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(Ansa)
Musica

AC/DC a Reggio Emilia: perché è un concerto imperdibile

La storica band australiana, che ha da poco festeggiato i 50 anni di carriera, si esibirà il 25 maggio alla RCF Arena in quello che, probabilmente, sarà il loro ultimo concerto in Italia. Quali sono i motivi per non mancare

La notizia di un concerto degli AC/DC in Italia nel 2024 era nell'aria già da qualche settimana, ma adesso c'è finalmente una data ufficiale: la band australiana si esibirà il 25 maggio 2024 alla RCF Arena di Reggio Emilia. Facile prevedere che gli oltre 100.000 biglietti disponibili (in vendita libera dal 16 febbraio alle ore 10 sul circuito Ticketone) termineranno in poche ore, data l'importanza del concerto, probabilmente il più importante e affollato in Italia del 2024. Micidiali riff di chitarre, ritmica serrata, voce aggressiva e tanta voglia di divertirsi. Questi, in sintesi, gli ingredienti del successo degli AC/DC, la band australiana più importante di sempre, che dal 1973 porta pervicacemente avanti la sua visione dionisiaca del rock and roll, senza cedere mai alle lusinghe di una power ballad da accendini nello stadio.

Non c’è praticamente un gruppo heavy metal o grunge che non debba qualcosa alla band fondata dai fratelli Young, che ha riportato l’hard rock alla selvaggia energia delle origini, proprio mentre il prog rock dilagava con le sue lunghe code strumentali all'insegna del freddo virtuosismo.

Ad aprile del 2014 in molti davano per conclusa l’avventura quarantennale degli AC/DC per i problemi di salute dello storico chitarrista ritmico Malcolm Young, affetto da demenza in seguito a un ictus, cui è seguito, pochi mesi dopo, l’arresto per minacce e per possesso di droga del batterista Phil Rudd. Per fortuna l'album Rock or Bust, uscito a novembre 2024, ha riacceso pochi mesi dopo l’entusiasmo della band, che nel 2015 ha intrapreso un impegnativo e fortunato tour internazionale e poi ha pubblicato a sorpresa(a causa dei problemi di udito di Brian Johnson che l'avevano costretto a fermarsi per alcuni anni) l'album Power Up a fine 2020, in piena pandemia, senza poter presentare i nuovi brani dal vivo.

Il concerto degli AC/DC è un evento imperdibile per tutta una serie di motivi. Innanzitutto, la carta d'identità: considerando che la band australiana si esibisce in genere a supporto di un nuovo album e che mediamente pubblicano un nuovo lavoro ogni cinque anni, c'è il serio rischio che tra 4-5 anni gli AC/DC avrebbe poche motivazioni e troppi anni sulle spalle per affrontare un nuovo, estenuante tour mondiale. Un concerto degli AC/DC è un’esperienza che non si può raccontare, ma che va vissuta in prima persona. L’hard rock schietto e diretto della band australiana è pensato apposta per esaltare le grandi platee, come emerge anche dai numerosi video che circolano su Youtube. Si canta, si balla, si suda. Merito soprattutto del repertorio: gli AC/DC hanno composto brani così iconici da essere conosciuti anche da chi non ascolta la loro musica. Chi non ha sentito almeno una volta canzoni leggendarie, a cavallo tra hard rock e rhythm and blues, come Back in black, Highway to hell, Let there be rock e Thunderstruck? Pezzi che dal vivo diventano ancora più incendiari e irresistibili. Pensiamo al lungo botta e risposta tra Johnson e gli spettatori in Thunderstruck, molto superiore rispetto a quella dell’album, oppure ai 13 rintocchi di campana di Hells Bells: l'ingresso della campana è ancora oggi uno dei momenti del concerto più attesi dai fan. Vedere all’opera Angus Young, il chitarrista solista, nonché fondatore della band nel lontano 1973, vale da solo il prezzo del biglietto. Oltre che per i suoi inconfondibili riff e per i suoi assoli al fulmicotone, Angus è amato dai fan anche per la sue qualità istrioniche. Negli show non possono mancare la duck walk alla Chuck Berry, i finti attacchi epilettici e le natiche mostrate al pubblico.

Riuscireste a immaginare i Rolling Stones senza Mick Jagger o i Led Zeppelin senza Robert Plant? Nemmeno noi. Eppure nel 1980 Brian Johnson è riuscito in pochi mesi a far dimenticare un frontman carismatico come Bon Scott, morto dopo una notte di eccessi, segnando con il suo inconfondibile timbro il leggendario Back in black, che è ancora oggi il secondo album più venduto di sempre. Johnson oggi canta mezzo tono sotto rispetto a quarant'anni anni fa, ma la sua voce è ancora il perfetto complemento alle scorribande chitarristiche di Angus Young.Il nuovo chitarrista ritmico Stevie Young, figlio maggiore del fratello più grande di Angus, è stato chiamato al non facile compito di sostituire lo zio Malcolm, ma ha già dimostrato di avere le qualità per non sfigurare. Phil Rudd sarà sostituito ancora da Matt Laug alla batteria, mentre sarà la prima volta con gli AC/DC per il bassista Chris Chaney (che ha suonato per Jane's Addiction, Slash, Alanis Morissette, Joe Cocker, Shakira e Celine Dion), che prenderà il posto di Cliff Williams nel prossimo tour mondiale. Williams già da anni aveva espresso la sua intenzione di rimanere nella band come membro ufficiale, ma aveva precisato che non sarebbe più andato in tour per motivi legati all’età. Reggio Emilia è stata scelta come location in quanto facilmente raggiungibile da ogni parte d’Italia via aereo, treno e auto. Facile prevedere scatti da centometristi per accaparrarsi gli ambiti posti vicino alle transenne, in quella che potrebbe essere l'ultima volta degli AC/DC in Italia.

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Gabriele Antonucci