muove per assistere a uno show in media soggiorna due o tre giorni nel luogo dell'evento. Ne derivano enormi benefici per le strutture alberghiere, per la ristorazione, per il l trasporto locale e naturalmente per i luoghi d'arte. Non è un caso che all'arena di Verona sia altissima la partecipazione ai concerti di turisti stranieri » sottolinea Parodi. «Tra i partecipanti ai concerti di Roma e Milano, che ospitano gli eventi live più importanti, è elevatissima, per esempio, la percentuale degli spettatori che vengono da fuori città, da un'altra regione o dall'estero. Nel 2022 questa percentuale, su Roma e Milano, ha superato il settanta per cento» spiega Parodi.

Nel 2019, prima della pandemia, sono stati 10 milioni gli spettatori hanno partecipato ai concerti, secondo una stima di Assomusica. «Un numero molto rilevante che potrebbe anche essere superato sia per quanto il 2022, di cui stiamo elaborando gli ultimi dati, sia nel 2023. Bisogna tenere conto che l'Italia è il sesto paese al mondo per vendita di biglietti di eventi musicali.Da cenerentola della musica rock l'Italia sta diventando uno dei paesi top. Sia perché ospita regolarmente i tour più importanti, sia per la straordinaria risposta di pubblico. Che riguarda anche gli eventi medi e piccoli» racconta.

Alle voci di incasso appartiene a pieno titolo anche il ricco filone del merchandising: «Non c'è dubbio che sia un aspetto fondamentale dal punto di vista economico. Rispetto anche a solo quattro o cinque anni fa è cambiato tutto. Oggi, tutti gli artisti, anche quelli medi, hanno, quando sono in tour, una struttura professionale e organizzatissima che li assiste nella vendita dei gadget».

In connessione con il boom della musica live, c'è poi da fare una considerazione: nei mesi del lockdown lo streaming si è rivelato strumento essenziale per mantenere un legame tra il pubblico egli artisti: «Lo streaming è stato fondamentale durante la pandemia per tenere connessi i musicisti ai fan. Le case discografiche non hanno interrotto le produzioni e gli investimenti perché, grazie alle tecnologie, era possibile continuare a produrre e distribuire contenuti in quella fase difficile: dopo la pandemia, era inevitabile che i fan avessero voglia di ascoltare dal vivo quelle produzioni, tornare ad incontrare l’artista dal vivo e trasformare il tutto in un emozionante viaggio nella musica dal vivo» dice a Panorama Enzo Mazza.

Appare evidente, lo dicono i numeri, come la questione del caro biglietti, che spesso ritorna in auge, non sia un deterrente per il pubblico della musica live. Che non solo spende per assistere al concerto ma anche per soggiornare nella città che lo ospita. «Il costo del biglietto è legato all'importanza dell'artista e al tipo di spettacolo che mette in scena. I costi di allestimento sono ingentissimi, così come quelli per ottemperare alle normative esistenti. Ovvio che questo aspetto incida sul prezzo dei biglietti» dice Parodi.

Al fenomeno della febbre da concerto appartengono anche «le migliaia di italiani che vanno all'estero per vedere i grandi festival. Quelli inglesi, ma anche il Sonar di Barcellona o lo Sziget in Ungheria, dove spesso si esibiscono artisti italiani. In Italia, se parliamo di Festival, non siamo ancora a quel livello, ma ci stiamo attrezzando».

TUTTE LE NEWS DI MUSICA

I più letti

avatar-icon

Gianni Poglio