Roberto Palomba, Ideal Standard
@Enrico Costantini
Lifestyle

Design: se l'idraulica regala ispirazioni

L’ambiente bagno è tra quelli che ha subito maggiori trasformazioni negli ultimi anni. Non sono stati ripensati solo rubinetti e sanitari, ma è stato dato un valore architettonico ad ogni elemento costitutivo di questa stanza. Ora, la riflessione si concentra su temi ecologici e anti spreco. Perché l’acqua è fonte preziosa e dobbiamo educarci a non sprecarla.

Da luogo simbolo di intimità e pudore a spazio di ispirazione, progettato in continuità estetica e formale con il resto della casa, l’ambiente bagno ha assistito negli anni a una «demolizione concettuale e a una completa ricostruzione», come ha spiegato l’architetto Roberto Palomba, capofila tra gli artefici di questo cambiamento che ha generato nuovi modelli in cui poi si sono cimentate anche le aziende dell’arredobagno. «I progettisti hanno modificato i valori di questo spazio, prima di tutto ridisegnando le ispirazioni cui era collegato. Non ci siamo limitati a ripensare nuovi sanitari, rubinetti o porta asciugamani, li abbiamo trasformati in interior, rendendo architettonico ciò che era fino a quel momento idraulico», ha raccontato Roberto Palomba, chief designer officer di Ideal Standard e fondatore con Ludovica Serafini dello studio ps+a Palomba Serafini Associati. «Per farlo abbiamo dovuto distruggere i paradigmi precedenti e costruire un nuovo lessico che non contemplasse solo la forma ma anche il benessere, rendendolo uno spazio centrale e nobilitandolo».

Oggi non solo riveste un ruolo centrale nella casa, ma è catalizzatore di ricerca e sviluppo su nuove soluzioni per dare risposte a un’esigenza di sostenibilità che passa, prima di tutto, dall’acqua. Proprio questo è l’elemento cardine della riflessione che quest’anno il Salone del Mobile.Milano fa attraverso la sua Biennale con il Salone internazionale del bagno. All’interno del padiglione 10, questa risorsa della natura ha ispirato l’installazione di 400 metri quadrati Under the Surface, concepita dai team creativi di Accurat, Design Group Italia ed Emiliano Ponzi e nata da una riflessione condivisa sul risparmio delle risorse idriche. Un’isola sommersa che parte dal presupposto che in questo momento storico non si possa analizzare solo la superficie delle cose. Attraverso un racconto visivo i creativi hanno inteso attivare una consapevolezza rispetto all’impatto ambientale del vissuto quotidiano di ognuno, legato all’uso dell’acqua. «Vogliamo far vedere ciò che non si vede, per immaginare nuovi modi di progettare e nuovi prodotti più compatibili con il mondo cui andiamo incontro», ha raccontato Gabriele Rossi di Accurat descrivendo Under the Surface, che si presenta come un paesaggio sottomarino, un ambiente invisibile nel nostro mondo ordinario.

«All’interno di tre grotte, invitiamo i visitatori a osservare ciò che viene fatto attraverso numeri concreti che spiegano in che modo le innovazioni di processo e i prodotti siano elementi centrali anche per stimolare scelte di consumo più consapevoli». Il circolo è virtuoso: i prodotti migliorano la loro compliance normativa e al contempo diventano più appetibili, dunque innescano un processo culturale, promuovendo nuovi comportamenti. La rivoluzione progettuale già in atto sta facendo un passo avanti e non è più solamente strutturale e formale, ma anche e soprattutto ecologica. Quindi il lavoro fatto sul piano estetico va portato sul terreno della sostenibilità. Ciò che attraversa questo nuovo approccio è la componente invisibile. «La più grande sfida progettuale ora è proprio lì. L’estetica è consolidata, ma oggi serve un lavoro mirato all’esplorazione dei materiali come l’alluminio riciclato per la realizzazione della rubinetteria o sulla disassemblabilità dei prodotti, sulla produzione di ceramiche che permettano un risparmio di quasi il 50 per cento di utilizzo del materiale grezzo. E poi meno acqua per produrle, meno energia per cuocerle», ha precisato Roberto Palomba, «lavoriamo sui materiali a impatto zero di carbon footprint. E poi si opera sulla limitazione di erogazione, studiando aereatori che limitano l’uso dell’acqua mescolandola all’aria e scarichi a litri differenziati». Resta il nodo centrale della cultura del non-spreco. «L’acqua è un bene in cui subentra l’educazione. Serve una eco-consapevolezza. La sostenibilità deve diventare programmatica e affrontata a livello centrale», ha concluso l’architetto.

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Erminia Pansera